I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 24 agosto 2013

Febbre da fieno ( 2010 )

Matteo lavora al Twinkled  un negozio di memorabilia, cose vecchie e soprattutto kitsch. Il negozio non va bene e il proprietario è tentato di venderlo, la vita di Matteo neanche visto che la sua ex , di cui è ancora perdutamente innamorato, lo ha ricontattato solo per avere il suo seme perchè vuole fare un figlio con la sua nuova compagna ( eh si, lo ha lasciato perchè si è scoperta lesbica). La college di Matteo, Frankie, cerca di aiutarlo a superare questo momento di empasse ma lei sta messa anche peggio visto che si ostina a spedire lettere che non saranno mai lette al suo idolo Jude Law. Un giorno però, per un lavoro, al negozio arriva Camilla e cambia tutto.
Matteo ritrova una ragione per andare avanti.
Febbre da Fieno è un film di dimensioni produttive contenute che "osa" parlare di quella generazione che va dai 20 ai 40 anni senza ricordare il filosofo al Guttalax Moccia, supremo esegeta in pillole. Solo per questo meriterebbe il massimo della valutazione.
Il film della Luchetti dimostra che in Italia è possibile anche fare film il cui quoziente intellettivo superi abbondantemente quello dell'ornitorinco, senza alcuna pretesa sociologica ma che riescano a raccontare i balbettamenti di questi giovani che la gioventù la stanno salutando e allo stesso tempo stentano a rassegnarsi all'anagrafe.

Roma Roma Bella

E'un film che sfrutta angoli di Roma riconoscibilissimi ma si avventura anche in scorci poco frequentati dal cinema (come le belle sequenze girate al Maxxi ancora chiuso al pubblico).
La fotografia che privilegia i toni saturi ci regala una città  coloratissima, calda anche nelle sue tonalità autunnali. Una città inquadrata in modo decisamente moderno con angoli di ripresa molto personali. Non è un caso che qualcuno abbia parlato di Nouvelle Vague.
La libertà che si respira fa pensare a quell'immortale stagione

T'ho dipinta io

Il film racconta dell'amore nato dopo una casualità tra la bella Camilla, un sorriso che non conosce confini incorniciato da due labbra da spedire a un indirizzo nuovo, e Matteo giovane perennemente nel guado che pensa ancora alla sua ex che l'ha abbandonato per un'altra.
Camilla e Matteo si frequentano e il teatro della loro storia è il negozio di collezionismo d'annata sull'orlo del fallimento di proprietà di Stefano, idealista impenitente che vive calzando praticamente sandali alati sempre aggrappato ai propri sogni.

Gialla come er sole

Il loro tiraemmolla amoroso non ha nulla di inedito o trascendentale ma la leggerezza di tocco con cui viene raccontato arriva quasi ad avvincere, così come non disturba la voce fuori campo della stessa Fleri che ci spiega le coordinate del raccontino.
Il suo modo di pronunciare la "r" per me è già ragione sufficiente per cadere ai suoi piedi e proclamarmi suo schiavo.
Il negozio di Stefano in cui lavora anche la giovane rasta Frankie intenta a scrivere lettere a Jude Law, vera e propria entità immateriale che le permette di non farsi male con un amore vero, è orgogliosamente proiettato nel passato così come la sua scarsa ed umorale clientela e per i personaggi che vi gravitano diventa una sorta di bolla temporale in cui isolare se stessi dalle angustie del presente.
Una filosofia di vita figlia dei fiori e di qualche funghetto allucinogeno di troppo (che qui comunque non viene usato e neanche nominato).

Rossa come er core mio

Il film è leggero, romantico, induce spesso al sorriso, è visivamente appagante grazie a una Roma fotogenica al massimo e ai colori accesi che la contraddistinguono fin quasi alla fine.
Quasi perchè c'è una svolta drammatica inaspettata, un vero e proprio sgarbo alle ferree regole della commedia, sentimentale in questo caso.
Che fa uscire dal cinema pensosi e intenti a metabolizzare il colpo di scena che per molti sarà anche gratuito, ma sicuramente non banale.
Febbre da fieno è un film da incoraggiare anche oltre i propri meriti perchè dimostra che comunque ci sono anche autori nuovi da far crescere che hanno qualcosa di diverso da dire.come la  Luchetti all'esordio nel lungometraggio dopo esperienze in corti e documentari.
Eppure stilisticamente appare maturo e soprattutto personale.
Vedremo se la regista conserverà questa sua impronta anche nella sua opera seconda.
Se mai ci sarà.....

( VOTO : 7+ / 10 ) 


Hayfever (2010) on IMDb

5 commenti:

  1. Grazie per la bella recensione, mi è venuta voglia di vederlo! Era dimenticato in archivio da troppo tempo.

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  2. come al solito grazie per la tua bontà e pazienza a leggere i miei sproloqui...

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  3. Per me il film partiva da Dio (la protagonista poi l'ho trovata bellissima) ma... il finale mi ha davvero stroncato. Forse dovrei rivederlo, la tua recensione mi ha fatto venire voglia di rivalutarlo

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  4. effettivamente il finale è difficile da metabolizzare ma almeno è tuttaltro che banale...

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  5. Comunque, ho fatto la comparsa per l'imminente fiction Mediaset di "Romeo e Giulietta" ed ho conosciuto Andrea Bosca. E' una persona davvero simpatica!

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