I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 4 settembre 2015

Professore per amore ( 2014 )

Keith Michaels è uno sceneggiatore che una quindicina d'anni fa ha vinto un'Oscar per una sua sceneggiatura. Ora è senza lavoro, ha difficoltà a pagare le bollette, non riesce a scrivere e il suo agente gli propone di andare a tenere un corso di sceneggiatura in una piccola Università vicino New York, sull'altra costa, almeno per sbarcare il lunario.
Keith accetta e ha non poche difficoltà a entrare nell'ottica di essere un professore universitario...un po' sui generis visto che intrattiene rapporti con una sua alunna e c'è una terribile professoressa di letteratura che vorrebbe vederlo cacciato a pedate.
Ma lui comincia a crescere e il corso di sceneggiatura con lui.
E anche il rapporto con Holly Carpenter, una sorta di factotum nel campus universitario, anche lei una "studentessa" fuori corso un po' sui generis....
Ok, temo di dovervi fare una confessione: è sin dagli anni '90 che Hugh Grant rappresenta una specie di gulity pleasure per me.
Lo adoro, mi piace fisicamente, lo trovo veramente bello ( se fossi gay crollerei ai suoi piedi) e soprattutto mi piace il personaggio che lui continua a recitare film dopo film: il tipo stralunato che vive nel suo mondo che , guarda il caso, procede a una velocità differente rispetto a quello in cui vive tutta la restante parte dell'umanità.
Lo conobbi in Quattro matrimoni e un funerale e poi non l'ho più abbandonato, seguendolo affettuosamente nella sua carriera fatta quasi esclusivamente di personaggi incapaci di crescere o perlomeno in difficoltà nell'affrontare le scelte impegnative che la vita ti può proporre.
Quindi la sua sola presenza era una ragione sufficiente per guardare questo film che in realtà ha un'altra motivazione importantissima che mi ha fatto accingere alla visione alla stessa velocità di una palla di fuoco lanciata nello spazio profondo ( vabbè stamattina mi è uscita così).
Sto parlando di Marisa Tomei, conosciuta e apprezzata già ai tempi di Mio cugino Vincenzo, film in cui vinse a sorpresa un'Oscar , e poi diventata col tempo un sex symbol assoluto, almeno per me.
E complimenti vivissimi al suo personal trainer che a 50 anni suonati ce la conserva così tirata fisicamente e così assolutamente desiderabile.
Si, anche in questo film che sembra una romcom come le altre, magari con protagonisti un po' più avanti negli anni rispetto alla maggior parte dei film appartenenti a questo specifico genere e che invece si rivela una piacevolissima sorpresa, un divertissement leggero e ironico che però si pregia di contenere delle piccole notazioni che rifuggono la banalità.
La prima cosa che si nota è che la storia tra i due protagonisti non ha uno sviluppo così prevedibile e lineare: c'è alchimia tra di loro, gioco di sguardi, i soliti discorsi seriosi di Hugh Grant che si inceppano ogni tre parole, gli occhioni da cerbiatta di lei che lo guardano in un mix di comprensione e vera compassione umana, ma non c'è il solito momento super ruffiano del bacio romanticissimo da sparare a favore di camera.
Anzi non si baciano proprio per tutto il film.
E' tutto affidato all'immaginazione dello spettatore.
Altro fattore da sottolineare è la linea sempre più sottile che demarca l'attore dal suo personaggio: oggi Hugh Grant è un bel 55 enne ( un po' invecchiato, abbastanza sgualcito ma sempre un bel pezzo di figliolo per chi apprezza l'articolo e molte ragazze sembrano gradire) che probabilmente il suo momento di massimo splendore nella sua carriera lo ha già vissuto.
Parliamo anche di uno che stava con una delle donne più belle del mondo a quel tempo, Liz Hurley e si è fatto beccare con un mignottone da strada di rara bruttezza  riuscendo quasi a ditruggere la sua vita.
Eppure pian piano è riuscito a risollevarsi, a ritagliarsi questo  personaggio abbastanza standardizzato che fa dell'inadeguatezza il suo tratto distintivo ( ma naturalmente ci sono state anche divagazioni sul tema come la sua partecipazione a Cloud Atlas) in alcuni film assai gradevoli , non capolavori ma assolutamente guardabili come Notting Hill , About a boy o Il diario di Bridget Jones che mettono in risalto tutta la sua grazia british.
Dicevamo : è agevole far specchiare il vero Hugh Grant nel suo personaggio e in fondo questa è la ricetta del suo successo.
Lui non recita un personaggio, porta semplicemente una generosa parte di se stesso in scena.
E se continua a piacere perché non continuare a farlo?
Professore per amore fa sorridere in più di un'occasione, è un film piacevolmente fuori dal tempo un po' come l'Università e la città dove è ambientato, ha quel retrogusto amarognolo che potrebbe farlo apprezzare ancora di più a chi non è precisamente un fan di questo tipo di film e , come detto, contiene al suo interno dialoghi non banali e riflessioni interessanti.
Non filosofia junghiana ma qualche notazione intelligente.
E questi 100 minuti riescono a passare in un attimo.
Complimenti al malvagio titolista italiano, da appendere per i testicoli a testa in giù , che fa perdere del tutto l'ambivalenza del titolo originale The Rewrite ( la riscrittura, la rimaneggiatura che si riferisce sia al lavoro che si fa sulle sceneggiature che alla vita del protagonista), in favore del solito titolo da decerebrati.


