I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 31 maggio 2014

Poliziotto in prova ( 2014 )

Ben, la cui unica esperienza con le armi è quella fatta con i videogames, è una guardia di sicurezza scolastica che vuole diventare poliziotto e per questo fa domanda per entrare all'Accademia di Polizia. Deve dimostrare qualcosa, anzi molto, al fratello della fidanzata, James, uno dei mejo poliziotti di Atlanta, impegnato sempre in missioni più che pericolose  e che lo considera meno di una cacca sotto la scarpa.
E fanno una specie di scommessa: Ben seguirà James nel lavoro di un giorno per vedere un po' l'effetto che fa ed eventualmente rinunciare alla carriera di poliziotto.
James naturalmente organizza tutto per rendergli la vita impossibile in questo training day ma non tutte le ciambelle riescono col buco e si trovano entrambi nel mezzo di un gran casino.
Stavolta i videogames saranno anche utili....
Se un film come questo, diretto dal modesto , per non dire altro, Tim Story, interpretato da un cast di seconde linee , riesce a ottenere negli USA un incasso di circa 135 milioni di dollari, forse dobbiamo cominciare a pensare seriamente che anche a Hollywood non se la passano tanto bene.
E non basta a giustificare questo incasso monstre neanche la notorietà televisiva e cinematografica acquisita da Kevin Hart, una specie di Minion che parla a raffica e che ha una faccia che non ricorda esattamente l'intelligenza e questo addizionat a una statura che supera poco quella di Brunetta è un' accoppiata micidiale.
Imdb lo dà a 1,57 ma secondo me come al solito è generoso( l'1,70 a Tom Cruise è una macchia indelebile)
Del resto fa comunella in questo film con Ice Cube che è alto poco più di 1 e 70, quindi un altro che è tutto tranne che un gigante e che con artifici registici sembra ancora più gigantesco di Hart.
Comunque  lo supera e di parecchio in larghezza, perchè Hart ha un fisico più che asciutto ( se era chiatto
con quella statura rotolava , non camminava) mentre Ice Cube pare avere esagerato con le lasagne
ultimamente.Ecco, a proposito di lasagne o di tagliatelle in genere: un altro che sembra averne abusato e che ritroviamo in questo film è il redivivo Laurence Fishburne che da un po' era scomparso dal mio radar e che ora ritrovo con  un faccione a luna piena  e un collo alla Tyson però non perchè pieno di muscoli.
Mi ha fatto veramente impressione , molto più del film che , diciamocelo senza tanti eufemismi di sorta è una minchiata bella e buona , utile al massimo per riempire il palinsesto di seconda serata di Italia Uno.
Poliziotto in prova è il classico filmetto sulla coppia di poliziotti, qui all black, che tenta la carta dell'action comedy e del buddy movie e che cerca di sfruttare la verve di uno come Kevin Hart che è impossibile da fare stare zitto, neanche con un assegno a svariati zeri.
Se piace la comicità di questo nuovo Eddie Murphy formato tascabile, allora il film potrà essere anche gradito.
Se invece accadrà . come è successo a me, che questo tizio mi sta simpatico esattamente come un riccio di mare dentro le mutande, allora avremo un grosso problema e i 90 minuti o poco più di questo filmetto sembreranno lunghi quanto Satantango di Bela Tarr.
Ecco ci mancava solo che nominavo Bela Tarr parlando di questo Poliziotto in prova.
Mi sa che anche io non sto messo tanto bene....

( VOTO : 4 / 10 ) 

Ride Along (2014) on IMDb

venerdì 30 maggio 2014

Nemico pubblico N.1 - L'ora della fuga ( 2008)

Vita ,opere e morte di Jacques Mesrine,parte due.
Dove ci eravamo lasciati? Se nel primo film Richet aveva cercato di dare adeguato sfondo storico al personaggio e costruire la sua reputazione miticamente noir a piccoli passi grazie a un pigmalione ributtante con faccia e adipe di Gerard Depardieu, qui nella seconda parte si parte col piede affondato sull'acceleratore,si raccontano le gesta di questo personaggio controverso con il giusto grado di concitazione,si vivono con lui rapine, evasioni, il rapimento del vecchio riccastro e tutto l'armamentario della vita di un nemico pubblico.
Si introducono curiosi compagni di percorso e un avversario , il commissario Broussard (un Olivier Gourmet che non somiglia per nulla all'attore feticcio di quasi tutto il cinema dei fratelli Dardenne),che rispetta e da cui viene rispettato.
Molti accostano questo film al nostrano Romanzo criminale:l'inquadramento storico è sicuramente lo stesso,nel film di Richet si parla più volte del rapimento Moro, Romanzo criminale ha i suoi innegabili pregi ma dal punto di vista registico non c'è proprio competizione.
Mentre Placido si dimostra regista di oneste intenzioni , qui Richet gira come il dio del cinema comanda le innumerevoli sparatorie , le numerose scene di inseguimenti e architetta incidenti spettacolari, girati da dentro l'auto che tolgono realmente il fiato.
Una meraviglia per gli occhi e per le orecchie perchè anche il suono è qualcosa di sconvolgente.
E poi c'è il mostruoso, pantagruelico, immane Vincent Cassel.
Cercando qualcosa sul vero Jacques Mesrine e vedendo come viene impersonato acquista valore la prova dell'attore francese , stupisce la mimesi ed è incredibilmente bravo quando sembra andare fuori dello spartito a non essere mai grossolano. Eccede ma sembra sempre sotto controllo.
Una domanda che mi frullava in testa in continuazione mentre guardavo il film, ma anche durante la visione del primo, è questa: ma perchè Jacques Mesrine è un idolo così acclamato nell'area calda delle banlieue parigine?
A leggere le sue gesta e a vedere il film  ci troviamo di fronte a un personaggio che vive di pensieri estemporanei, che ha un ideologia confusa, che cerca di farsi passare per rivoluzionario (ma il complice lo fa ritornare alla realtà:loro sono rapinatori,non rubano ai ricchi per dare ai poveri o al proletariato, rubano per loro stessi),che vive in una sorta di autocompiacimento narciso, che vuole stare sulle prime pagine dei giornali(e se la prende con "quel" tale Pinochet che facendo un colpo di Stato in CIle gliele ha rubate),che sentendo l'orgoglio ferito da un giornale di destra non esita a far finta di concedere un intervista al giornalista per poi picchiarlo quasi a morte.
Un personaggio oltre le righe con un suo codice d'onore, lucido eppure guascone, sanguinario ma capace di slanci di inaspettata generosità. E la mia domanda ancora è senza una risposta certa: Richet non ci regala un agiografia del personaggio,si tiene alla giusta distanza,ma del resto non è generoso neanche con la BRI, il corpo di polizia che riesce finalmente a prenderlo.
La sequenza della sua cattura, già vista in parte all'inizio del primo film con uno splendido split screen molto anni 70,è girata magnificamente con un montaggio diverso. e fa vedere chiaramente quello che per molti è più di un sospetto.
Jacques Mesrine non è stato solo preso e ucciso, è stato sottoposto a una vera e propria esecuzione con tanto di colpo in testa finale.
Una macchia difficile da cancellare.
Resta il piacere di aver visto complessivamente un grande film , le oltre due ore di questo passano in un attimo per il ritmo imposto dalle innumerevoli azioni del protagonista, un personaggio tout court,a tutto tondo,uno di quei personaggi che si mangiano il film.
E Cassel è realmente magnifico.
Rimane la delusione per il mancato riconoscimento di un successo meritatissimo, un esempio di cinema moderno che guarda ai classici con rispetto e cerca di rielaborarne la lezione (vedendo questo film più di una volta mi è venuto in mente Corneau o I senza nome di Melville) a futura memoria delle nuove generazioni di cinefili...
Assolutamente da vedere

