I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 28 novembre 2013

Il passato ( 2013 )

Ahmad arriva a Parigi dalla natìa Teheran chiamato dall'ex moglie Marie in quanto deve firmare le carte per il divorzio. Viene ospitato a casa di Marie assieme alle sue due figlie, avute da un altro uomo . Ahmad scopre così che l'ex moglie ha grossi problemi di comunicazione con la figlia più grande Lucie e  una relazione con Samir, il quale ha una moglie in coma da vari mesi per un tentato suicidio.
Se la qualità del lavoro di Asghar Farhadi  aveva bisogno di una qualche conferma dopo gli exploits internazionali di About Elly (etichettato forse anche superficialmente come un Grande Freddo all'iraniana) ma soprattutto di Una separazione (ancora divorzi ), con Il passato il regista iraniano prosegue nella sua strada di cesellatore di stati d'animo poi brillantemente portati su pellicola.
La regia sopraffina di Fahradi che ancora una volta si fa notare come il meno iraniano dei registi di quel Paese, anzi molto più vicino alla concezione di cinema europeo d'autore, nasce da un'eccellente scrittura di personaggi e dialoghi.
Le sue non sono sceneggiature , sono intarsi psicologici finissimi in cui perdersi e ritrovarsi allo stesso tempo, hanno il sapore acre della realtà di ogni giorno colta nelle sue mille sfumature e nei suoi mille cambiamenti d'umore. E proprio per questo appassionano.
Ne Il passato cambia la cornice urbana: se in About Elly era una casa di vacanza un po' troppo vissuta, se in Una separazione era il contesto urbano tentacolare di Teheran, qui è una Parigi quasi dimessa che fa da sfondo, ma il contenuto non cambia.
I personaggi creati dalla penna di Fahradi credono di poter guardare al futuro senza tener conto del loro trascorso ma non è così, non può essere così: il passato è una zavorra che torna sempre e comunque a urlare la sua presenza.
Se ne accorge Ahmad che era tornato a Teheran per dimenticare la moglie  , se ne accorge Marie che crede che una firma cancelli tutto il suo passato con Ahmad e forse anche quello precedente  al matrimonio con lui, lo sperimenta sulla propria pelle Samir che ha una moglie imprigionata in un letto di ospedale impossibile da dimenticare anche alla luce della relazione con Marie.
Si parla molto e succede poco ma non c'e alcuno spazio per distrarsi o per annoiarsi, anzi si accolgono con meraviglia i colpi di scena  sapientemente orchestrati in un sceneggiatura che in modo matematico determinano uno slittamento lento ma continuo degli avvenimenti in direzioni inaspettate.
Si pende letteralmente dalle labbra dei vari personaggi impegnati in un tour de force emotivo in cui gli attori si districano con grande talento e bravura.
Il passato è uno spietato kammerspiel, un thriller dei sentimenti dalle cadenze noir in cui le parole sono usate come corpi contundenti e in cui tutti hanno qualcosa da dimostrare e da nascondere.
Tutti tranne Ahmad che si comporta come un catalizzatore enzimatico,un' acceleratore di reazioni che cambiano la chimica reciproca dei vari protagonisti in campo.
Fahradi sembra ansioso di mostrare la faccia rassicurante della civiltà islamica sottolineando ( e non solo nel suo ultimo film ) che gli eccessi integralisti non fanno parte di un popolo come quello iraniano dagli usi e costumi parecchio evoluti, praticamente occidentali nonostante il tentativo oscurantista del regime degli ayatollah.
Altra cosa che avvicina ancora di più le vicende raccontate ne Il passato alla realtà cangiante di ogni giorno e che la storia di Ahmad , di Marie e di Samir è che non ci sono risposte per tutto quello che accade e non ci sono soluzioni definitive.
Tutto continua, tutto si trasforma, a volta basta un profumo che si sparge nell'aria asettica di una stanza d'ospedale....

( VOTO : 8 /10 )

The Past (2013) on IMDb

9 commenti:

  1. Immaginavo sarebbe stato una bomba.
    Non vedo l'ora di vederlo.

    RispondiElimina
  2. uno dei film più belli visti nel recente passato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. decisamente, Farhadi si conferma ad altissimo livello...

      Elimina
  3. E cosi mi sei caduto su quest'accozzaglia sceneggiaturiale ("matematica" dici?!?) imbastita alla bell'è meglio.. chissà cosa ti ha fregato.. forse il profumo sparso con sette mesi di ritardo, o le mail che ancora non si sa chi le ha lette, o il figlio nato per amore ma forse per sbaglio, o la valigia che non si capisce perché dopo che l'hai presa dal nastro trasportatore (proprio alla prima scena) te la devono portare a casa dall'aeroporto, o Ahmed che non vuole disturbare però si mette ad aggiustare il lavandino, o l'accenditrice folle di sigarette, o la ragazzina che gli amici tengono in casa senza avvertire nessuno (questa quasi da uscire dal cinema..), o il padre che sta a Bruxelles e se la figlia è in crisi interpelliamo un altro che non si vede da quattro anni?!? ..questo si un horror... eh eh...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ecco che viene fuori il ragioniere che è dentro di te....però il profumo ancora lo sento...Eh eh eh :)

      Elimina
    2. Asto' giro hai parlato tu di matematica.. toppando tutti i calcoli... v'ha inebriato bene bene Farhadi di profumo ritardato ma contenti voi... anche questa è la magia del cinema.. turlupinare con classe (qui è giusto la classe che manca ma per il resto c'è tutto... ;) )

      Elimina