PERCHE' SI : Hugh Grant e Marisa Tomei nello stesso film, rom com divertente e con interessanti variazioni sul tema compreso un retrogusto amarognolo, ottimi dialoghi, ottimo cast di supporto.
PERCHE' NO : a chi non piace il genere...qualche cliché che è duro da scalfire, un po' troppo rose e fiori, la vita vera è decisamente più complicata.


LA SEQUENZA : la scelta degli studenti del proprio corso con criteri assolutamente "meritocratici" e il primo incontro con la terribile prof di letteratura amante di Jane Austen.


DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :

Hugh Grant e Marisa Tomei non mi hanno deluso neanche questa volta.
E' possibile ancora fare una rom com per protagonisti over 50.
In altri tempi un film con questo cast non sarebbe stato mandato al macero nella calura estiva.
Per la Tomei il tempo sembra essersi fermato e non sembra più ripartire.


( VOTO : 7 / 10 ) 


The Rewrite (2014) on IMDb

20 commenti:

  1. Dovrò vederlo solo perchè c'è Zia Marisa e il grande JK ;-) Cheers!

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  2. Un altro parere positivo su questo film, io Hugh Grant continuo a non sopportarlo però :D

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  3. Visto mesi fa, e proprio non mi era piaciuto. Lo avevo trovato parecchio noioso. :/

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    1. strano, conoscendo un po' i tuoi gusti credevo l'avresti gradito...

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  4. ciao, io l'ho trovato interessante solo quando si parla di sceneggiatura e di insegnamento, su questo funziona...il resto per me è dozzinale

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    1. si, il tema della riscrittura della sceneggiatura e dell'insegnamento è la parte migliore, il resto è confezione hollywoodiana,...però ho gradito ...

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  5. Pensavo fosse molto peggio, invece non è poi così terribile! (ne parlo oggi pure io)

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  6. Resto dubbioso. Molto.
    Se mi capita, comunque, un'occhiata la do.

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    1. eh eh su questo , sul fatto che ti possa piacere non ci metto la mano sul fuoco...

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  7. Bradipo, non ti facevo così fan di Hugh Grant, ebbravo!
    Anche a me è sempre piaciuto. Sebbene mi sa che non ne sono innamorato ai tuoi livelli eheheh ;)

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  8. Stranamente se ne sta parlando bene... magari lo vedo!

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  9. Pensavo a una schifezza, invece mi toccherà vederlo..

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    1. no, non è una schifezza....c'è di molto peggio in giro...

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  10. Vorrei dire due parole anche su quel fantastico caratterista che corrisponde al nome di J.K. Simmons, da quando ha vinto l'Oscar sembra stia vivendo una seconda giovinezza artistica.

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    1. non ho controllato ma credo che questo lo abbia fatto addirittura prima di Whiplash o appena dopo, prima che il film avesse successo e lui vincesse l'Oscar...è veramente bravo e qui recita una parte molto ma molto diversa...

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