A Jack bimbo undicenne del Texas sembra di vivere una vita incantevole assieme ai genitori e ai fratelli.Questo nonostante dai genitori arrivino messaggi e insegnamenti di tenore diverso:inerenti alla grazia e alla spiritualità quelli della madre, più inclini all'autoritarismo quelli del padre . Verrà il tempo per Jack di perdere l'innocenza e questo a causa del suo incontro con la malattia, la sofferenza e la morte. Comincerà una nuova consapevolezza verso quello che lo circonda. Il suo percorso di crescita ha avuto inizio e terminerà quando adulto si troverà a vivere una vita di disllusione e rimpianto..
Piccola nota: queste sono impressioni che furono scritte a caldo appena dopo la visione al cinema: più che una recensione , il racconto di una serata.
Dopo aver aspettato a lungo e osservato incredulo il suo successo al box office (probabilmente più per deficienze di incassi altrui che per meriti propri) finalmente mi decido ad andare a vedere l'ultima discussa opera del misterioso Malick. Oddio, più che misterioso sembra solo che voglia fare il fenomeno visto che qualche foto lo ha immortalato mentre festeggiava sotto la curva con Brad Pitt in quel di Cannes. E allora perchè non andare a ritirare il premio?
Perchè non farsi intervistare piuttosto che farsi fotografare di nascosto col teleobiettivo? Domande senza risposta,ma almeno queste sono di bassa lega. La biglietteria è quasi deserta pur essendo un giorno festivo e mi aspetto di trovare una sala vuota o quasi.
E invece no, la sala è piena almeno per metà. Facendo una rapida ricognizione delle facce, conoscendo anche i tipi che stanno dietro a quelle facce devo dire che non sono tipi da Malick e la mia non è una distinzione manichea.
Forse hanno sbagliato sala o forse è l'effetto Brad Pitt che attira mandrie di blockbustivori.
Un pò come successe a Eyes Wide Shut di Kubrick in cui tutti avevano occhi solo per Tom e Nicole. Con tutto il resto del film che faceva loro letteralmente schifo. Ci hanno messo in ultima fila, non abbiamo neanche nessuno al piano di sotto quindi se ogni tanto ci scappa un calcio alla poltrona davanti non ci sarà nessuno che protesta.
Disinnesco la canzone dei Behemoth che ho come suoneria sul mio telefono (che se per caso parte lo squillo la sentono anche nella sala a fianco), spengo anche l'altro telefono (quello professionale) e ci accomodiamo.
Gente assortita sgranocchia e parla senza rispetto, ogni tanto le luci dei cellulari fendono il buio come traccianti quasi a voler offendere le rètine ignare.
Non proprio un'atmosfera ideale per vedere il film.
La prima domanda che mi faccio è quanti ne resteranno alla fine della visione. La classica domanda da highlander. Eppure strano a dirsi solo un paio di persone rinunciano e addirittura si beccano un sommesso "bravo" da altri spettatori che evidentemente stanno ancora avvitati sulle loro poltrone solo per poter dire che loro il film lo hanno visto tutto. Vedere Malick fa terribilmente fico, magari uno si può dare anche un tono. Addirittura a metà visione entra in sala un addetto dello staff del cinema e dà un'occhiata in giro,magari vuol vedere se ci sono morti, feriti, dispersi o semplicemente addormentati.
Dal mio punto di vista è un film che necessita di ulteriori visioni per poter essere valutato compiutamente.A una prima visione se ne possono ricavare solamente impressioni parziali perchè un film come questo deve essere obbligatoriamente fatto sedimentare.
Solo il tempo dirà. The tree of life racconta l'ossessione che ha Malick per il ciclo della vita, cerca di descrivere in immagini (ben consapevole della fallacità, dell'inadeguatezza di ogni mezzo espressivo) l'uno che si congiunge con il tutto,l'uno che diventa il tutto e il tutto che diventa uno, ,la reazione chimica che diventa biochimica, biologica fino a parlare di vita vera e propria.
Il solito impalpabile confine tra semplice chimica e la scintilla della vita. Secondo me sono superficiali i paragoni fatti con Kubrick perchè qui in Malick il ciclo della vita è la partenza di tutto, in Kubrick diventava un punto d'arrivo della ricerca dell'entità uomo.
In Malick l'approccio è spiccatamente teosofico, in Kubrick è profondamente ancorato alla scienza,a tutto ciò che è dimostrabile.The tree of life è un film che pone domande e non dà risposte, un flusso di coscienza tradotto in immagini, un tourbillon di sensazioni e di suggestioni in cui l'entità uomo è al centro di enigmi inestricabili.
Le sue domande sono destinate a non avere risposta o meglio l'io narrante le risposte deve trovarle all'interno della propria anima errante tra religione e filosofia.
E'un discorso sfuggente,in equilibrio su un filo sottilissimo in cui Malick probabilmente infonde un carattere generosamente autobiografico. In quella famiglia disastrata dal dolore e da un padre anaffettivo evidentemente Malick racconta molto di sè. In quegli anni '50, in quelle roads molto revolutionary, in quelle Wisteria Lanes pulite e ordinate si consuma un rapporto asimmetrico tra genitori e figli: una madre che cerca di concedere tutta se stessa e tutto il suo amore ai suoi figli e un padre duro come la pietra, violento e privo di umana comprensione.