( VOTO : 8 / 10 )

giovedì 29 maggio 2014

Nemico pubblico N.1 - L'istinto di morte ( 2008)

La prima parte della storia di Jacques Mesrine vera e propria incarnazione mefistofelica di nemico pubblico.Dall'inizio come topo d'appartamento alla fuga continua attraverso tre continenti in una vita segnata dal crimine e da un rapporto irrisolto con i media.
Quello che ne vien fuori è il ritratto di un uomo di un egocentrismo pazzesco  che ha vissuto la sua vita senz alcun compromesso.
Nel flm di Richet non c'è nessun afflato romantico o umana comprensione nel descrivere la figura di questo gangster che ha mosso i primi passi negli anni 60. Sembra partire tutto da un rigurgito di coscienza (il non voler ammazzare una donna durante l'occupazione francese in Algeria) ma a dir la verità non sappiamo se in un uomo simile è possibile parlare di coscienza.
Brillante,di intelletto pronto, assai permaloso (da vedere il primo incontro scontro con Depardieu) e con la pistola sempre pronta all'uso. Da topo d'appartamento rapidamente scala la piramide sociale del crimine e diviene un criminale a tutto tondo capace di fare tutto,di picchiare e uccidere.
Senza rispondere a particolari principi.
Depardieu, qui in una parte da laido ciccione sfregiato dagli stravizi di una vita , gli dice che nel crimine ognuno ha i suoi principi etici.
Ebbene Jacques Mesrine di questi principi etici non sa che farsene
Uccide uno sfruttatore arabo perché ha massacrato di botte una prostituta a cui era affezionato e da lì un escalation di violenza senza fine in più continenti.
Ha anche una moglie spagnola con cui ha il tempo di fare tre figli ma anche lei non regge un uomo che a lei preferirà sempre i suoi amici (parole di Jacques) e che arriva a metterle la fredda canna di una pistola in bocca in una delle numerose scene di violenza inusitata del film.

Poi ci si trasferisce in Canada,si cerca di fare un lavoro onesto con la sua nuova fiamma Jeanne ma presto si riconvertirà all'azione criminale.
Richet come  detto prima non fa l'agiografia di un personaggio impossibile da difendere come Jacques Mesrine: si pone alla giusta distanza registrando con stile cronachistico tutte le sue abominevoli gesta.
Pochi i gesti d'affetto: per il resto il personaggio è di quelli senza compromessi senza tanti sconvolgimenti psicanalitici (la sua è una famiglia all'apparenza solida e che non gli ha fatto mancare nulla, lui però è adirato col padre sia perché ha lavorato con i tedeschi durante la guerra sia perché ha lasciato le redini del comando alla madre) ma solo con un sano intento di avere a disposizione tanti soldi per fare la bella vita e perderli a poker con i suoi amici.
E'una figura di gangster mutuato a quelle degli anni 30 ma con un delirio di onnipotenza assolutamente fuori dal tempo.
E ditemi se non è delirio d'onnipotenza cercare di assaltare la prigione canadese in cui è stato rinchiuso insieme al suo amico armato fino ai denti .Per quanto scalcinata la prigione (Mesrine e il suo amico fuggono veramente in modo troppo facile),il tentativo fallisce e loro sono feriti.

Il film è letterlamente fagocitato dall'enorme,mostruosa presenza di Vincent Cassel,attore che sembra fatto su misura per il noir,con la sua faccia spigolosa i suoi occhi piccoli e distanti,la sua mascella volitiva e il suo sguardo selvaggio, un attore che credo non sarebbe dispiaiciuto a sua maestà Melville per uno di suoi film.
Cassell domina il film e fa vedere ancora una volta la sua grandezza in un film di genere solido con una regia piuttosto ridondante ma assolutamente densoin un succedersi continuo di avvenimenti.
Tenendo conto che è stato fatto un altro film che racconta il seguito,di cose a Jacques Mesrine ne sono capitate....
Difficile parlando di genere  e inquadrare con precisione quello a cui ascrivere questo film: thriller, action, noir ,polar oppure semplicemente un biopic?
Per come la vedo io è un noir di impianto classico,anni 60 diciamo ma che parla un linguaggio modernissimo fatto di sequenze girate in maniera vertiginosa,di split screen alla maniera di De Palma e di tante altre cose che lasciano intuire la bravura di Richet.
Diciamo che l'ambientazione anni 60 è solo uno sfondo per un personaggio assolutamente moderno,contemporaneo,del XXI secolo insomma.
Dal punto di vista registico il meglio sta all'inizio sui titoli di testa:una sequenza lunga, complessa,frammentata con la tecnica dello split screen e che realmente toglie il fiato.
Altra perla del film è la parte carceraria in Canada:di nichilismo accecante la parte con Jacques in cella d'isolamento senza vestiti ,al buio e lavato saltuariamente con getti d'acqua violentissimi...forse l'unico momento in cui riesci a provare un po'di umana comprensione per il personaggio....

