Un film come questo avrebbe potuto benissimo intitolarsi La rivincita del nerd.
Perchè il suo protagonista è nerd sia fuori ma soprattutto dentro.
A vederlo Michael Cera non diresti che vale un soldo bucato. Non altissimo, decisamente non bello per via di un asimmetria vistosa di un volto dai lineamenti decisi ma non precisamente armoniosi, è però tipo che potrebbe anche piacere perchè comunque ha una sua grazia. Ha appena 24 anni ma una carriera arrivata a circa 50 titoli tra film e serie tv.
Negli USA poi in questi ultimi anni è stato un fiorire di film sui nerds, ragazzi assolutamente normali, forse anche al di sotto della media che combattono giorno per giorno con le difficoltà che la vita gli propone. Un modello umano ben lontano da quello degli All American Boys atletici, belli come il sole, dai muscoli marmorei e dal successo assicurato schioccando appena le dita.
Uno come Michael Cera che comunque ha una sua piacevolezza invece il successo se lo deve guadagnare sudando sette camicie sventolando come bandiere le proprie debolezze.
Ed è il caso di questa gioventù in stato di ribellione narrata in questo film di Arteta. Michael fa la parte di Nick Twisp sedicenne che fa fatica a tenere a bada i suoi ormoni.
Vive con la madre sbalestrata e il compagno di lei, imbroglioncello di mezza tacca. E'il classico nerd che non vuole essere più vergine (e questo tema della perdita della verginità maschile ormai nel cinema americano è talmente comune che è diventato un genere a parte) in un mondo che sembra odiarlo per come gli strali del destino si abbattano immancabilmente su di lui.
Nick ha già trovato la donna della sua vita che è Sheeni ma il percorso per arrivare a lei è duro e irto di difficoltà. A dirla così è una storia comune a triliardi di altri film invece questo Youth in Revolt è estremamente piacevole per i dialoghi molto divertenti, per le situazioni esilaranti e per qualche trovata che lo rende un prodotto sopra la media di film analoghi.
A parte un paio di citazioni di cinema "colto"( La strada di Fellini e Fino all'ultimo respiro di Godard, la ragazza ama Belmondo e tutto ciò che è francese), la trovata principiale è la creazione nella mente di Nick di un alter ego, Francois Dillinger che è capace di fare tutto quello che lui non avrebbe mai il coraggio nemmeno di pensare.
Una trovata non inedita(fa pensare al Buddy Love creato da Lewis/Kelp in Le folli notti del dottor Jerryll) ma che innalza il livello di comicità del film, aguzzando anche i dialoghi.
Dietro la classica storia del nerd che vuole perdere la verginità c'è l'America della provincia, quella puritana( la famiglia di lei) e quella delle famiglie disastrate( quella di Nick).E c'è una sana vena di anarchia quando è sufficiente qualche funghetto allucinogeno per far regredire allo stato animale i ricchi puritani di cui sopra.Tra Juno e Nick and Norah: tutto accadde in una notte e con qualche partenza per la tangente del sentiero targato American Pie( la sortita notturna alla scuola femminile francese), il film di Arteta,forte anche di un paio di comprimari di lusso come Steve Buscemi e Ray Liotta, riesce comunque a far divertire senza sfociare nella banalità soprattutto quando entra in scena con effetti devastanti Francois Dillinger e il suo paio di baffetti....
Una sciagura aggiunta a quelle già orchestrate dal destino da nerd di Nick.
( VOTO : 7 / 10 )
Michael Cera l'ho visto in "Juno" per la prima volta, mi sembrava uno scemino, alla fine del film ho pensato che era bravo, ha stoffa
RispondiEliminaè vero e anche per questo film succede proprio così e comunque uno che a 24 anni ha già 50 lavori sulle spalle...
Eliminafilm caruccio.
RispondiEliminamichael cera ormai è una nerd-garanzia!
ha il physique du role...è nerd anche dentro...
Elimina