I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 25 luglio 2014

Capitan Harlock ( 2013 )

Nel 2977 la popolazione di terrestri e di loro discendenti ha raggiunto la ragguardevole cifra di 500 miliardi. Sono sparsi per l'universo e il numero esorbitante impedisce di fatto un loro ritorno a casa nonostante guerre sanguinose ( denominate Coming Home) e il dispiegamento di una potentissima flotta attorno al pianeta azzurro ad opera dell'organizzazione della Gaia Sanction con il compito di distruggere chiunque si avvicini.
Tra coloro che si aggirano per le galassie c'è l'astronave Arcadia ai comandi di Capitan Harlock, uno di quelli che vuole sovvertire i dettami della Gaia Sanction.
Viene così inviato sull'Arcadia un infiltrato di nome Yama, fratello di Ezra , comandante delle forze armate di Gaia.
Yama dovrebbe uccidere Harlock ma si schiera ben presto dalla sua parte e anche i vari tentativi di Ezra di riportarlo dalla parte della Gaia Sanction falliscono miseramente.
Anche quando Ezra racconta al fratello ribelle il passato di Capitan Harlock, gli fa vedere come realmente è ridotta la Terra ( un ammasso di buche e crateri) e in una lotta finale lo ferisce sotto l'occhio destro di cui perderà l'uso.
Una cicatrice identica a quella di Capitan Harlock.
Un ideale passaggio di testimone in nome della libertà in giro per le galassie.
Difficilissimo riassumere in una breve sinossi  tutto quello che succede in questo Capitan Harlock versione 2013, la prima in computer grafica.
Se come si suol dire anche l'occhio vuole la sua parte, qui ne avrà in abbondanza perché l'intelaiatura visiva del film è maestosa, eccezionale, qualcosa in cui perdersi e ritrovarsi, anche al di là di tutte le chiacchiere ( interminabili, a volte estenuanti) che si fanno durante il film.
La complicazione è una sceneggiatura dai dialoghi interminabili e infarcita di tanti, troppi avvenimenti.
Il rischio di perdersi nel film è elevatissimo se non si segue attentamente la vicenda.
Il problema è che questo non è il Capitan Harlock che ho conosciuto quando ero piccolo: è qualcosa di diverso, invece che un eroe romantico, l'ultimo dei romantici, si comporta come un deus ex machina tronfio e che si bea del suo status di leggenda, in grado di intervenire quando e come vuole per cambiare a suo piacimento la storia.
Rimane il suo status di ribelle a tutto tondo, attivista contro tutti i regimi totalitari , umani o alieni che siano, ma ci troviamo di fronte a un'elaborazione profondamente diversa del personaggio che qui diventa ancora più taciturno ed è decisamente meno presente, anzi per la maggior parte del film è relegato sullo sfondo, incombe sulla narrazione ma in realtà in questo Capitan Harlock del 2013 viene narrata soprattutto la storia dei due fratelli contro, Ezra e Yama, dei loro conflitti venuti da lontano e delle loro diverse filosofie di vita.
Altra cosa difficile da mandare giù per un fan della primissima ora del cartone animato ( mi perdoneranno i puristi giapponesi se lo chiamo così ma non sono molto informato sulle varie tecnologie e non voglio sparare cazzate o millantare competenze che non ho abusando di Wikipedia) è tutta questa tridimensionalità di personaggi e di ambienti grazie a una computer grafica che perfeziona tutto ma di riflesso appiattisce anche i tratti nervosi del disegno che erano parte integrante del mondo del vecchio Capitan Harlock.
Questa nuova riscrittura delle avventure del mitico capitano è decisamente complicata da seguire e questo scoraggerà sicuramente i più giovani( ma probabilmente non erano loro il target di riferimento), tanti avvenimenti, tante parole e cambiamenti di sponda, tante cose date per scontate ma che per chi si avvicina per la prima volta al personaggio non lo sono così tanto.
E' duro da seguire però arrivare alla fine dà un senso di estrema soddisfazione, un po' come il ciclista che ha appena finito di scalare lo Stelvio o l'Alpe d'Huez, perché si è riusciti a non abbandonare nonostante tutti i tentativi da parte degli sceneggiatori che hanno condensato in due ore di film , avvenimenti che ne avrebbero occupato una serie intera.
Musica potentissima e che sottolinea al meglio i vari passaggi e una certa aria alla Star Wars completano il quadro di una megaproduzione ( 30 milioni di dollari, per essere un film giapponese , sono una bella cifra) che si occupa del difficile compito di ricreare la leggenda un po' sbiadita dagli anni di Capitan Harlock, uno degli eroi della galassia decisamente più fascinosi.
Sollucchero puro la lotta finale tra i due fratelli e il passaggio di testimone tra Harlock e Yama, forse un passaggio un po' troppo telefonato ma per il fan vedere che c'è una speranza di rivedere ancora su schermo le avventure di uno degli eroi preferiti....
Capitan Harlock in definitiva è un film piuttosto difficile da giudicare: complesso oltre ogni aspettativa , con molti difetti ed esagerazioni , ma affascinante e generoso con lo spettatore come il personaggio che gli dà il titolo.
Ed esteticamente è favoloso.