( VOTO 7,5 / 10 ) 

Mesrine: Killer Instinct (2008) on IMDb

mercoledì 28 maggio 2014

Il mio quattrozampe e io: Panna, Ugo, Micho e Micino

Panna
Lo posso dire?
Finalmente!
Sono tornato a una pseudonormalità ( dico pseudo perchè la strada per il recupero totale è ancora lunga e anche un po' per scaramanzia, le cose stanno andando decisamente meglio ma stiamo sempre con le antenne drizzate) e con questa ventata di normalità routinaria ritorna anche una delle più gettonate rubriche del blog.
Quella dedicata ai nostri pelosoni: Il mio quattrozampe e io.
Purtroppo si era interrotta sul più bello dopo una serie di interviste terremotanti ( Nella Crosiglia, Valentina Orsini, Poison, Miki Moz ) e ora speriamo di ripartire,anzi sicuramente ripartiamo  alla grandissima con Lisa Costa , capo supremo del bellissimo blog In Central Perk e la mia non è assolutamente piaggeria. 
Il suo blog vale e anche parecchio, scritto sempre in punta di penna ma in modo molto competente e appassionato.
Ecco, dopo la marchetta in favore di Lisa ( scherzo naturalmente!) siamo qui per quello che tutti attendono fremendo: l'intervista.
Quindi bando alle ciance o ciancio alle bande iniziamo senza apporre ulteriore indugio.
Ugo

1) Eccoci qua Lisa. Lasciami dire che sono molto contento di ricominciare dopo tanto tempo. Mi è sembrato un'eternità.
Allora, come al solito prima domanda di prammatica: presentati e presenta i tuoi amici quattrozampe.

MI presento, sono Lisa, blogger di cinema da 2 anni per poter diffondere le mie opinioni e i miei consigli non richiesti agli amici e non solo ( ovviamente).
Come ho avuto modo di dire spesso, sono una gattara doc e più che una cinefila credo di essere molto più una cinofila!
Fino a qualche mese fa, infatti, vivevo con due cani e due gatti, ora che sono andata a convivere l'animale di casa è uno solo ( il giovine), mentre i miei amici sono rimasti da mia mamma, ma vado a trovarli e a coccolarli almeno due - tre volte alla settimana!
Ma ora presentiamoli un po' meglio, uno per uno:
Panna è con me da 15 anni e ora è abbastanza acciaccata, un po' sorda e un po' cieca ma sempre arzilla e felice di vedermi, o meglio di odorarmi e alla faccia dell'età non più verdissima si scatena in corse a perdifiato durante le passeggiate!
Micho e i posti strani
Il suo arrivo in famiglia è arrivato dopo anni di gatti( siamo arrivati ad averne 16 in una volta, causa doppio parto), quando i miei genitori decisero che , nonostante l'abitare in centro e in un piccolo appartamento, un cagnolino potevamo averlo.
Dalla cucciolata del cane di mia nonna, io e mia sorella decidemmo così di raddoppiare, prendendo per l'appunto Panna, l'unica femminuccia , e anche Gigio, il più timido e il più pauroso, che purtroppo ci ha lasciato qualche anno fa.
Insieme hanno affrontato altri due traslochi che li hanno portati finalmente in campagna con un giardino e un sacco di campi attorno!
Convinti che Pannina potesse soffrire di solitudine una volta rimasta sola, abbiamo indetto una vera e propria ricerca alla  Panna-My new best friend forever, con audizioni al canile.
Micino
A spuntarla ( ma pià che altro per stanchezza visto che era l'ultimo della lista e gli altri candidati avevano fatto innervosire parecchio la mia cagnolona) è stato Ugo , che aveva già cinque anni.
Il risultato?
Una convivenza pacifica , con qualche screzio e qualche gesto amorevole ogni tanto.
Ugo ha presto rivoluzionato la casa, diventando il vero uomo Costa, coccoloso allo sfinimento, giocherellone come non mai, che apprezza molto più la compagnia dei bimbi rispetto a quella degli altri cani ( e fortuna che i miei cuginetti vengono spesso a trovarlo).
Per farlo felice, con quegli occhioni adoranti, basta una palla, una bottiglia vuota, una grattatina.... 
Come ho detto, però , sono anche una gattara.
Panna e Ugo al bagno
Il periodo più lungo che sono riuscita a stare senza un micio è stato un anno e , arrivati in campagna, il mio migliore amico si è presentato con il regalo più bello( e più in ritardo) che potesse farmi: era Micho, una tricolore che si avvicina al mio sogno non ancora realizzato di un gatto rosso ( eh eh Lisa se vuoi coronare questo sogno però ti devi dirigere verso la metà maschile dell'universo felino: i gatti interamente rossi sono tutti maschi, è una questione genetica, così come i gatti tricolori sono tutte femmine).
Lui si diverte sempre a raccontare il folle viaggio in auto per portarmela e la scelta per niente difficile tra lei - agitatissima e irrequieta - e la sorella - che dormiva pacifica e beata.
Va da sé che Micho è speciale, selvaggia e diffidente, ma coccolona quando vuole e principalmente con me.
Ora che non mi vede più con la frequenza di prima ha deciso di dare una possibilità anche a mia madre e a mia nonna, lasciandosi accarezzare e facendo loro qualche festa e tutto questo mi rende piuttosto gelosa. 
L'ultima arrivata è infine Micino, trovata per caso e molto molto sporca nel parcheggio di una pizzeria e subito adottata.
Lei è decisamente il contrario di Micho: cresciuta da mia sorella , è buffa e paurosa, letteralmente spaventata dalla sua stessa ombra e da qualunque rumore.

Momenti Michosi
Quando non cerca di appollaiarsi su di te , osserva il mondo  dalla finestra, osando di tanto in tanto arrivare fino al giardino.

2) Wow! Benissimo! Mi hai presentato un bel poker di quattroxampe: forse già intuisco la risposta ma c'è qualcuno di loro a cui sei più affezionata , e perché?

