Nel gelido inverno della città di Buffalo, stato di New York, un uomo fa salire sulla sua berlina nera una prostituta abbordata per strada. La porta a casa e poi in preda a non si sa che cosa la uccide senza pietà.
Non è la prima prostituta che sparisce dalle strade di Buffalo senza lasciare tracce e il detective Mike Fletcher, coadiuvato dalla sua assistente Kelsey Walker segue questo caso che sembra proprio l'opera di un serial killer.
E intanto sparisce sua figlia dopo essere stata avvicinata da un tizio dentro una berlina nera....
Lo ammetto : ho un debole per John Cusack, divo di seconda schiera forse ma che è legato ad alcuni film che mi sono molto cari. E poi tra gli attori della sua generazione , credo che sia uno di quelli più bravi anche se meno pubblicizzati.
Ammetto anche un altro mio debole: mi piacciono i film con i serial killer e non è una passione che mi è venuta dopo aver letto e visto libri e film con Hannibal Lecter.
Se poi il film è basato su una storia vera ed è ambientato in un rigido inverno americano in un anonima città dello Stato di New York ( di cui la città di Montreal è una controfigura ottima), allora ho tutto quello di cui ho bisogno.
Sembrerebbe .
E invece no.
The factory pur avendo un sacco di ingredienti necessari per il mio gradimento è un po' come quelle pietanze che sembrano buone a vederle ma poi all'assaggio si rivelano anonime, senza struttura, che passano dalla bocca allo stomaco senza lasciare traccia di sé.
E non devo averlo pensato solo io se questo film è stato girato nel 2008 ed è stato tenuto in mezzo alla naftalina dei cassetti per quasi quattro anni.
Il dubbio me lo ha fatto venire proprio John Cusack che mi sembrava fosse improvvisamente ringiovanito rispetto alle sue ultime prove e con delle guance da Cicciobello che nelle sue ultime apparizioni erano solo un ricordo.
Va bene che l'inverno e il freddo glaciale distendano i lineamenti , ma che diamine!
Eh si perchè gli anni passano anche per il buon John , che si sta avvicinando a grandi passi verso il mezzo secolo di vita.
Ma ritorniamo al film.
The factory è un film la cui sceneggiatura è superata in tromba dalla realtà ( vedi il mostro di Cleveland, caso del 2013 , la cui vicenda sembra ricalcata in parte su questo film , ma dotata di risvolti molto più efferati di quelli che vengono osati nella versione cinematografica) ma anche da produzioni televisive del genere.
Se dal punto di visto cinematografico sembra un frullatone di millemila altri film di serial killer , c'è da dire che se uno si mette a vedere una puntata di Criminal Minds di quelle bruttine, quelle riempitive di una stagione troppo ricca di episodi, sicuramente si divertirà di più.
Il regista e cosceneggiatore Morgan O' Neill sembra disinteressato alle'evoluzione del plot che ha degli evidenti buchi ( logici e narrativi , deboli le motivazioni con cui viene giustificato il tutto e francamente impossibile che avvengano certe cose ) e che procede stancamente , senza sorprese , verso l'unico colpo di scena che è racchiuso proprio nel rendez vous definitivo col killer.
John Cusack ?
Beh lui è sempre bravo, è molto meglio del film che lo circonda , veramente troppo bravo per questo genere di film e tutto questo stona abbastanza anche se lui non gigioneggia affatto.
E' quello che sta intorno a lui che non funziona.
Un'ultima notazione: ho visto il film in italiano e avevo sentito raramente un doppiaggio così sciagurato.
Oltre a non essere un bel film è anche inascoltabile....
PERCHE' SI : c'è John Cusack, c'è un presunto serial killer e c'è un'ambientazione letteralmente da brividi
PERCHE' NO : assenza totale di originalità, regia che sembra quella di una puntata di Criminal Minds ( anzi è peggio), doppiaggio pessimo.
( VOTO : 5 / 10 )
Anche questo come Stolen ce l'ho da un po' conservato, credo rimanderò la sua visione :)
RispondiEliminae allora credo che prenderà tanta altra polvere....
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