I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 17 gennaio 2013

Consigli per gli ascolti ( 4 )

MAGO DE OZ :HECHIZOS, POCIMAS Y BRUJERIA ( Warner bros , 2012 ) .Attesissimo, almeno da parte mia il ritorno di uno dei miei gruppi preferiti : i Mago de Oz. I menestrelli spagnoli naturalmente non vengono meno al loro buon nome e ci consegnano oltre 70 minuti di folk metal scatenato tra un riff da osteria, una melodia medievaleggiante e tanto, sano, robusto rock'n'roll.
Una grossa novità è la presenza del nuovo cantante, Zeta, destinato a raccogliere la difficile eredità di Josè Andrea che ha calcato i palchi col Mago de Oz per oltre 15 anni.
In realtà le due voci non sono così lontane, forse quella di Zeta ha una personalità meno spiccata ma per il momento è meglio sospendere il giudizio, diciamo che è un ottimo surrogato, dotato di tecnica e di buona estensione. La cosa che lascia un po' interdetti nei dischi del Mago è lo scarso utilizzo, a parte i cori,  della vocalist Patricia Tapia, dotata di un timbro vocale estremamente interessante, una voce grintosa  che dà ottima prova di sè in uno dei brani più belli dell'album, l'oscura Brujas.
Hechizos, pocimas y brujeria si pone tra la linearità di un disco come La ciudad de los arboles e l'ambizione sfrenata di opere maestose come Gaia II : La voz dormida o Gaia III : Atlantia.
Brani migliori sono Satanael caratterizzata da un bellissimo inizio acustico e poi sostenuta da un riff parecchio incisivo di matrice settantiana, la già nominata Brujas e la title track che cambia parecchie volte pelle durante i suoi 8 minuti e passa.Comunque disco ultraconsigliato. (VOTO : 8 / 10 ).
GOJIRA: L'ENFANT SAUVAGE ( Roadrunner Records, 2012 ) I francesi Gojira, alfieri di un death metal ultratecnico tornano con un disco che sicuramente dividerà le schiere di aficionados e non. Farà  perdere qualche vecchio fan purista della loro proposta musicale senza compromessi ma sicuramente ne farà acquistare di nuovi soprattutto tra i giovani virgulti che stanno educando le loro orecchie a pane e metallo.
La parola d'ordine nel nuovo disco dei Gojira è evoluzione: il sound impercettibilmente si ammorbidisce, acquista una dimensione meno tellurica arrivando a partorire brani come la title track che può ambire anche a passaggi radiofonici per una linea melodica ricercata ma comunque ben intellegibile. Il lavoro delle chitarre è come al solito superbo, il rifferama è raffinatissimo  ma i brani col passare dei minuti tendono ad assomigliarsi perchè sono costruiti tutti un po' tutti alla stessa maniera con una voce che da un semplice growl acquisisce toni declamatori e un andamento sinusoidale in cui parti accelerate si alternano in maniera fin troppo puntuale  a parti più melodiche e a decelerazioni improvvise in stile Fear Factory.
L'enfant sauvage è un monolite di circa 60 minuti che all'inizio affascina per la tecnica assolutamente fuori della norma con cui è suonato ma poi gradualmente perde la sua efficacia e questo è dovuto anche alla sua lunghezza eccessiva. Assunto a piccole dosi è un discone. L'overdose crea effetti collaterali. (VOTO : 6,5 / 10 )
BLUT AUS NORD : 777 COSMOSOPHY ( Debemur Morti, 2012 ) Cosmosophy è il capitolo finale della trilogia 777 e ha un po' il sapore di qualcosa che chiude col passato e si apre a un futuro decisamente diverso. Si respira aria di evoluzione, le chitarre che non davano respiro nei capitoli precedenti della trilogia ( e un po' in tutta la carriera dei balcksters francesi) qui lasciano presagire qualcosa di nuovo. So di usare una parola grossa soprattutto in casa Blut aus Nord ma si sente qua e là qualcosa che possa essere assimilato a una melodia, le voci diventano per un attimo pulite intrecciandosi in cantilene che lasciano a bocca aperta, così come il tappeto di tastiere sul quale sofficemente si adagiano.
Cosmosophy è un passo oltre il black metal, siamo oltre il cyberspazio , in una dimensione alternativa in cui c'è spazio solo per il soffio (dis)vitale  dei Blut Aus Nord che mettono un altro macigno invalicabile tra se stessi e la quasi totalità dei gruppi black del pianeta. Non somigliano a nessuno. Solo a loro stessi.
Eppure questo inatteso afflato "melodico" lascia presagire grossi cambiamenti...Aspettiamo fiduciosi. (VOTO : 8,5 / 10 )   .
A FOREST OF STARS : A SHADOWPLAY FOR YESTERDAYS ( Prophecy Productions, 2012 ) CI  sono dei gruppi che sfuggono a qualsiasi definizione e temo che gli  A Forest of stars rientrino proprio in questa categoria. Questi sette figli della terra d'Albione sono portatori di un verbo musicale estremamente personale fatto di influenze black, massicci riff sabbathiani, sezioni teatraleggianti, generosi inserti folk e di musica celtica che arrivano a intervallarsi anche nello stesso brano.A testimonianza di quanto appena detto si può prendere il brano A Prophet for a Pound of flesh che nei suoi oltre 10 minuti di durata lascia intravedere tutte le diverse anime degli A Forest of Stars. Anche dal punto di vista del look sono molto particolari: sembrano usciti dall'Inghilterra vittoriana e a vedere il loro sito ( bellissimo, tra l'altro , lo potete vedere qui) si ha la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso dal solito, che rifugge la banalità a parte  qualche problemino con le date ( se ho capito bene per questi signori ora non siamo nel 2013 ma nel 1893). I brani , pur lunghi, sono facilmente assimilabili a patto di essere open minded e di riuscire ad accettare senza problemi una proposta musicale così variegata. ( VOTO : 8 / 10 ) .