La scelta è davvero difficile perché ognuno di loro è così diverso e speciale allo stesso tempo.
Per anzianità , ovviamente, il primo posto va a Panna, che poi ufficialmente è proprio il MIO cane, che mi tiene compagnia e che mi fa ridere da sempre, fedele come si dice il cane debba essere.
A livello felino, vista la diffidenza e l'esclusiva di mia sorella su Micino e soprattutto visto il rapporto speciale che fin dai primi giorni a casa mi lega a Micho, a lei sono più affezionata anche perché posso vantarmi di essere l'unica a capirla per davvero.
Momenti Michosi 2
Ugo, eh, Ugo è un ruffiano di prima qualità, sa sempre come farsi scegliere!

3) Quanto è stato difficile per te lasciare i tuoi amici pelosoni ai tuoi per andare a convivere solo con un "giovine" bipede?

E' stato davvero difficile!
Abituata da sempre ad avere animali attorno, anche solo per dare quel piatto di pasta in più o non avere la passeggiata quotidiana mi è mancato sin da subito.
Per alleviare i miei sensi di colpa continuo a ripetermi che farli passare dall'aperta campagna a un appartamentino in un quartiere residenziale non era certo il massimo per loro, che poi con tutta la famiglia attorno non se la cavano certo male!
Panna golosa
Fortuna che la distanza non è troppa, anzi , e che da qualche settimana un micetto dei vicini viene a trovarmi ogni giorno e mi tiene compagnia....

4) Hai mai pensato di tornare indietro perché non ce la fai a stare senza i tuoi amici quattrozampe?

Tornare indietro no, tutto sommato con il giovine bipede ho il mio bel daffare.
La speranza è sempre quella di prendere una casa con un signor giardino in modo da poterli riavere con me ( almeno Micho) e di prendere tanti altri animali....la lista sarebbe infinita ma con il giovine mi giocherò la carta della separazione forzata per più di 1 anno per impietosirlo e convincerlo!

5) Se il tuo compagno un giorno ti proponesse un aut aut: o me o loro....tu come reagiresti?

Sicuramente male! 
Ma conoscendomi e conoscendo lui dubito che arriveremmo così alle strette, anche perché nemmeno lui scherza troppo in quanto ad amore animale!
Ugo il tenero
E poi, pur essendo quasi malata tanto da fermarmi ad accarezzare ogni bestiolina che incontro ( e mica è una malattia, è una passione! ), so comunque mantenermi nei limiti e nel suo rispetto, coccolandolo a dovere...almeno per il momento!

6) In passato ti sei definita una cinofila ma gattara inside. Ma insomma sei più cinofila o gattara?

Questa potrebbe essere la domanda delle domande! Riflettendoci ben però, forse senza un gatto non saprei stare.
Per quanto più indipendenti e superiori ( e Micho ne è l'esempio), addormentarmi con loro o anche solo stare sul divano assieme a loro fa di me una gattara inguaribile!
E i segni dei graffia mani e braccia sono la conferma che non importa quando diffidente tu possa essere, gatto, io cercherò sempre di venire ad accarezzarti!

7) Siamo sotto elezioni, anzi sono appena passate: naturalmente non voglio sapere per chi hai votato, niente paura. Volevo il tuo parere su una cosa: ho notato che molti politici cominciano ad interessarsi agli animali. Che cosa pensi di questo amore per gli animali in campagna elettorale?
 Solo ricerca di nuovi bacini elettorali?

In realtà basta anche solo vedere gli spot pubblicitari per capire che le grandi menti della comunicazione hanno capito come fare breccia nel cuore degli spettatori e degli elettori!
Micho e i posti strani 2
Ovunque ci infilano un cagnolino, che sia per vendere della carta igienica o per parlare di una banca....
I politici non fanno altro che cavalcare quest'onda, anche se molto spesso la figura che ne esce è molto meno genuina e molto più costruita.
Dudù non mi farà certo cambiare voto!!!

8) Mi pare di capire che sei una ragazza che i suoi animali li trova o li prende in un canile, cosa che ammiro tantissimo.
Che cosa bisognerebbe fare, secondo te, per ridurre il problema del randagismo e dell'abbandono degli animali, fenomeno tipicamente estivo?

Eh, bella domanda. Penso che le persone in primis dovrebbero riflettere bene prima di prendere un animale.
Se ci fosse un po' meno egoismo e un po' più controllo da parte di chi gli animali li vende o li regala, già sarebbe una buona partenza, per quanto mi rendo conto di quanto sia difficile da concretizzare.
Ugo, per esempio, prima di arrivare da noi era già stato riportato in canile perché la famiglia da cui era stato adottato lo riteneva troppo agitato.
Di nuovo Ugo!
E poi, per quanto innaturale, credo che la castrazione possa risolvere molti problemi ( e qui non sono molto d'accordo, almeno per il cane maschio, per i gatti è una vera e proprio necessità la sterilizzazione altrimenti la convivenza sarebbe impossibile, gli animali castrati nella maggior parte dei casi non cambiano assolutamente di carattere anche se non hanno più gli ormoni sessuali in giro per il corpo).
Il mio poker non potrà mai avere cuccioli , e mi dispiace, ma vedendo quante volte inizialmente Ugo sia riuscito a scappare di casa, o a quanti gatti circolano attorno nei periodi di calore .
I problemi che ne potevano nascere sarebbero stati molti!

9) Sempre politica ma è inevitabile dato il periodo: quale provvedimento in favore degli animali faresti subito se diventassi presidente del Consiglio?

Urca! Le mie domande sono davvero serie, devo applicarmi!
 Allora essendo io vegetariana( dura piaga lo so) cercherei di rendere meno terrificanti le condizioni di vita in cui molti animali di allevamento si trovano, liberandoli da gabbie inumane e condizioni per nulla salutari.
Ancora posti strani per Micho
E poi cercherei di informarmi meglio sulla vivisezione e sugli esperimenti sugli animali, non sempre utili ed efficaci , ma dolorosi e inadatti alla ricerca anche se qui il lavoro da fare sarebbe distinguere caso per caso ( purtroppo cara Lisa per testare alcuni farmaci bisogna per forza usare cellule e tessuti vivi, altrimenti non sapremo mai come un organismo vivente possa reagire a una determinata sostanza farmacologica. A mio parere queste ricerche dovrebbero essere controllate di più e meglio, proprio per sapere se effettivamente necessarie).

10 ) TI piacciono i film o le serie tv con animali protagonisti e se si quali sono i tuoi preferiti?

