I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 11 giugno 2015

Fury ( 2014 )

Germania 1945 : la guerra è finita, Hitler si è arreso ma gli americani in suolo tedesco trovano comunque sacche di resistenza violente e inaspettate.Il sergente Don Collier ( nome di battaglia Wardaddy e lui di battaglie ne ha fatte tante portandone ancora i segni sul corpo e sull'anima) assieme al suo variegato manipolo di uomini, equipaggio di un carro armato Sherman prendono a bordo con loro un nuovo tiratore, Norman Ellison, un ragazzino al battesimo del fuoco che ha molti problemi nell'accettare la guerra e la logica dell'uccidere per non essere uccisi.
Hanno un'ultima missione da compiere contro un manipolo di poche centinaia di soldati tedeschi in ritirata. Ma le cose non sono facili come sembrano, anzi man mano la missione diventa più difficile se non impossibile.
Arriva finalmente da noi, forte di un notevole battage pubblicitario e di frasi ad effetto sulla locandina veramente impegnative ( "il miglior film di guerra degli ultimi 30 anni"), il nuovo film di David Ayer, una carriera registica sulle montagne russe, sforzo produttivo da circa 70 m
ilioni di dollari di budget fortemente voluto da Brad Pitt che qui interpreta il ruolo di Wardaddy.
Ecco, la frase di lancio nel manifesto pubblicitario la lasciamo perdere , ma occorre ammettere che Fury è un film che il suo sporco lavoro lo completa.
Spoglio di tutta la retorica filoamericana che ammanta tanti altri film del genere  Ayer cerca di narrare due storie in una : la vita ( e la morte ) in un carro armato strumento di distruzione che può arrivare a essere trappola mortale e tutto quello che succede fuori di esso.
Più che alle battaglie , ripulite di tutti i particolati coreografici che fanno spettacolo, intrise di realismo che arriva a essere anche molto fastidioso per come ti si appiccica addosso , che non occupano un minutaggio eccessivo in un film che arriva quasi alle soglie dei 135 minuti, ad Ayer sembra interessare il dietro le quinte, sembra attratto dai momenti di stanca, di sosta tra un trasferimento all'altro, tra un'azione e l'altra, momenti in cui vengono fuori gli uomini e non le impassibili macchine di morte votate all'estremo sacrificio che sono protagoniste dei rastrellamenti e delle scaramucce con le ultime resistenze tedesche, oramai cani sciolti allo sbando e proprio per questo assai più pericolosi per la loro imprevedibilità.
Il fulcro del film, il cardine attorno al quale ruota tutto è il rapporto tra Wardaddy e il giovane Norman a cui il sergente ha la pretesa di insegnare come si fa la guerra.
Potrebbero essere padre e figlio ma sono troppo diversi, Don Collier è un uomo rotto a tutte le esperienze che ha perso la pietà umana da qualche parte nelle campagne di guerra precedenti, cosa che sta cercando di far perdere anche al giovane Norman, idealista  ma di quell'idealismo che rischia ogni minuto di lasciarti lì sul campo di battaglia, ucciso da un nemico che non ha avuto i suoi stessi scrupoli.
Se scenograficamente Ayer cita da vicino il realismo conclamato di Salvate il soldato Ryan, il suo sguardo cinematograficamente parlando si situa ancora più indietro, a Fuller, uno dei grandi registi americani del genere, ma anche a Aldrich ( i personaggi che popolano Fury potrebbero benissimo appartenere a Quella sporca dozzina ma anche al bellissimo e misconosciuto Non è tempo di eroi) e al Peckinpah feroce e sardonico de La croce di ferro.
E quel cannone con scritto Fury è un perfetto contrappunto all'elmetto con la dicitura Born to Kill nel Vietnam fortemente stilizzato di Kubrick nel suo Full Metal Jacket.
Stilizzazione di cui si nutre anche Ayer in un finale che si svolge in un non luogo, dal cromatismo irreale che colora tutto di dimensione metaforica più che verosimile.
Eccellente il lavoro sugli e degli attori con un Pitt acconciato da bastardo inglorioso che convince in un personaggio eccessivo eppure sempre controllato.
Buon prodotto di genere , Fury è ben lontano dall'essere quel capolavoro tanto strombazzato da critici entusiasti stavolta a sproposito.
Tecnicamente impressionante gli manca però quel briciolo di personalità che lo farebbe arrivare al rango di piccolo cult di genere.


PERCHE' SI : tecnicamente impressionante, Brad Pitt e il resto del cast, realistico e spoglio di retorica.
PERCHE' NO : ipercitazionista gli manca quel briciolo di personalità in più per emergere , forse andava asciugato qua e là.


LA SEQUENZA :  la prima lezione di guerra di Wardaddy a Norman con il soldato tedesco appena preso prigioniero.


DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :

Ad Ayer manca sempre quel bruscolino per far quadrare il cerchio.
I film di guerra non sono la mia cup of tea nonostante mio padre mi sottopose a una cura energica di war movies e di western quando ero adolescente.
Brad Pitt 51 anni abbondanti e non sentirli.
Shia LaBeouf pur armato di baffoni che cercano di invecchiarlo, ha sempre la stessa faccia da pirla.


( VOTO : 7 / 10 )


 Fury (2014) on IMDb

14 commenti:

  1. Concordo sul fatto che il film andava un pò asciugato in qualche passaggio, e soprattutto sulla faccia da pirla di Shia LaBeouf ;-) A mio avviso è uno dei film più fighi dell'anno, al netto dei difettucci.
    Ci sta tutto il tuo 7 ;-) Cheers!

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    1. a me non ha detto più di tanto, mi ha interessato a sufficienza ma dire che mi sono appassionato è un po' troppo...

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  2. Io al sette ho aggiunto un meno ma concordo su tutto! Forse non troppo sul "privo di retorica" perché secondo me c'è solo si nota poco perché è retorica malfatta... che è un po' peggio. ;)

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    1. al netto , di retorica ne ho trovato meno di altre pellicole analoghe, del resto uccidere un prigioniero tedesco di spalle non è il massimo dell'essere filoamericano...

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    2. questo dipende dal contesto in cui l'azione è inserita! :)
      Secondo me ci prova a far della retorica, ma in un modo strano.... disorientante. Secondo me aveva le idee poco chiare ;-P

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    3. può darsi Ayer non sempre è lucidissimo ...sicuramente è qualcosa di diverso dal solito machismo a stelle e strisce a cui siamo abituati...

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  3. non l'ho ancora visto...
    sto latitando il cinema, per dare più spazio a sky, ma non per motivi particolari... banale pigrizia!
    tuttavia, questo proprio non posso perderlo!

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    1. non è da buttare via, ma secondo me poteva essere molto meglio...

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  4. Mio fratello lo ha bollato in pieno, ma aspetto a credergli. Abbiamo spesso pareri contrastanti. E dalla tua recensione capisco che molte cose potrebbero piacermi, altre infastidirmi. Vedere per credere, c'è poco da fa... =)

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    1. in giro c'è molto di peggio...guardalo e poi dirai!!!

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  5. A me non è piaciuto, non aggiunge niente al genere e ha una sceneggiatura piatta. :D

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    1. direi che è vero, poteva essere meglio ma secondo me non è proprio da buttare via...

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  6. Anche oggi concordo in pieno.
    Non male, ma poteva certamente essere meglio, nonostante un paio di sequenze ottime.

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    1. è vero ci sono delle sequenze che levano letteralmente il fiato ma purtroppo non è tutto a quel livello...

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