I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 19 agosto 2014

Ladybird Ladybird ( 1994 )

La storia di Maggie, donna inquieta sentimentalmente che ha avuto quattro figli da quattro padri diversi.Quando un incendio rischia di far morire i suoi figli mentre lei è in un locale a cantare il karaoke, pone su di lei la lente d'ingrandimento dei servizi sociali che la ritengono poco adatta come genitrice.E le tolgono i figli a uno a uno.
E anche quando trova una relativa stabilità con il gentile Jorge, i servizi sociali le prenderanno anche i figlii che nascono dalla loro relazione....
Il cinema sociale di Ken Loach raramente è stato così intenso e lacerante. E una volta tanto si spoglia di tutte le connotazioni politiche per raccontare la storia di una donna, Maggie, quattro figli da quattro padri diversi e una condotta di vita perlomeno discutibile. 
La cinepresa di Loach è prepotente, fruga nelle emozioni tirate fuori chissà come dall'esordiente Crissy Rock, curiosamente scoperta dal regista proprio in un locale di karaoke. Le sue grida, i suoi pianti, il suo apparire così consumata dal distacco dei propri figli bucano lo schermo.
E al di qua dello schermo si rimane inevitabilmente sconvolti perché non c'è nulla di più crudele che togliere i figli a una madre che li ama. E' la legge, la miopia della burocrazia, l'anaelasticità delle normative che male si adattano alla molteplicità di casi umani a cui devono essere applicate. Non c'entra la politica, c'entra la legge che non ammette che qualcuno possa cambiare nel corso della propria vita. 
Loach da questo punto di vista ci propone un punto di vista abbastanza neutrale perché non fa nulla per rendere la protagonista più gradevole ai nostri occhi. All'inizio i suoi figli rischiano di morire in un incendio mentre lei è a divertirsi quindi lei è senza alcuna giustificazione. Poi quando c'è tutta la trafila legale spesso Maggie perde la calma come farebbero quasi tutti al suo posto e uno sconosciuto che si trova a giudicare il suo caso  di fronte a una donna che appare così instabile, irascibile, anche violenta oltre che riottosa all'applicazione delle regole e insofferente alle autorità precostituite è spinto , diciamo anche giustificato, a decidere contro di lei cercando di proteggere dei minori.
Lei però i suoi figli li ama veramente.

Parte del film è dedicata poi alla sua relazione con Jorge, profugo politico paraguaiano, che cerca di darle il conforto di cui lei ha bisogno con la sua calma e il suo equilibrio. Conosciuto in un locale di karaoke. Manco a dirlo. Lui riesce  a mitigare la rabbia di lei, è  l'uomo giusto scovato dopo una serie impressionante di uomini sbagliati (tra cui anche Simon, interpretato da Ray Winstone che come sport preferito oltre al boccale di birra ha quello di picchiare la sua donna, anche quando lei ritorna da lui dopo essere fuggita). Però per l'assistenza sociale non basta: anche le prime due figlie della storia d'amore con Jorge vengono loro tolte e date in adozione.
Il film di Loach emoziona e sconvolge come pochi, impossibile non farsi "toccare" da quello che appare sullo schermo. Non ci sono novità di stile, non c'è edulcorazione, non c'è nessun trucco per portare lo spettatore ad abbracciare la tesi del regista.Che stavolta non ce l'ha o meglio se ce l'ha se la tiene per sé perché la storia di Maggie è una storia che può succedere a tutte le latitudini e con governi di qualsiasi orientamento politico. Ha a che fare con lo sfacelo sociale lasciato dal thatcherismo ma la lady di ferro non è mai nominata , nemmeno suggerita. La storia di Maggie commuove perché potrebbe succedere a chiunque. E sconvolge perché è tutto rigorosamente vero. Quando lo vidi al cinema, nel vecchio cinemino d'essai con i sedili di legno uscì dalla sala letteralmente sconvolto. Ora l'ho rivisto e l'emozione nonostante sono passati quasi 20 anni è ancora quella della prima volta.Forse anche di più perché quando lo vidi la prima volta non avevo figli, ora si.

E posso comprendere ancora di più che cosa vuol dire sentirseli togliere.
Altra cosa che rende questo film ancora drammaticamente attuale è che la situazione sociale non appare migliorata dagli anni '90 a questa parte.Nè in Inghilterra,né qui da noi.
E un cinema come quello di Loach che si "limita"(ma è una limitazione per modo di dire,il suo è un talento cristallino che gli permette di raccontare le varie vicende con stile quasi documentaristico)a filmare la realtà non filtrandola in alcun modo,è oltremodo necessario in un mondo dominato dal disagio sociale e che è sempre alla ricerca di chi racconti la verità.....

PERCHE' SI : uno dei Loach migliori, Crissy Rock buca lo schermo, storia che ti strappa il cuore dal petto.
PERCHE' NO : la crudeltà del reale mostrata in tutte le sue sfaccettature. Non è un difetto ma a qualcuno potrebbe non piacere...

( VOTO : 10 / 10 ) 

5 commenti:

  1. film bellissimo e molto commovente, lo vidi anni fa e ne parlai anche da me :)

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    1. lo vidi al cinema e rivisto dopo tanti anni ancora colpisce al cuore....

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  2. Loach, quando ci si mette, spacca il cuore davvero.
    Che recupero!

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    1. Loach a me il cuore lo ha spaccato diverse volte...

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  3. visto al cinema a suo tempo, sembra quasi un documentario, vedendo le sue storie sembra non esserci "finzione", nei suoi primo film è così, e questo è uno dei suoi film da non dimenticare.

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