Alle elementari andavo matta per Rex, avevo la felpa, l'album di figurine e non mi perdevo una puntata!
E in realtà anche altre serie tedesche che hanno scimmie o foche detective ( What's???) mi fanno sempre un gran ridere!!!!
Ufficialmente però seguo dell'altro , che gli animali difficilmente vengono ben amalgamati alla trama....
Ecco forse i lupi de Il trono di spade, sono tra i miei preferiti e ne vorrei tanto averne uno!!!
Sui film invece i migliori sono sempre quelli di animazione....l'ho mai detto che amo la Pixar?
La prima foto di Micino

11) Ehm ...leggendoti, devo dire di si, l'hai detto varie volte! Altro evergreen marzulliano sempre in voga: e se ognuno dei tuoi quattrozampe fosse un film o un personaggio?

Uhm...vediamo...Micino sarebbe Leone il cane fifone, toglieno la parte in cui riesce a fare l'eroe, è il suo ritratto , terrorizzata da tutto e da tutti!
Micho sarebbe l'elegante Sdentato di Dragon Trainer, che a poco a poco si lascia addomesticare.
Panna una Mrs Bric de La Bella e la Bestia, una Angela Lansbury vecchia ma arzilla che non si lascia abbattere dagli acciacchi e che è sempre materna...
Ugo....beh Ugo è un personaggio già di suo, un tontolone e un buffone dal cuore d'oro come Dug di Up!

12) E se fossero una canzone?

Ugo ha già la sua canzone: è " Voglio chiamarmi Ugo" de Lo zecchino d'oro, gli calza proprio a pennello!
Panna è Walk of Life dei Dire Striats visto che entrmabe sono legate alla mia infanzia e mi fanno sempre spuntare quel sorriso ebete involontario.
Micho un elegante tango, qualcosa alla Roxanne versione Moulin Rouge, che ne faccia capire l'eleganza spietata e il suo essere selvaggia.
Ancora Ugo!
Micino potrebbe essere una Sunday Morning dei Velvet Underground, visto il suo animo contemplativo e le tante domeniche passate assieme sul divano a riposare.

13) Belle! Ok, titoli di coda a questa piccola intervista: dì tutto quello che vuoi alle migliaia e migliaia ( seee seee seee) di bipedi e quadrupedi che leggeranno questo post.

Tutto quello che vuoi!
Scherzo , è stato davvero un piacere essere tua ospite in questa rubrica, un saluto a tutti gli animali alla lettura!


E con questo abbiamo terminato questa bellissima chiacchierata con Lisa , è stato un vero piacere.

Ricordo che le iscrizioni sono ancora aperte commentando su questo post o sugli altri che appartengono a questa rubrichetta e di cui metterò i link qui sotto per i più pigri.
La prossima settimana è il turno di bombus lapidarius che è un po' di tempo che non si fa vedere in giro,,,vedrò di stanarlo a viva forza anche perchè con quel nick mi solletica assai....
Ed ecco i link:
Aria di novità per il blog
Il mio quattrozampe e io :Fiocco di neve Capuano
Il mio quattrozampe e io - Settechilidigatto
Il mio quattrozampe e io: persia , Milo e Nina
Il mio quattrozampe e io : Bianca
















martedì 27 maggio 2014

Still life ( 2013 )

John May è un dipendente comunale a cui è affidato il compito di organizzare il funerale di persone rimaste sole e di fare eventuali ricerche su parenti del defunto.
Assolve al suo compito con meticolosità quasi compulsiva finché un giorno il suo capo gli dice che per ragioni di contenimento dei costi la sua opera non è più necessaria e sarà a breve licenziato.
Prima di lasciare tutto c'è però da chiudere la pratica di un certo Billy Stoke , un uomo che praticamente gli abitava di fronte, morto in solitudine e che lui, per ironia della sorte neanche conosceva pur essendo un suo vicino di casa.
Scopre che Billy Stoke aveva una figlia, Kelly e con lei John May sembra voler andare oltre la cortesia professionale che il suo lavoro impone. E anche lei sembra gradisca.
Ma il destino ha riservato per lui una sorte assai beffarda.
Still life, ovvero come fare cinema italiano mettendogli abiti internazionali, inglesi in questo caso.
Strana la sorte di Uberto Pasolini, nipote di.....Luchino Visconti( non è uno scherzo, verificato su imdb.com), produttore di fama internazionale che un bel giorno si è messo a scrivere e dirigere film.
Due per l'esattezza: Machan del 2008, una commedia etnica piuttosto solare e divertente pur tra sprazzi di immancabile malinconia e questo Still life del 2013, la storia di un uomo meno che qualunque che cerca di sentirsi vivo attraverso la morte degli altri e il servizio che compie a loro favore dopo la dipartita da questa terra.
Lo stesso titolo si presta a molteplici interpretazioni: può essere tradotto con Ancora vita oppure con Vita Ferma , oppure può essere inteso come l'atto di scattare un'istantanea o anche e presumo che questa sia l'interpretazione più corretta (  Pasolini stesso ha parlato di aver scelto un titolo volutamente ambiguo) può essere tradotto con Natura Morta.
E in un certo senso è così: è un film che parla di morte attraverso un protagonista che non diresti che è l'epitome della vita, è girato con colori tenui, ha un ritmo placido, è un film silenzioso che quasi bisbiglia le sua battute, è un qualcosa che sa essere delicato e terribile allo stesso tempo.
Indubbiamente la sua carta vincente è la faccia e il corpo di Eddie Marsan, caratterista presente in parti di contorno in millemila film, con lineamenti  talmente caratteristici che è immediatamente riconoscibile, che qui finalmente assurge al ruolo di protagonista dimostrando di averne la stoffa.
E che stoffa!
La sua faccia asimmetrica quasi da quadro del Picasso cubista, quel corpo tarchiato, pure un po' sgraziato, quel modo di muoversi così strano lo rendono una specie di cartone animato vivente che pur muovendosi al minimo della velocità sembra risaltare per dinamismo nel mondo immoto che lo circonda.
Ha bisogno di una ragione per sentirsi vivo, John May, una vita che più grigia e desolata non si può e allora cerca di mettersi al servizio degli altri, di altri che non conosce che senza la sua opera sarebbero miseramente dimenticati.
E quando il piccolo , sgraziato John vede uno spiraglio di luce nel suo mondo di tenebra popolato solo di ombre, quando sembra poter finalmente affrancarsi da quella solitudine perniciosa che lo accompagna da mane a sera , tutti i santi giorni, allora arriva un sorriso a illuminargli quel volto che ricorda un po' un'opera d'arte moderna, un lampo passa per quegli occhietti sempre semichiusi forse per non incamerare troppa luce.
C'è la felicità lì a portata di mano e a lui sembra di poterla sfiorare, toccare addirittura con un dito.
Sembra.
Still life è il classico film da vedere con il mood giusto, di una tristezza indicibile anche se il finale si arma di favola per rendere più metabolizzabile il tutto.
La messa in scena minimale, quasi spartana è necessaria per rendere più credibile quel mondo dai colori spenti e quel cielo color piombo che circonda un protagonista piccolo piccolo eppure di una statura morale eccezionale.
Still life è anche una riflessione sulla memoria che sarà conservata dal sepolcro, sul dover scomparire dalla faccia della terra e dopo qualche anni anche da sotto di essa.
Tutti in un limbo a sperare che qualcosa di là ci aspetti......

