Jessie è felice, è fidanzata con un ragazzo che ama, aspettano il loro primo figlio ma proprio mentre si stanno trasferendo per andare a vivere da lui un terribile incidente automobilistico si porta dietro il suo amore e il bimbo che portava in grembo.
Rimasta sola, orfana di madre e temporaneamente paraplegica, Jessie è costretta a riallacciare i rapporti col padre con cui non aveva contatti da tempo e ritorna a vivere nella casa dove aveva trascorso l'infanzia in Louisiana.
Le sue giornate trascorrono nella solitudine e nella noia finchè trova in un cassetto delle videocassette che la madre aveva registrato proprio per la figlia.
Ma allo stesso tempo comincia a essere perseguitata da una presenza fantasmatica in casa che sembra non voglia lasciarla tranquilla.
Il padre cerca di bruciare le videocassette della madre ma rimane intrappolato nel capanno degli attrezzi e muore nell'incendio da lui stesso provocato.
Jessie comincia ad indagare sul passato suo e della madre aiutata da Preston, suo amico di infanzia da sempre innamorato di lei.
E la presenza nella casa si fa sempre più minacciosa mentre Jessie e Preston scopriranno l'atroce verità...
Da Kevin Greutert, montatore di buona esperienza e regista degli ultimi due film della saga della sega ( Saw VI e Saw 3 D - Il capitolo finale),entrambi assolutamente dimenticabili, e da Robert Ben Garant, sceneggiatore attivo sia in tv che al cinema ma specializzato soprattutto in commedie, non ci si aspetta certo un capolavoro in un genere inflazionato come l'horror moderno.
Però questo Jessabelle mi intrigava a partire dalla locandina che esplicita senza mezzi termini il tema del doppio, dall'ambientazione, in una Louisiana paludosa, limacciosa, una specie di sabbia mobile che ingoia tutto e dal sempiterno tema delle case infestate, uno dei miei preferiti in questo ambito
Magari cercavo anche qualche spavento a buon mercato senza la consueta esplosione di sangue e frattaglie sparse per ogni dove.
Cercavo.... e non ho trovato se non molto parzialmente.
L'unica cosa che ho trovato di quello che mi aspettavo è l'ambientazione in una provincia del profondo sud degli Stati Uniti, uno di quei posti in cui basta avere la pelle un po' più scura del solito e già ti guardano storto, una di quelle risacche reazionarie in cui il razzismo non è mai veramente morto.
Greutert l'ambientazione l'azzecca alla grande e cerca anche di sfruttarla il più possibile cercando di portare Jessabelle molto più all'aperto che nel chiuso della vecchia casa d'infanzia di Jessie, tentando anche con parziale successo di creare una claustrofobia che vive e pulsa all'aria aperta e non confinata dalle quattro mura della casa che comunque fa la sua porca figura.
E infatti le parti con le apparizioni "fantasmatiche", tenute comunque saggiamente seminascoste, sono quelle meno eccitanti in quanto derivative da millemila film visti.
La cosa curiosa di questo film americano fin nel profondo è il suo guardare ad Oriente sia per l'espediente della videocassetta da cui sembra originino tutti i mali cui deve far fronte Jessie ( vedere la scena della madre che fa i tarocchi), ma anche l'apparizione della creatura che si richiama senza mezzi termini ( e non fa neanche nulla per nasconderlo) alla gloriosa tradizione del J -horror giapponese.
Quindi sporcizia, marcio e capelli corvini che coprono un viso tenuto nascosto per ragioni che verranno intuite nel finale.
Greutert non si preoccupa neanche di metter paura allo spettatore, del resto abituato alle logiche di Saw in cui le sollecitazioni vanno in senso contrario, ma imbastisce una sorta di thriller a tinte decisamente fosche che pesca nel sovrannaturale e specificamente nella tradizione caraibica.
Quindi dagli con gli zombie, col vodoo e compagnia cantante.
E , come in tutti i casi, il troppo storpia perché anche questo aspetto, trattato nella seconda parte del film, è buttato un po' via, giusto per dare un po' di plausibilità al colpo di scena finale, definitivo, che almeno riesce a sorprendere,seppur parzialmente.
Quella che resta è la sensazione di un film dalle potenzialità inespresse, recitato al di sopra della soglia minima sindacale della decenza, fotografato con una discreta cura ma che non riesce a sollevarsi dal marasma dell'horror odierno, incapace di distinguersi da millemila altri prodotti.
Ed è un peccato perché l'occasione per farlo c'era.
PERCHE' SI : ottima ambientazione, discreta la fotografia, attori al di sopra del minimo sindacale di decenza
PERCHE' NO : Greutert maneggia male la materia, non sa creare suspense e ficca nel suo film un po' di tutto, storpiandolo
( VOTO : 5 / 10 )
Per me sei stato troppo cattivo :D questo film ha il pregio di lasciarsi guardare e di catturare almeno l'attenzione fino a quel finale lì. Peccato per regia e buchi di sceneggiatura :P
RispondiEliminami aspettavo decisamente di meglio....oppure sono incontentabile...
EliminaE siete in due che ne parlate. Segno, segno...
RispondiEliminase vai in crisi d'astinenza...
EliminaIn generale mi aspettavo ben più commenti negativi, ma sembra che non sia poi così terribile. L'avevo scartato al volo, magari adesso lo recupero :)
RispondiEliminaanche io pensavo fosse peggio....ci sono buchi qua e là ma l'ambientazione è ottima...
EliminaInsomma, ambientazione a parte tutto il resto sarebbe tranquillamente dimenticabile?
RispondiEliminaehm....si...
EliminaConcordo con te... Mi è sembrata molto un'occasione sprecata...
RispondiEliminasi, poteva essere molto meglio....
Elimina