I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 2 giugno 2015

Infini ( 2015 )

Nel 2300 oltre il 90 % della popolazione vive in miseria e il loro destino è in mano a delle grosse corporazioni che hanno inventato lo slipstreaming ( una specie di teletrasporto di trekkiana memoria) in cui il corpo umano viene scomposto in infinitesime particelle digitali e portato a spasso per l'universo. Mezzo di trasporto altamente pericoloso in cui è facilissimo lasciarci la pelle.
Whit Carmichael, futuro padre, è al primo giorno di lavoro con un team nella West Coast che usa lo slipstreaming. Un'infezione decima la sua squadra e lui si teletrasporta ad Infini, remota stazione mineraria che guarda caso è la fonte dell'infezione ad opera di un misterioso organismo alieno.
Una squadra di soccorso della East Coast lo va a recuperare ma la faccenda non è così semplice.
Per Whit comincia una lotta per sopravvivere al "virus" e alla caccia che gli danno i soccorritori che non si fidano di lui....
E questo è solo l'inizio.
Proprio così, non ho spoilerato nulla della trama , ho semplicemente raccontato quello che succede nei primi 20 minuti  e per arrivare a 110 c'è tutto un altro film da gustare voluttuosamente.
Infini, film australiano ( è da un po' di tempo a questa parte che sto incappando in film australiani veramente solluccherosi, sembra abbiano una marcia in più a livello di fantasia, forse perché non sono così legati alle logiche industriali hollywoodiane che asfaltano talenti in nome del dio dollaro), opera seconda del giovane Shane Abbess che il film lo ha anche scritto assieme a Brian Cachia , autore anche delle musiche, si inserisce con personalità in quel pertugio strettissimo che si trova tra sci fi e horror, un genere con progenitori illustrissimi.
C'era una volta Alien ( e c'è ancora ) , c'era una volta Punto di non ritorno, non un gran film, a dire la verità ma che portava a casa il risultato, tanto vituperato all'epoca quanto citato oggi, c'è tutto quel gruppo di film ambientati in gigantesche navi o stazioni spaziali ricche di pericoli come Pandorum,come lo svizzero Cargo e chi più ne ha , più ne metta.
Infini cita intelligentemente le sue fonti, lo fa anche con deferenza ma cerca di mettere nel piatto roba assai personale e tutto questo sforzo predispone bene uno spettatore sufficientemente avveduto.
Il film di Shane Abbess si deve seguire con attenzione, non si può vedere distrattamente altrimenti ci si perde dentro dato che presto si trasforma in un reiterato gioco di specchi in cui i capovolgimenti di fronte sono all'ordine del giorno.
Tutto ruota attorno all'ambiguità della figura di Whit Carmichael ( ruolo ricoperto da un carismatico Daniel MacPherson, attore australiano attivo soprattutto in televisione) , personaggio tenuto volutamente sospeso nel limbo e di cui praticamente non si sa nulla.
Personaggio che evolve con i minuti in maniera del tutto imprevista e con un comportamento non leggibile usando solo le armi della logica.
E' malato? E'sano? Vuole aiutare gli altri della squadra o vuole semplicemente salvare se stesso?
E' lui il virus che vuole contagiare l'umanità?
Domande che lo spettatore si porta fino alla fine del film  e non è detto che trovi le risposte attese.
L'ambiguità di cui accennavamo prima Infini se la porta fin oltre il finale che naturalmente non svelo e che può essere passibile di diverse interpretazioni.
Un po' come i vecchi filmoni di fantascienza di una volta.
Una sceneggiatura tesa come una corda di violino, dialoghi che riescono a toccare anche temi importanti , universali ( un paio di volte circola la domanda delle domande: che cosa è la vita?)e un gruppo di comprimari che assolve perfettamente al loro compito di non invadere troppo il campo fanno di questo film un piccolo, inaspettato gioiellino di claustrofobia e di tensione.
Sicuramente non un film perfetto, magari andava asciugato qua e là, magari andava approfondito qualche personaggio appartenente alla squadra della East Coast ( però furbescamente sono tutti ben distinguibili fisiognomicamente ), magari avrebbe fatto piacere pure vedere qualche soldino buttato lì per gli effetti speciali ( che sono usati con parsimonia e non sembrano così eccezionali).
Ma la stoffa c'è, le scenografie sono sufficientemente personali e non ci troviamo di fronte alla solita rivisitazione aggiornata della navicella Nostromo e non siamo di fronte al solito filmetto di fantascienza usa e getta.
Anzi a quel finale si pensa anche ben oltre la fine dei titoli di coda...


PERCHE' SI : sceneggiatura tesa come una corda di violino, piccolo gioiellino di claustrofobia e di tensione, ambiguità che è coltivata e mantenuta intatta per tutto il film, protagonista carismatico.
PERCHE' NO : le influenze sono fin troppo evidenti ma le citazioni sono perlomeno intelligenti e non così sfacciate, qualche personaggio andava gestito con maggiore cura, qualche effetto speciale in più non avrebbe recato dispiacere.


LA SEQUENZA : impossibile non soffermarsi sulla sequenza appena prima del finale che svela ( ma anche no) il mistero che percorre sotterraneamente tutto il film.


DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :

Da un po' di tempo a questa parte mi sembra che il cinema australiano abbia una marcia in più.
Solo da noi gli attori televisivi sono considerati di serie B.
C'è sempre bisogno di filmoni di fantascienza come si facevano una volta.
La fantascienza italiana? Non pervenuta: sogno un film sci fi tutto italiano .


( VOTO : 7 / 10 )


Infini (2015) on IMDb

6 commenti:

  1. Tocca recuperare anche questo, ho capito :)

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  2. Si IMDb è andato maluccio, mi fido molto di più del tuo parere.

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    1. su imdb sci fi e horror hanno sempre dei voti piuttosto bassi al di là dell'effettiva qualità....

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  3. mi piace scoprire e far scoprire titoli sempre nuovi...

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  4. Da noi gli attori televisivi sono considerati di serie B perché SONO di serie B, recensore.

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