( VOTO : 7,5 / 10 ) 

Still Life (2013) on IMDb

lunedì 26 maggio 2014

The Sacrament ( 2013 )

Due giornalisti indipendenti , un cameraman e uno speaker vanno nella giungla alla ricerca della comune di Eden Parish, per fare un reportage, ma in realtà anche per avere notizie della sorella di uno di loro, visto che sospettano che sia tenuta in quel luogo contro la sua volontà.
Incontrano il guru della setta, il Padre, lo intervistano ma con la loro curiosità provocano una serie di reazioni a catena che porteranno a conseguenze imprevedibili.
The Sacrament è il nuovo, attesissimo, film di Ti West e si ispira al massacro avvenuto nella Guyana nel 1978 , il suicidio di massa di oltre 900 persone , ordinato dal capo della setta , il reverendo Jim Jones che aveva intenzione di propugnare con i suoi seguaci un ritorno a una sorta di socialismo reale. All'epoca fu mandata  un'ispezione governativa americana che si concluse con l'uccisione di chi era andato a ispezionare e poi l'avvelenamento collettivo con un cocktail a base di cianuro ordinato dal reverendo di cui sopra.
Quindi non vi affannate a cercare su google Eden Parish come ho fatto io , perchè tutto riporta a questo film di Ti West.
The Sacrament è girato con la tecnica del found footage, cosa che ha scassato in più di un'occasione qui a bottega ma a tiwestuccio si perdona questo e altro.
Ecco, già si fa più fatica a perdonare tutto questo essere pappa e ciccia con Eli Roth e con mezzo cast di Your're next, sicuramente imposto dall'alto, ma anche questo non deve essere occasione di pregiudizio.
Lo posso dire?
Ti West gira in stile found footage in maniera molto migliore dei colleghi che si approcciano al genere più che altro per ragioni economiche.
Lui si cimenta col genere da esteta puro quale si è sempre dimostrato.
La cosa che stupisce è che lo stile di regia pur apparentemente rispettando le regole imposte dal particolare modo di riprendere spesso scivola impercettibilmente in uno stile ben più tradizionale e la bravura di Ti sta proprio nel nascondere queste divagazioni dal genere che farebbero gridare allo scandalo qualsiasi congrega di puristi.
E invece io, da amante di cinema e di spettacolo, da menefreghista del purismo di genere, non posso fare che applaudire perchè se il cinema è (quasi) sempre illusione, il buon Ti West , ci riesce a infinocchiare per bene  visto che confeziona un'abile sofisticazione della realtà , travestendola da documentario su fatti realmente accaduti.
Insomma una simulazione della realtà che sembra più vera del vero.
Tutto bene quindi?
Ehm, non proprio.
Perché se formalmente è tutto inappuntabile o quasi , bisogna ammettere obiettivamente , senza fare il fan kamikaze con gli occhi bendati, che anche The Sacrament soffre un po' di tutti quei mali endemici che affliggono praticamente tutti i found footage che riassumiamo in due categorie.
1) C'è la solita fase preparatoria al botto che arriva cronometrato nell'ultimo terzo di film, insomma un quaranta minuti di introduzione, di prodromi che sono pieni di gente insignificante e di personaggi usa e getta che non hanno il minimo appeal.
Questo è comprovato dall'entrata in scena del Padre ( un fantastico e inquietante Gene Jones, sì, Jones, come il reverendo del massacro della Guyana, forse l'unico effetto veramente speciale che si concede il film) che probabilmente è l'unico personaggio veramente degno di nota in tutto il film: il suo magnetismo animale inevitabilmente mette in un angoletto tutto il gruppetto di protagonisti e in un certo senso questo lo ammette anche Ti West facendo andare l'intervista esattamente dove vuole il Padre che in confronto al super reporter fa la stessa figura del maestro che accende le luci dell'autobus e porta a scuola lo scolaretto.
Il giornalista viene annientato e lasciato basito.
2) Qualsiasi realtà è sempre più inquietante del peggiore degli incubi che possano essere rappresentati al cinema mediante una sceneggiatura e The Sacrament non sfugge neanche a questa seconda regola.
L'ultima mezz'ora di film è girata di gran carriera, si prende qualche libertà dal genere di appartenenza per avere un aspetto più cool e commerciabile ( forse), ti fa salire letteralmente il cuore in gola ma poi se ti armi di Google e di Wikipedia appena dopo aver visto il film ti accorgi che quello che hai appena visto è praticamente uno zuccherino rispetto a quanto accaduto in quel tragico giorno del 1978 in Guyana.
Complessivamente non posso dire di essere stato deluso da questo nuovo film di Ti West o forse un pochino si, nel senso che da lui ci si aspetta sempre il massimo, sempre qualcosa che sotterri all'istante il 99,9% della concorrenza nel globo terracqueo.
Questo film non è sicuramente il suo massimo ma è un altro esercizio di stile come lo erano anche un paio suoi film precedenti da The House of the Devil ( di cui abbiamo parlato qui ) perfetta simulazione di horror anni '80 e il superbo The Innkeepers ( di cui abbiamo parlato qua ) , irruzione a gamba tesa del nostro nel genere delle ghost stories.
Ecco, il buon Ti dà ancora una volta l'impressione di volersi cimentare con generi nuovi all'interno del horror e questa sua infatuazione per il found footage era stata già mostrata a tutto il mondo con il corto appartenente al film collettivo a episodi V/H/S ( di cui si parla rispettivamente  qua).
Il talento c'è ed è lì in bella mostra.
Ma tutto questo non basta a fare di The Sacrament un capolavoro imperdibile.

