Un giorno viene avvicinato dagli emissari di John du Pont, miliardario filantropo appassionato di lotta che ha messo insieme un team , il Foxcatcher, in cui allenare , nella propria tenuta con attrezzature all'avanguardia, nella massima tranquillità e nel rigore più assoluto, un gruppo di lottatori che devono vincere i Mondiali di lotta dell'87 e le Olimpiadi di Seul nell'88.
All'inizio le cose vanno bene , per Mark arriva la medaglia d'oro ai Mondiali , ma poi vengono fuori i lati più spiacevoli del carattere di Du Pont, psicopatico cocainomane.
Mark va in crisi e il suo mentore chiama Dave nel team Foxcatcher, visto che ne ha sempre sofferto la personalità.
Le cose cominciano ad andare peggio, la discesa nell'abisso è solo cominciata.
Foxcatcher è basato su fatti veri che coinvolgono alcuni personaggi che all'epoca in cui tutto accadde erano molto noti negli USA.
Due lottatori, fratelli, con un rapporto non totalmente risolto tra di loro, con Dave, che è di un solo anno più grande che è di fatto il padre putativo e il tutore di Mark, molti muscoli ma un cervello non particolarmente spedito al pari della sua favella visto che al massimo parla per monosillabi.
Dall'altra parte un miliardario filantropo, uno che non è mai riuscito a fare nulla in vita sua, lottatore dilettante che aspirava a un successo sportivo molto maggiore di quello ottenuto e personalità fragile in balia di una madre da cui deve ottenere l'approvazione a tutti i costi.
Foxcatcher si basa su dei fatti di cronaca che hanno riempito le pagine dei giornali per lungo tempo eppure il film di Bennett Miller ( già autore di un altro interessantissimo film a tematica sportiva, Moneyball- L'arte di vincere con Brad Pitt, ma anche di un biopic su Truman Capote, qui sembra che convogli le anime dei due film appena nominati) sembra interessarsi ad altro riservando alla nuda cronaca dei fatti il finale del film e neanche armandolo di tutta quella retorica e di quel climax che uno si sarebbe aspettato.
Anzi non viene neanche circostanziato o spiegato in alcun modo il gesto folle di Du Pont, tipo invero assai inquietante anche solo a sentirlo parlare.
No, il film invece si prende tutto il tempo necessario per delineare caratteri e personaggi, disegna psicologie e motivazioni, tratteggia i contorni di un abisso che a poco a poco inghiottirà tutti i personaggi.
Perché una cosa è certa: nonostante si parli di miliardari che hanno ottenuto sempre tutto dalla vita semplicemente aprendo il portafoglio o firmando un assegno in bianco, nonostante si parli di campioni olimpici di lotta libera arrivati quindi al successo massimo nel loro sport, in Foxcatcher perdono tutti, dal primo all'ultimo.
Il film di Bennett Miller in filigrana è l'ennesima storia sul Sogno Americano e sulle sue radici putride: i Du Pont hanno fatto soldi con le munizioni a partire dalla Guerra di Secessione, i loro soldi sono stati guadagnati con il sangue di milioni di persone a causa della sempiterna stupidità umana.
Mark Schultz nonostante una laurea breve è poco più che alfabetizzato e non è un reietto solo perché è incredibilmente bravo nella lotta libera ma anche perchè è accudito da un fratello /padre molto più sveglio di lui.
David e Mark Schultz |
Impressionante la prova attoriale di Steve Carell che grazie a un ottimo trucco e parrucco scompare all'interno del suo personaggio.
Foxcatcher è uno slow burner a cui bisogna concedere il giusto spazio per poter essere apprezzato, non spiega molto la nuda cronaca come in genere accade nei film tratti da fatti realmente accaduti ma è un ritratto amaro di un 'America ferocemente individualista e competitiva.
E che non bada tanto alle regole del gioco.
PERCHE' SI : ritratto amaro di un'America ferocemente individualista e competitiva, eccellente tratteggio di caratteri e personaggi, incredibile performance di Steve Carell.
PERCHE' NO : un po' troppo lungo e a tratti un po' troppo compassato, spiega poco la nuda cronaca e il contesto in cui matura la tragedia.
LA SEQUENZA : i silenziosi allenamenti di David e Mark , soli all'interno di una palestra che sembra aver visto tempi migliori.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Mi ha stupito che sia stato praticamente ignorato nella sera degli Oscar.
Le radici del Sogno Americano non sono mai state così putride.
Non avrei mai pensato di vedere un Carell a livelli così alti, da Oscar.
Film come questo ti spingono poi sempre alla ricerca di come sono andati veramente i fatti.
( VOTO : 8 / 10 )
Lì per lì l'ho lasciato un po' da parte, dopo tutto il clamore per gli Oscar.
RispondiEliminaNomination immeritate oppure no, insomma, quelle cose lì? E' il momento giusto per recuperarlo.
Mi spaventa un po' la durata ma tra Ruffalo - tra i miei attori preferiti, credibilissimo sia con le stronzate che coi filmoni -, un Tatum serio e il trasformato Carrell, massimo massimo dopo gli esami, lo recupererò.
per me è un grande film che ha ricevuto meno di quanto meritava...
Eliminanel bene e nel male, condivido ogni parola
RispondiEliminaio e te siamo gemelli separati alla nascita...
EliminaFilm faticosissimo, freddo. Eppure grandi interpretazioni senza dubbio. Tatum quello che, oggettivamente mi ha più sorpreso dei tre.
RispondiEliminarende benissimo il personaggio che è nelle sue corde...a me ha stupito tanto Carell...
EliminaPer me un grandissimo film sul lato oscuro dell'American Dream.
RispondiEliminaE interpretazioni pazzesche dei tre protagonisti.
come al solito lo abbiamo visto dalla stessa prospettiva...
EliminaSon d'accordo con tutto.
RispondiEliminaPer me ancora più bello forse.
Anzi, dovrei ricontrollare, ma se dico che per adesso è il best film del 2015 non vado molto lontano dalla (mia) verità
anche per me è nelle posizioni di testa nella mia ideale classifica...
Eliminagrazie, sei sempre troppo gentile...
RispondiEliminaMi è piaciuto, non eccessivamente piú che altro per la prima parte che ci mette un bel po' ad ingranare...
RispondiEliminaè uno di quei film che si prendono tutto il loro tempo...a me è piaciuta molto anche la prima parte...
EliminaDavvero bello, credo sia stato fin troppo sottovalutato, nonostante le nomination all'oscar.
RispondiEliminaanche a me è piaciuto moltissimo, peccato che abbia avuto scarsa fortuna...
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