Probabilmente questa sezione di film così autobiografica è l'intervista migliore che abbia mai rilasciato Malick,quella che mostra i particolari più reconditi dell'animo di uno degli ultimi grandi autori americani.
The tree of life assume per questo l'aspetto di una summa del Malick pensiero, il suo porsi incessantemente domande su Dio,sulla Grazia e sul perchè esiste un'entità superiore che permette l'accadere delle tragedie senza battere ciglio o che permette agli impuri di spirito di procedere sempre su una corsia preferenziale a scapito di chi ha sempre rispettato le regole. Le immagini si affollano in gran quantità, le parole molto meno ed è scelta meritoria perchè in una materia delicata come questa le parole possono sconfinare facilmente nella banalità risultando dissonanti rispetto a cotanta bellezza figurativa.
Due ore e venti dopo che ci siamo seduti si alzano le luci. E con l'illuminazione vengono fuori risate di scherno e una specie di sospiro di sollievo. Mi spiace. E'un film che può non piacere ma esprimere così fragorosamente il proprio dissenso ....
La maggior parte fugge a gambe levate dalla propria postazione,solo in pochissimi rimaniamo a vedere i titoli di coda. Arriva l'addetta alla pulizia della sala:non ci dice nulla ma con uno sguardo ci fa capire che in questo momento siamo di troppo, siamo solo un intralcio al suo veloce passare in mezzo alle file di sedili. Ci alziamo e cominciamo a parlare tra di noi.Non siamo d'accordo su nulla ma su una cosa conveniamo tutti: prima d'ora non avevamo mai visto nulla di simile ....
Un'ultima nota finale: da quel giorno non l'ho più rivisto. Sinceramente ho paura di farlo.
( VOTO : 8 / 10 )
Un film che parla della vita in maniera molto realistica, ma la mancanza di una trama e l'eccessiva lentezza non hanno giovato alla mia visione... va riconosciuto comunque lo stile di Malick
RispondiEliminaio ho un bel ricordo della visione e delle sensazioni che all'apoca mi diede...ma ho paura a rivederlo---
Eliminaci sono cose che non capisci e dici che sono una cagata, cose che non ci arrivi e dici che forse sei tu, che quello che hai visto vale, anche se non capisci tutto o bene, "The tree of life" è un film del secondo tipo.
RispondiEliminaè esattamente come dici: ti fa sentire inadeguato....
Eliminacerta gente non è pronta per vedere dei capolavori come questo.
RispondiEliminagente come ford, ad esempio aahahah
e comunque un voto inferiore al 10 non è semplicemente accettabile!
so che Ford lo detesta con tutte le sue forze...io gli ho dato 8...è quasi accettabile....
EliminaQuesto film è una potenza assoluta. Qui sì che il cinema viene trattato come una forma d'arte, come è giusto che sia..
RispondiEliminaesatto: arte sequenziale...non per tutti i palati ma arte.
EliminaMi riconosco in quell'ultima tua frase "ho paura di farlo"... Mi credi che ho il dvd da quasi un anno, fermo lì, ancora con il cellophan. E' stata una di quelle visioni talmente suggestive, che ho timore proprio a riguardarlo per paura che possa in qualche modo spezzarsi l'incantesimo... :)
RispondiEliminacerto che ti credo. Io non ce l'ho il dvd ma ho evitato appositamente di rivederlo. Ho paura che svanisca la magia...
EliminaPerché l'Arte è di tutti ma non "per" tutti...
RispondiEliminaPura poesia per gli occhi, altro non si può dire!
RispondiEliminaeppure al cinema la maggior parte non ha gradito!
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Uhm, quindi sono l'unico cui non è piaciuto? :/
RispondiEliminaIo l'ho trovato eccessivamente prolisso, pretenzioso e, sostanzialmente, un po' vuoto. Il messaggio che vuole trasmettere, l'amore come forza motore evoluzionistico e forza salvifica, ha dietro di sé una letteratura così vasta da farmi sembrare pleonastico questo Malick.
non sei il solo che ha discusso la base del film di Malick...io sinceramente mi sono fermato molto più alle immagini che al messaggio...
EliminaQuesto lo mancai all'epoca, mi dissi che l'avrei recuperato ma me ne dimenticai. Grazie per avermelo ricordato.
RispondiEliminaaccomodati e poi dimmi che cosa ne pensi..sono molto curioso!
EliminaAnch'io mi riconosco nel 'ho paura di farlo'. Ne conservo un ricordo potentissimo ed assoluto che credo vivrà ancora a lungo.
RispondiEliminaquindi anche tu stai evitando di rivederlo come sto facendo io!
EliminaInvece vorrei rivederlo, e anche comprare il dvd ma... è una cosa che mi fa innamorare, ma al contempo spaventare.
EliminaNon so se mi spiego.
ti spieghi benissimo anche perchè è la stessa sensazione che ho io...
EliminaUna bella serie di immaginette da National Geographic che sono un tripudio di leziosità.
RispondiEliminaBocciatissimo. E pensare che fino a quel momento avevo amato Malick.
L'unica parte salvabile è quella dedicata alla Famiglia.
Ed evito anche io di vederlo per paura di morire di noia! ;)
eh eh già sapevo della tua avversione totale per questo film!
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