( VOTO : 6,5 / 10 )

  The Sacrament (2013) on IMDb

domenica 25 maggio 2014

LE SERIE TV CON CUI SONO CRESCIUTO

Altro giro , altra corsa.
Nell'ambito del progetto di recupero di tutte le iniziative blogeditoriali venute in mente al Cannibale ecco la lista delle serie televisive.
Lui è già oltre perchè una ne fa e cento ne pensa ma quando leggerà questa lista farà varie cose:
1) Prenderà un antiacido
2) Si farà una gran risata e tirerà un sospiro di sollievo venendo a sapere che cosa ha evitato grazie alla sua "giovine" età.
3) Mi chiamerà per sempre vecchio senza che abbia possibilità di appellarmi a una corte internazionale per i diritti del bradipo
4) Mi regalerà un deambulatore che mi arriverà per posta in comode dispense settimanali .
5) Penserà di aver messo alla televisione Fox Retrò e senza manco pagare l'abbonamento a SKY.
6) Si ricorderà di non aver mai pagato nemmeno l'abbonamento alla RAI.

Vabbè basta con queste cazzatine che la lista è già minchiona per conto suo.
Dalle serie che ho incluso si capisce al volo la mia vecchitudine..ma alla fine chissenefrega.
Continuiamo a essere giovini, sia dentro che fuori.
Cominciamo:
1) SPAZIO 1999
Con questa serie televisiva ci sono cresciuto nel senso letterale del termine.
Anche se è durata solo due stagioni e poco più di una quarantina di puntate , io la conosco praticamente a menadito avendo visto e rivisto tutti gli episodi a ogni passaggio televisivo, avendoli anche registrati quando passavano nel cuore della notte a orari impossibili,
Poi sono usciti in dvd, in tempi relativamente recenti e ci ho speso anche una fortuna per avere la collezione completa.  E meno male che erano solo due stagioni.
Sono sempre stato amante di fantascienza e Spazio 1999 è sempre stato il sogno quasi toccato con un dito.
Da piccolo avrei voluto vivere nella Stazione Spaziale Alpha anche se quei costumini stretti in vita e a zampa d'elefante sicuramente non mi avrebbero donato.
E poi altro mio sogno ricorrente di quando ero piccolo era quello di poter, un giorno, guidare un Aquila, magari al fianco di Alan Carter, uno dei personaggi che più ho amato in questo telefilm.
E a me Star Trek non è mai piaciuto. Tiè!!!!
2) L'ISPETTORE DERRICK
Altro appuntamento fisso alle sette di sera su RAI 2 per un sacco di anni.
Qui gli episodi sono decisamente di più , più di 200, ma ne conservo una buona parte in una collezione di dvd.
Perchè lo vedevo? Derrick e Klein mi stavano molto simpatici, non avevo tutta questa passione per i telefilm dove c'erano solo inseguimenti e si sparava e poi avevo una grande passione per la Baviera, passione che mi ha portato , in anni successivi, a visitarla con la mia famiglia e a cercare la casa di Horst Tappert che , fino a che è stato bene di salute, pare che ricevesse molto volentieri e molto cordialmente nella sua casa i fans della serie che venivano a suonare al campanello della sua villa.
E poi vai a scoprire che era un SS.
I casi strani della vita.
La Baviera è bellissima , esattamente come si vedeva negli episodi del telefilm, un posto da sogno, estremamente vivibile per quanto ho potuto appurare.
Ah, mi piaceva moltissimo anche la sigla, sia sui titoli di testa che sui titoli di coda..
Quella melodia mi frulla ancora per la testa con una certa frequenza....
3) STARSKY & HUTCH
Ecco , Starsky e Hutch erano tutto quello che non era Derrick e forse proprio perchè in fondo gli opposti si attraggono, mi piaceva da morire.
Anche questo ampiamente acquistato in dvd, cosicchè se andassi in crisi di astinenza , basta che inserisca il dischetto nel lettore.
L'epitome degli anni '70 con abiti sgargianti, una downtown brulicante di musica , ballo e criminalità, due tutori della legge molto avanti rispetto ai loro tempi, anticonvenzionali, efficienti e molto molto cazzoni.
E poi con un incredibile savoir faire con le donne che sembrano cadere ai loro piedi ogni volta.
E loro sembrano quasi non curarsene,cambiandole quasi con la stessa frequenza del cambio delle lenzuola.
Poco spazio alle indagini, molto agli inseguimenti ( uno per telefilm ci doveva essere, come fosse un contratto o un marchio di fabbrica), ironia e un gruppetto di personaggi accessori riuscitissimo.
Una serie pop, coloratissima e che è ancora modernissima pur essendo scenograficamente molto legata alla sua epoca.....
4) ATTENTI A QUEI DUE 
Altra serie da me amatissima e che purtroppo è durata una sola stagione, 24 miseri episodi che campeggiano come gli altri nella mia collezione di dvd.
Ho sempre amato Roger Moore e Tony Curtis e questo telefilm , che mette in risalto alla perfezione le loro caratteristiche peculiari, me li ha fatti amare addirittura un po' di più.
Moore è il milord inglese dai modi oxfordiani , quando non melliflui, sempre attento all'etichetta ma che quando si tratta di menar le mani o fare in modo che la giustizia trionfi non si tira mai indietro.
Però anche quando fa a pugni o si trova in situazioni pericolose ha sempre quella faccia un po' così, di quelli che credono di avere tutto sotto controllo e invece se la stanno facendo letteralmente addosso.
Curtis è l'americano che è praticamente l'opposto di Moore: rissoso, donnaiolo, resiste poco alle tentazioni, è quello più spericolato dei due e ha una faccia tosta che ha una durezza molto superiore a quella del bronzo.
Se Moore è il milord inglese, Curtis è il classico cafonazzo plebeo americano.
O almeno gli piace passare per tale.
Anche qui una grande ambientazione europea in scenari che più glamour non si può, azione e ironia come se piovesse.
E una sigla iniziale che probabilmente è la più bella che abbia mai visto.
5) TRE CUORI IN AFFITTO
Preoccupati che vedessi solo televisione da parrucconi seriosi?
Qui di stagioni e di episodi ce ne sono molti di più, siamo a 8 stagioni e più di 170 episodi
