Luke è un motociclista di quelli che fanno spettacoli acrobatici nei circhi itineranti. Ritrovando una sua vecchia fiamma in una delle città che ha toccato per l'ennesima volta con il suo tour scopre che ha avuto un figlio da lei. Per riuscire a essere un buon padre decide di fermarsi ma la situazione è complicata sia dal punto di vista sentimentale ( la donna è legata a un altro uomo),sia economica perchè Luke non ha il becco di un dollaro. Comincia allora a rapinare banche finchè gli mettono alle costole l'agente Avery Cross. Passano quindici anni , Cross è diventato procuratore pagando un carissimo prezzo a livello personale e comincia ad avere problemi con il figlio AJ , ormai 17enne che è venuto a vivere, si fa per dire perchè lui è sempre fuori per lavoro, con lui. Conosce Jack un ragazzo disadattato come lui e dopo un po' sapranno entrambi che curioso disegno il destino ha riservato a loro.
Bisogna fare salti mortali carpiati per raccontare la trama del film senza svelarne i punti nodali che , se rivelati, farebbero diminuire della metà il piacere della visione.
Come un tuono è un film uno e trino che azzarda una finta coralità un po' come l'Haggis di Crash che raccontando varie storie alla fine ne narrava una sola.
E qui è lo stesso: viene narrato in varie tonalità , dal fosco all'elegiaco ( quella corsa con la moto respirando l'aria che gli si para davanti a pieni polmoni per arrivare a quel The place beyond the pines del magnifico titolo originale che è luogo di sogno e di liberazione allo stesso tempo) un percorso che va dalla profondità dell'abisso fino alla luce della catarsi, nascosta lì dove meno te lo aspetti.
Luke è un irresponsabile, riedizione su due ruote del marinaio che ha la donna in ogni porto, che sente finalmente la necessità di mettere radici ma purtroppo per lui le mette nel modo sbagliato visto che imputridiscono in fretta, Avery è un poliziotto che viene meno continuamente ai principi sui quali ha posto giuramento per fare carriera, il giovane Jack vuole scoprire chi era veramente suo padre e corre verso la libertà.
Il tema della paternità percorre come un fil rouge trasversale tutto il film ed è sviscerato in vari modi tutti col minimo comune denominatore di dimostrare quanto è difficile essere genitori nel mondo di oggi.
Tre storie variamente legate tra di loro che narrano un percorso comune verso una catarsi che arriva per ognuno in forme inattese.
Il film di Cianfrance esteticamente è potentissimo soprattutto nella prima parte , quella abbagliata dallo sguardo magnetico di un Gosling( letteralmente sepolto sotto un'infinità di tatuaggi) che ormai sembra abbonato a personaggi laconici da ultima frontiera americana. Vederlo su quella moto e pensare a Steve McQueen è un flash che attraversa la mente fermandosi lì, in un angolino pronto a ritornare fuori in tutta la sua luce accecante quando sfreccia per le strade con il suo destriero a due ruote.
Le altre due storie narrate accanto ( e oltre ) la prima sono più nell'alveo di certo cinema americano che narra di percorsi personali verso la redenzione e di ricerca delle proprie radici. La corruzione personale e del sistema con cui convive Avery è descritta forse troppo per sommi capi mettendo una sorta di cuscinetto di quindici anni di intervallo che serve ad ammortizzare il racconto di qualcosa già visto in molti altri film ( e forse anche trattato meglio di quanto faccia Come un tuono) mentre il percorso di (de) formazione e di crescita a cui va incontro il giovane ma già rotto a molte esperienze Jack rientra in una tendenza canonica del genere coming of age, tipica di certo cinema indie americano.
In 140 minuti Come un tuono forse vuole raccontare troppo comprimendo avvenimenti e schiacciando personaggi ( trattato assolutamente male il personaggio di Eva Mendes utilizzato solo per la classica scena madre e doppiato malissimo, mentre il bad fella Liotta lascia il rimpianto di un'apparizione troppo breve).
Una cosa è certa: Derek Cianfrance sa lavorare con gli attori perchè li spinge tutti ad ottimi livelli.
Come un tuono pur lavorando sugli arzigogoli del destino riesce alla fine a dimostrare la sua tesi: è dannatamente difficile essere genitori nel mondo di oggi.
E' dannatamente difficile anche solo viverci.
( VOTO : 7 / 10 )
Io sono andato in sala a vederlo senza sapere minimamente di cosa parlasse, anzi, vagamente confuso da un trailer che sembrava spacciare il film come un "Drive su due ruote".
RispondiEliminaSopresa assoluta invece. Raccontare la trama sarebbe un delito, ma il film è molto bello e scorre via veloce (spiazzandoti di continuo con falsi finali), nonostante la durata.
quella dei trailer è una storia che si ripete da parecchio , troppo brutta per essere vera...il film non è perfetto ma come dici tu scorre che è una bellezza anche oltre i difetti che ha....
EliminaGran film, che ti colpisce nel profondo.
RispondiEliminaRyan Gosling IMMENSO come sempre
Gosling ormai è uno dei pezzi pregiati di Hollywwod!
EliminaDevo recuperarle al più presto...
RispondiEliminarecuperarlo :)
Eliminapotevi dire anche recuperarli...tanto è uno e trino come detto!
Eliminafilm che racconta troppo, è vero, però nel complesso ci sono più note positive che negative.
RispondiEliminaquindi pollice su anche per me!
è un film generoso, forse pure troppo ma è approvato!
EliminaConcordo in pieno, Bradipo.
RispondiEliminaUn film non perfetto, ma senza dubbio in grado di mostrare il talento appassionato di Cianfrance.
Non ho ancora visto Blue Valentine ma mi ha messo voglia!
EliminaMah, a me non ha convinto.
RispondiEliminaLa prima parte è molto bella, poi si perde nei meandri del già visto e già raccontato molto meglio, diventando di una pesantezza incredibile.