I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 1 dicembre 2012

Goon ( 2011 )

Doug Glatt, addetto alla security in un locale, è notato da un talent scout di una squadra di hockey perchè ha un cazzotto che letteralmente addormenta e alla squadra di Halifax, che fa parte di una minor league del Massacchussets, serve proprio uno con quelle caratteristiche, uno che durante la partita ( e anche fuori) faccia da guardia del corpo alla stella della squadra, Xavier La Flamme, una specie di piccolo fuoriclasse che però non uscirebbe vivo dalle partite se non ci fosse alle sue spalle uno come Glatt.
I playoffs si avvicinano e con loro il duello finale col picchiatore principe della Lega, Ross" The Boss " Rhea, che sta aspettando a braccia aperte La Flamme , ma soprattutto Glatt.
Un duello all'ultimo cazzotto.
L'hockey non è uno sport per femminucce: c'è un concetto molto elastico di contatto fisico legale o meno e le risse sono addirittura tollerate basta che si segua un codice d'onore, cioè ci si picchia rigorosamente a mani nude senza guanti e senza mazze.
E questo film fa conoscere la figura dell'enforcer, del picchiatore professionista che non è un vero giocatore di hockey ( come dice in un dialogo Ross a Doug) ma solo uno che usa la sua arte, menare le mani, per far vincere la sua squadra usando tutti i mezzucci a sua disposizione.
Goon non è solo un film sportivo pur ripercorrendone tutti i topoi classici del genere , è una specie di western ambientato su un campo di hockey su ghiaccio in cui tutte le tappe intermedie servono solo per preparare al meglio lo scontro finale.
Inoltre c'è spazio anche per la crescita umana di Doug, bicipiti e mascella d'acciaio ma cuore di panna, consapevole di non avere l'IQ di un premio Nobel per la fisica ma felicissimo anche solo per il fatto di portare una divisa sportiva col suo nome sopra e non un anonima maglietta con su scritto SECURITY.
Gli ammeregani sono specialisti nel fare film sportivi  creando piccoli miti dal nulla, confezionando al meglio storie di riscatto nascoste chissaddove nelle pieghe della cronaca.
E' il caso della figura a cui è Glatt è ispirato, tale Doug Smith, figura mitologica delle minor leagues di hockey tra la fine degli anni '80 e gli inizi anni '90, autore di un best seller a quattro mani con un giornalista ( probabilmente perchè da solo non sarebbe riuscito a scrivere neanche la lista della spesa a quei tempi) da cui è tratto questo film.
Ottime riprese di hockey, risse in abbondanza e anche una spruzzata di demenziale ( oltre a copiosi fiotti di sangue e pezzi di dentature in libera uscita dalle rispettive bocche per andarsene in giro per il pack).
Seann William Scott che per me è Stiffler della saga American Pie ebbasta ( faccio fatica anche a ricordare il suo nome vero) si dimostra incredibilmente a suo agio in un personaggio come quello di Glatt e anche il cast di supporto è notevole ( dal coach Kim Coates al Ross "The Boss" cui presta volto e fisico Liev Schreiber).
Difficile valutare un film come questo,confezionato alla grande ma che racconta una storia già raccontata ( seppur in altri termini) in molti film di genere sportivo.
Il problema è che il cinefilo snob dentvo di me  davebbe al massimo un cinque, il tamarro che beve , rutta e  balla il can can quando vede questo tipo di film darebbe un bell'otto.
E allora si va di media salomonica.

( VOTO : 6,5 / 10 )  Goon (2011) on IMDb

6 commenti:

  1. Ne aveva parlato bene anche Lorant, a questo punto non posso non guardarlo, da buon tamarro. ;)

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  2. tamarrissimo! e proprio per questo da vedere!

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    1. è tamarro ed è figo! piacevolissima visione ;) bella bradipo!

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    2. ce l'avevo lì da un po' di tempo e la tua rece ha fatto scattare la voglia della visione immediata, per rilassarsi...e poi c'è il mito Stiffler....

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    3. A Stiffler non si può dire di no

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