Appuntamento fisso al ritorno da scuola, intorno alle due del pomeriggio, forse qualche minuto prima, diciamo dalle medie ai primi anni del liceo.
Diciamo che all'epoca questa serie mi faceva letteralmente scompisciare per tutte le sue pesantissime allusioni, per quel portare avanti doppi sensi a oltranza, per il personaggio di Jack, donnaiolo impenitente che alternava momenti da Casanova de no' artri a momenti di demenza pura stile Paolino Paperino.
E per giunta, per conservare l'appartamento doveva fare finta anche di essere gay in un 'epoca, la fine degli anni '70, in cui la correttezza politica non la faceva certo da padrona.
E' una sit com dall'impronta abbastanza classica, con tanto di risate incorporate che rivista oggi appare molto più innocua di quanto potesse essere alla fine degli anni '70.
Perchè dico questo? Perchè su FOX Retrò la trasmettono spesso e io quando facendo zapping ci capito, la puntata che trasmettono non me la perdo.
Suzanne Sommers, Chrissy, all'epoca era un mio sogno erotico proibito, lei, ma soprattutto le sue bocce.
E scusate la finesse....
6) HAPPY DAYS 
Se le altre serie di cui ho appena parlato erano un appuntamento fisso, questa era un appuntamento fississimo. Undici stagioni, più di duecento episodi.
Se non li ho visti tutti, me ne mancano pochissimi.
E anche questo è uno dei miei piaceri proibiti quando faccio zapping e l'occhio mi cade su FOX Retrò.
Un American Graffiti anni '50 che mitizza gli USA di quell'epoca  partendo dalla profonda provincia americana.
Si , lo so, tecnicamente Milwaukee è una grande città ma parliamo di una città del Wisconsin, ha un'aria molto più rustica e campagnola di una New York o una Los Angeles.
Visto sin dalla prima stagione, da quando cioè Fonzie era un personaggio accessorio, ricorrente ma decisamente di seconda schiera, cosa che non successe nelle stagioni successive, e indossava un giubbottino bianco, al posto del giubbotto nero di pelle che poi sarà il suo marchio distintivo nelle serie successive.
I ragazzi di Happy Days vivevano la classica adolescenza senza troppi problemi, il sogno di noi che eravamo al di qua dello schermo e forse è questa la ragione del suo successo imperituro.
Altro fattore da non sottovalutare è l'identificazione: si aspirava a essere tutti cool come Arthur Fonzarelli ma si finisce tutti per identificarsi con Ricky Cunningham quando va bene, con Potsy o addirittura con Ralph quando l'autostima è sotto i tacchi delle scarpe....
7) MIAMI VICE 
Qui siamo già un po' più cresciutelli e qui si parla esclusivamente di femmine e di macchine veloci.
Per me Miami Vice era solo quello, me ne strafottevo del damerino Don Johnson , delle sue giacchette color panna e delle sue magliettine rosa o color pesca, delle sue scarpe da fighetto, del suo ciuffo che non lo spostava neanche una sfumacciata col napalm. E il suo collega non lo vedevo neanche.
Però devo ammettere che Don Johnson era veramente bello, se fossi stato gay o fossi stato donna, credo che sarei proprio caduto ai suoi piedi.
O forse sarei caduto ai piedi del suo Ferrarino che poi ho saputo che era una replica assemblata su una Chevrolet....Bleah!
Miami Vice è quindi una serie griffatissima dalla testa alla coda, in ambienti molto glamour, ville da favola e spiagge da sogno.
Io la vedevo solo per quello.
E mi piaceva moltissimo....
8) COLOMBO
O Columbo come nel titolo originale.
Altro appuntamento fisso, fississimo durante gli anni.
Adoravo Peter Falk, il suo bassotto, la sua macchina scassata, il suo impermeabile sgualcito almeno quanto il resto dei suoi capi di vestiario.
Adoravo il suo essere costantemente fuori posto,il suo essere considerato un inferiore dal criminale di turno e per questo sottovalutato e poi la sua lenta ma inesorabile corsa verso la risoluzione del caso.
Non c'è action ma solo cervelli all'opera.
Anzi un cervello.
Quello di un tenente della polizia che arriva sempre a inchiodarti alle tue responsabilità.
Non c'è suspense perché l'assassino è noto sin da subito ma si gode veramente a vedere come Colombo tesse la sua ragnatela attorno al colpevole.
9) CHARLIE'S ANGELS
Posso dire la verità?
Non mi è mai piaciuto questo telefilm, troppo finto, troppo patinato, troppo prigioniero delle fisime del parrucchiere delle tre protagoniste.
L'unico che mi era simpatico era Bosley , le tre le avrei acciaccate con un bulldozer se non fosse per un piccolo particolare.
Erano gnocche, talmente gnocche che avevano sconvolto i miei ormoni da bimbetto sulla via della pubertà.
Non guardavo il telefilm, io guardavo loro  e basta.Soprattutto Jacylin Smith e Farrah Fawcett che erano qualcosa di indescrivibile ai miei occhi che erano obnubilati dalle prime scariche di testosterone della mia vita.
Sarà pure una vergogna mettere questo telefilm nella lista ma diciamo che risponde in maniera perfetta al titolo del post: mi ha fatto crescere.
Decisamente.
10) V - VISITORS
E basta con 'sta menata spielberghiana che gli alieni sono tutti buoni fraterni e cercano solo di conoscere nuovi mondi!
Gli alieni sono lucertoloni sotto mentite spoglie, si squamano come loro e soprattutto mangiano animali vivi!
Ricordo ancora la prima puntata di questa serie e di come fosse stato aggressivo il battage pubblicitario.
Anche qui sci fi d'annata con qualche vago spunto politico e un dispiegamento di mezzi tecnici che per l'epoca era straordinario.
E a me piaceva la dottoressa Parrish ( Julie Grant) che con quegli occhi da cerbiatta di ammaliava ogni volta che la vedevo in scena.
Invecchiato ma invecchiato bene, non ha nulla da invidiare alle serie tv sci fi che si "fabbricano " al giorno d'oggi.

E con questo termino perchè ho scritto un pippone interminabile.
Buona domenica e buon voto.

Io voterò feudale, lo mio voto e la mia spada sono solo per lo imperatore.