In piene feste natalizie un ciclista viene investito a notte fonda. L'evento causa notevoli cambiamenti nei rapporti tra due famiglie, quella ricchissima dei Bernaschi e quella sulla via del fallimento degli Ossola legate tra loro dal sentimento dei figli e da rapporti economici.
Il denaro smuove vite e coscienze, un investimento sbagliato e soprattutto un amore che va controcorrente determinerà il destino dei vari componenti delle due famiglie.
E nessuno uscirà vincitore.
Virzì è ambizioso e questo suo ultimo film lo certifica in modo indubbio.
E' talmente ambizioso che per uscire dalle secche del provincialismo italiano sceglie di trovarsi all'estero la fonte letteraria del suo film e la adatta a una Brianza che più che un luogo geografico è uno stato mentale, un luogo di alienazione collettiva in cui il dio supremo è il denaro.
Sembra un paradosso che per uscire dal provincialismo italiota parli di provincia ma in realtà non lo è: frammenta i punti di vista e organizza la narrazione in vari capitoli proprio per far vedere l'incandescente materia narrativa che ha scelto di trasporre per immagini da più prospettive, aumentando così le distanze ed evitando di parteggiare per gli uni o per gli altri.
Perché è chiaro che da un film come Il capitale umano si esca tutti sconfitti o quasi.
Sinceramente mi sfugge il perché questo film sia stato osteggiato così strenuamente ( e ingenuamente) dai soliti assessori lumbard col fazzolettino verde nel taschino, urlanti e petulanti su questioni di principio ma razzolanti male, molto male.
Probabilmente non si sono neanche presi il disturbo di vedere il film, indaffarati come erano a sbraitare proclami e ingurgitare cassoeula.
E' vero che c'è una caricatura di leghista facente parte di una presunta commissione di cultura per decidere il programma artistico di un teatro che deve riaprire grazie alle smanie filantropiche della gran signora Bernaschi.
Un flash di poche sequenze in cui è evidente come il lumbard venga preso assai per il culo.
Ma è anche vero che l'intellettualone di sinistra interpretato da Luigi Lo Cascio non fa una figura migliore , visto che preferisce alla cultura il trapanamento ostinato della gran signora di cui sopra.
Esce triturato dal film l'immobiliarista sulla via del fallimento Ossola, un misero arrampicatore sociale che non esita a prendere la scorciatoia più breve e redditizia per riottenere il suo investimento e anche qualcosa in più.
Perdente è anche il gran manager Bernaschi, uno che passa la vita ad aspettare la gente come Ossola, prosciugarla di tutti gli averi per speculare in borsa. A volte va bene, a volte va male ma lui cade sempre in piedi, lui rischia meno di zero.E' la classica esemplificazione del colletto bianco senza scrupoli che non batte ciglio neanche se manda alla rovina intere famiglie.
Anche Carla Bernaschi è un personaggio che esce da questo film con le ossa rotte: ambizioni filantropiche ma vita talmente grigia che cede alle smanie sessuali di un intellettualoide sinistrorso più grigio di lei.
Ne esce male anche la compagna di Ossola, aspirante madre e psicologa talmente in gamba che non si accorge di nulla riguardo a quello che succede attorno a lei.
E anche i giovani nel complesso forniscono un quadro desolante, di vuoto interiore , schiavitù di apparenze e ricchezza e quando cercano di farne a meno , sono solo dei disadattati .
Virzì esonda nel dramma sociale e lo fa in maniera beffarda armandosi di un ghigno feroce con cui descrive una provincia velenosa e incancrenita.
Una Brianza paranoica che , facendo i dovuti rapporti è il corrispettivo italiano della profonda provincia francese narrata per tanto tempo e per tanti film da Claude Chabrol.
Perfetto il cast e perfetta allo scopo anche la fotografia glaciale di Jerome Almeras che svuota di colore il mondo descritto da Virzì.
