I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

mercoledì 29 aprile 2015

La foresta di ghiaccio ( 2014 )

Prologo : al confine tra Italia e Slovenia nel 1994 un bambino fugge da un gruppetto di profughi assoggettati a un feroce capobanda.
Al tempo d'oggi Pietro è chiamato in un ameno paesino del profondo Nord italiano a risolvere i frequenti guasti alla centrale elettrica che lasciano spesso la vallata al buio.
Appena arriva c'è la misteriosa sparizione del cadavere di una donna africana.
E non è il solo fatto misterioso che si trova a fronteggiare.
Anzi sembra che i guasti alla centrale elettrica non siano così casuali e in paese tutti hanno qualcosa da nascondere a partire da due truci fratellastri che sembrano avere il controllo di un po' troppe cose nel paese , per arrivare alla zoologa esperta di orsi Lana.
Pietro deve stare molto attento a come muoversi.
Fa sempre piacere imbattermi in film italiani che si addentrano nel territorio impervio del cinema di genere invece che appisolarsi su quello della commedia facile foriera di incassi.
E La foresta di ghiaccio era un film che si presentava in maniera molto appetitosa ai miei occhi.
Ambientazione nordica, genere di riferimento il thriller, una comunità montana di poche anime ma tutte con il loro bellissimo scheletro da nascondere dentro l'armadio, la curiosità di vedere all'opera come attore Emir Kusturica che raramente mi aveva convinto nelle sue escursioni precedenti davanti alla macchina da presa.
L'unico fatto che mi lasciava abbastanza perplesso era l'accostamento , fatto dalla produzione stessa, a Fargo, amatissimo film coeniano.
Però ero disposto anche a fare finta di non avere letto.
Insomma avevo aspettative di un certo livello per l'opera seconda di Claudio Noce, quarantenne regista romano che si ripresentava dopo Good Morning, Aman, storia dell'amicizia di un pugile con un immigrato somalo.
L'Italia è uno strano Paese cinematograficamente parlando e Noce riesce a ritornare al cinema solo cinque anni dopo il suo debutto, pur facendosi forza di un talento visivo da non sottovalutare.
Anche ne La foresta di ghiaccio si parla di immigrazione come nel suo film d'esordio, ma si procede per altre strade, si va per gli intrighi di paese che si nascondono dietro facciate rassicuranti ( si fa per dire perché in questo paesino nulla è rassicurante, neanche la teleferica  che si ferma sempre a metà corsa lasciandoti sospeso nel vuoto), si presentano allo spettatore specchi deformanti e false piste, doppi e tripli giochi, insomma un pentolone carico di tutto che però ha un brutto difetto: la storia del film non decolla mai, tutto procede a rilento tra chiacchiere estenuanti, riprese in esterni di ampio respiro ma che servono solo per rendere giustizia al talento di Noce e a un'ambientazione alpina innevata che toglie letteralmente il fiato e snodi narrativi che meccanicamente devono portare a una verità chiara e un finale cristallino.
Mi sono seduto in poltrona sperando di vedere qualcosa che mi ricordasse Insomnia ( non solo quello di Nolan , anche l'originale nordico andava benissimo) e mi ritrovo un film in cui la noia regna sovrana , ma veramente incontrastata e che , nonostante un cast  composto di nomi di un certo richiamo e una confezione veramente degna di nota per essere una produzione italiana, scivola presto nell'anonimato dando l'impressione di una bellissima scatola ricca di intarsi ma con il nulla dentro.
Mi spiace parlare così di un film italiano di genere thriller , uno dei miei preferiti, e che ambisce a essere un noir postmoderno ( e il noir è un altro dei generi favoriti qui a bottega).
La visione è veramente ardua e il finale arriva veramente come una liberazione.
Peccato.

PERCHE' SI : nomi di una certa risonanza nel cast, ottima ambientazione, eccellente confezione
PERCHE' NO : la noia regna incontrastata, la storia non decolla mai come il film del resto, Kusturica si dimostra ancora una volta molto più bravo dietro la macchina da presa

LA SEQUENZA : Lana resta bloccata con la teleferica a mezza strada e deve scendere con mezzi di fortuna rischiando la vita.

DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Anche se un film ha tutti gli ingredienti giusti, può succedere che non mi piaccia.
L'ambientazione innevata ha sempre il suo fascino
Preferisco Kusturica dietro la macchina da presa e non davanti
Spero che uno col talento visivo di Claudio Noce lavori più spesso.

( VOTO : 4,5 / 10 )

 La foresta di ghiaccio (2014) on IMDb

2 commenti:

  1. Ah peccato per il voto, l'atmosfera e l'argomento trattato mi ispiravano...

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  2. Ispirava pure a me, ma l'hanno massacrato tutti. E ironicamente te sei stato uno di quelli che c'è andato più leggero...

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