( VOTO : 7 / 10 ) 

Space Pirate Captain Harlock (2013) on IMDb

13 commenti:

  1. Mi aveva detto davvero poco, considera però che io non sono una fan dell'originale, del Capitano so poco o nulla. Però la grafica mi aveva dato parecchio fastidio, sembrava di guardare un logorroico videogame infarcito di pippe mentali... paradossalmente ho preferito il live action de La corazzata Yamato!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io ero abbastanza preso quando ero piccolo dal personaggio, diciamo che questo film pur nella sua totale difformità da quel Capitan Harlock mi ha riacceso il ricordo...

      Elimina
  2. A me invece intriga parecchio, dei ricordi che ho del cartoon devo dire che non averlo visto in sala un po' mi rattrista. E, poi i film che ti danno soddisfazione solo alla fine a me piacciono un sacco! =)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è il classico film che ti sembra non reggere mentre lo stai vedendo e poi invece come è, come non è, ti entra e ti dà soddisfazione...

      Elimina
  3. gli ho voluto bene, anche se condivido parecchio della tua recensione. sono andato a rileggermi quello che avevo scritto, scuserai se mi cito: «una specie di tragedia di Shakespeare in impeccabile computer grafica 3D, dove, tra fantaparoloni incomprensibili, si filosofeggia in scioltezza d’amore, di morte e di altre sciocchezze tipo famiglia, politica, ambiente. Non è poco, ma non può essere tutto»

    RispondiElimina
    Risposte
    1. direi che sono d'accordo , non è poco ma non è tutto , nè il massimo...

      Elimina
  4. Ne ho parlato proprio qualche giorno fa, visto la settimana scorsa, la mia visione concorda con la tua, nel complesso non mi è dispiaciuto affatto pur con tutti i suoi difetti. Concordo anche col tuo voto, un bel 7 ci sta tutto :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. gli si deve riconoscere generosità e abbondanza...qualche volta il troppo storpia ma in questo caso è ben accetto...

      Elimina
  5. Io non ho molto in simpatia Shinji Aramaki e il suo modo di fare cinema, aveva fatto cose mediocri ma comunque interessanti con il primo Appleseed, poi si è messo in testa di fare i blockbuster americani e ha fatto una roba peggio dell'altra. Questi remake/reboot per me non hanno molto senso in generale (è una cosa al di là della grafica 3D rispetto ai disegni tradizionali), certo che se sono ben fatti li guardo anche volentieri. Questo l'ho saltato a piè pari, ma magari prima o poi... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. condivido il tuo discorso sui vari reboot ma questo non è dei peggio...

      Elimina
  6. Ce l'ho lì da una vita, ma per la paura di un mattonazzo ho sempre rimandato.
    Dici che devo tentare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è un po' mattoncello ma a me ha dato soddisfazioni...

      Elimina
  7. Per me invece davvero insulso, e parlo da fan del cartone e del fumetto. Al di là delle (dovute e necessarie) differenze è stata una palla colossale

    RispondiElimina