Il capitale umano è un film importante, forse una svolta nella carriera di Virzì, mai così beffardo e pungente e forse uno scossone per un panorama cinematografico italiano che ha bisogno di uscire definitivamente dalle sabbie mobili della commedite acuta....
( VOTO : 7,5 / 10 )
ne parlerò a breve.
RispondiEliminachissà se per una volta saremo d'accordo...
a volte succede..l'importante è non preoccuparsi troppo eh eh eh
EliminaSostanzialmente siamo d accordo. Io i giovani li ho visti un po'meno schiavi di quel mondo, ma non vorrei essermi fatto ipnotizzare dal fascino di matilde gioli :p
RispondiEliminabella la ragazzina...non so te ma io ci ho rivisto la giovane eva Green( come se adesso fosse vecchia...)
EliminaCe l'ho lì in attesa da un pò, e devo dire che recensioni come la tua mi fanno pensare di abbreviare l'attesa.
RispondiEliminanon te ne pentirai...questo è BEL cinema italiano...
Eliminaconcordo pienamente
RispondiEliminail cupo ambiente descritto da Virzì potrebbe essere dovunque; in Lombardia i milionari votano Forzitalialega, a Bologna votano PD, in Sicilia non votano... ma non cambia molto
forse i soli che possono salvarsi sono Serena e Luca; sono giovani, chissà...
forse in fondo in fondo Luca è l'unico personaggio "positivo" del film ma non è certamente uno stinco di santo...e Serena non esita a nascondere la verità pur di salvare il suo amore...
EliminaNon mi ha presa moltissimo ma obiettivamente parlando merita la visione
RispondiEliminaè nettamente sopra la media del nostro ultimo cinema italiano...
EliminaSpero di vederlo presto, io stimo molto Paoletto Virzì. ^_^
RispondiEliminaanche a me piace molto e qui siamo al suo meglio, o quasi....
Eliminami ispira ma non sono ancora riuscito a vederlo
RispondiEliminaguardalo non te ne pentirai....
EliminaUno dei tanti ancora da vedere, ma ho letto il libro, davvero bello.
RispondiEliminail libro non l'ho letto ma il film è sicuramente valido...
Eliminavisto al cinema, uno dei migliori dell'anno.
RispondiEliminanecrologio o autopsia di un mondo marcio, e ci siamo dentro, in questo che è anche un film politico, secondo me.
come "Snowpiercer", mutatis mutandis, quello è un apologo o una metafora, questo di Virzì è più concreto e riconoscibile.
non ci avevo pensato a questo parallelismo ma mi piace, decisamente!!!!
RispondiElimina
RispondiEliminaSono d’accordo con te, un buon film nel desolante panorama del cinema italiano (a parte La grande bellezza che considero uno dei film migliori degli ultimi anni). Ciao sono M.Grazia (Estonia). PS. Un saluto particolare a Lucrezia.
grazie Maria Grazia! Lucrezia è qui con noi e sta recuperando, ci vorrà tempo ma ce la farà, per me La grande bellezza è un film veramente bellissimo!
RispondiEliminaciao
RispondiEliminapiacevolmente spiazzato da Virzi', ma a parte questo un film abbastanza medio. Il giovane ricco (l'attore)completamente fuori film. Buona la prova di Bentivoglio, riusciti pure i personaggi di Lo Cascio e del commenda. Menzione d'onore per la non attrice figlia della Golino. La trama ci sarebbe pure, ma a mio avviso ci si perde un po' nella parte centrale. E poi, ma dico, fai morire il tossico/disadattato o no? :) Mah, un po' d'indecisione di fondo...ti faccio un thriller con finale allegro andante...la vera cosa triste e' che nell'odierno panorama italiano il film fa la sua porca ed onesta figura...
saluti
ps
primo commento nel blog, bel sito
errata corrige: la non attrice non e' figlia "vera" della golino ma tant'e'...
Eliminagrazie e benvenuto/a! nel panorama cinematografico italiano questo film, che a me è piaciuto molto, risalta moltissimo...
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