Josh e Cornelia, lui documentarista alle prese con un documentario che forse non vedrà mai la luce, lei produttrice e figlia di un documentarista, sono una coppia newyorkese apparentemente felice che si sta avvicinando a grandi passi alla mezza età . E alla crisi in essa contenuta.
Tutto esplode quando incontrano una coppia più giovane di loro, quella formata da Jamie e Darby, anche lui realizza documentari, in cui sembrano specchiarsi rivedendo i loro stessi di una ventina di anni prima.
L'incontro all'inizio è una specie di shock elettrico positivo ma poi cominceranno a venire fuori i problemi.
Soprattutto perché sembra che Jamie e Darby non la stiano raccontando giusta.
Continuo a vedere imperterrito i film scritti e diretti da Noah Baumbach e a ogni pellicola che passa lo ritengo sempre più il più grande malinteso della scena cinematografica indie americana.
Ho apprezzato parecchio i suoi primi film , credo che Il calamaro e la balena sia il suo sforzo creativo più riuscito, ma poi , continuando a seguirne la carriera mi è sembrato che sia stato preso da una sindrome alleniana che si sta portando dietro da qualche film.
O forse anche cassevetesiana.
E come ho scritto a proposito di Frances Ha, film che ho trovato più furbetto che bello, accattivante ma non troppo sincero, prima di strillare al capolavoro occorre guardare questi film in prospettiva e la prospettiva, ossia il metro di giudizio è l'Allen di fine anni '70 e '80 e l'ultimo Cassevetes.
E , personalmente ritengo che utilizzando questo metro di giudizio il cinema di Baumbach ne esca fuori con le ossa rotte.
Baumbach continua a scrivere e dissertare su crisi e conflitti generazionali con una scrittura meticolosa, tutto orchestrato e studiato nei minimi termini, curandosi più del meccanismo del film che della sua eventuale rispondenza alla realtà.
Questa volta forse è un pochino più coinvolto perché in fondo racconta un personaggio, un fortysomething impegnato nel cinema che prima aiuta un giovane alle prime armi, poi lo combatte quando scopre di essere stato preso in giro, che un po' gli appartiene , almeno dal punto di vista anagrafico.
Il problema è che secondo me continua a perdersi in quisquilie e particolari irrilevanti ( il tentativo di imitazione che Jamie porta avanti sistematicamente e in maniera un po' troppo esibita, vedi il cappellino, che sembra sfuggire del tutto a Josh) più che portare avanti organicamente il suo discorso che alla fine riduce tutto a una fortissima rosicatura da parte di Josh nei confronti del collega più giovane, capace di filmare un documentario migliore del suo, anche se viene meno la totale aderenza al fatto reale.
Vogliamo ridurre la generazione di quasi cinquantenni a una manica di rosiconi , intellettualoidi da strapazzo e che girano documentari sull'economia turca che non verranno mai visti da nessuno?
Ecco , Baumbach lo fa , aggiungendo anche altre spezie , tipo la volontà di avere un figlio o il discorso della preoccupazione degli amici che vedono Josh e Cornelia cambiati in una qualche maniera.
Altro limite di un film che non annovererei tra i suoi migliori è anche quello di aver tralasciato i personaggi femminili, li ha messi in un angolino lasciandoli ad osservare il duello all'ultimo sangue tra Josh e Jamie, senza praticamente colpo ferire.
Anche in questo film si ha l'impressione di vedere un surrogato di Allen, diciamo Crimini e misfatti, che però è scolorito rispetto all'originale nonostante voglia essere a tutti i costi giovane e piacente.
Un po' come Josh e Cornelia.
Perchè giovani non si diventa, nemmeno se si prova a fingere.
PERCHE' SI : i dialoghi sono all'altezza, levigati fino allo sfinimento, all'inizio la storia impressiona favorevolmente, Stiller sembra molto coinvolto.
PERCHE' NO : Baumbach continua a sembrare un surrogato dell'Allen di fine anni '70, inizi anni '80, discorso generazionale come minimo superficiale, personaggi femminili lasciati troppo in disparte.
LA SEQUENZA : il duello finale , a tavola, tra Josh e Jamie. O meglio l'attacco di Josh a Jamie mentre si sta festeggiando un premio vinto del suocero di Josh.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Preferisco di gran lunga la scena indipendente europea a quella americana.
Pur essendo anagraficamente vicino a certi personaggi del film non mi sono rivisto per niente dentro di loro.
Baumbach è meglio dell'Allen bollito di oggi ( si abbia il coraggio di ammetterlo) ma molto peggio dell'Allen di ieri.
Come il piccolo newyorkese ha preso il ritmo di un film all'anno.Il prossimo esce tra qualche giorno negli USA e si chiama Mistress America , cosceneggiato con Greta Gerwig che vi recita anche.
( VOTO : 5,5 / 10)
Frances Ha vero forse un po troppo fubetto per essere eccelso, ma comunque un bel film con una fotografia davvero eccellente. Questo devo ancora vederlo e sono un estimatore Alleniano anni 70-80 ,soprattutto 70, speriamo bene.
RispondiEliminaBaumbach è figlio di quel cinema, a me pare evidente ed è proprio per questo che non riscuote la mia simpatia, lo trovo furbetto...
EliminaUn quartetto di bravi protagonisti, ma non mi ha entusiasmato.
RispondiEliminaSi dimentica subito.
gli interpreti sono eccellenti...manca il manico, la sceneggiatura....la storia...
EliminaNon mi fa impazzire il cast e dal tuo commento pare trascurabile.
RispondiEliminaun film come questo per me non è il massimo...
EliminaBoh... alcuni dicono sia bello, altri una minchiata... e dato che pure io ho trovato "Frances Ha" molto furbetto, credo di essere dalla tua parte...
RispondiEliminaanche questo è piuttosto furbetto...molto indie...
EliminaPur condividendo molto del tuo pensiero su Baumbach, non riesco proprio a farmi dispiacere il suo lavoro.
RispondiEliminaio invece lo sopporto di meno a ogni film che passa...
Eliminaa me Ben sta abbastanza simpatico ma film che mi sono veramente piaciuti ne ha fatti pochini...
RispondiElimina