13 commenti:

  1. Sono un po' fuori da questo genere, ora più che mai. Gli ultimi due gruppi non li ho mai sentiti nominare, i Gojira si. avevo invece sentito parlar bene in passato dei Mago de Oz, se riesco mi ascolto qualcosa.

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  2. I Mago de Oz sono uno dei miei gruppi preferiti e non posso fare altro che consigliarteli, possono piacere a una grossa fetta di pubblico. In Spagna hanno un contratto con la Warner e vendono decine di migliaia di dischi mentre qui da noi non sono neanche importati. Gli ultimi due gruppi sono molto underground anche per i seguaci del genere....

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  3. la bradipa addirittura ha una canzone del Mago de Oz ( La costa del silencio) come suoneria al cellulare, una canzone molto radiofonica...diciamo che da La Leyenda de la Mancha in poi dove peschi peschi bene poi se ascolti la trilogia di Gaia allora siamo nell'eccellenza...

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  4. Non è male l'ultimo dei Mago de Oz, è vero che sono tornati su cose più catchy tipo La Ciudad de los Arboles, mentre a me piacciono le cose più ambiziose e complesse tipo i tre Gaia, ma è un disco molto piacevole e tipo l'opener potrei ascoltare dieci volte di fila :)

    L'ultimo dei Gojira, 'nsomma, non mi ha entusiasmato come il predecessore, forse dovrei concedergli qualche ascolto in più.

    Gli altri non li conosco, li proverò volentieri.

    Nel mio stereo adesso gira parecchio l'ultimo dei Finterforst, che ho scoperto grazie a te :)

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  5. anche a me è piaciuto molto, poi i Mago de OZ mi piacerebbero pure sbattuti in faccia...Finterforst è un ascolto parecchio impegnativo..però son contento che ti sia piaciuto, se vuoi roba disimpegnata senti l'ultimo dei Dalriada che sto ascoltando adesso, folk metal ungherese che mette di buon umore....

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  6. Ascoltato pure quello, folk metal davvero non male, non li conoscevo proprio. Un folk metal meno allegro e più ambizioso ma a che piace tantissimo è quello dei russi Arkona, li conosci?

    Adesso sono parecchio in fissa con l'ultimo dei Fen, un grandissimo, grandissimo album

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  7. Gli Arkona li conosco di nome e non di fatto ma a breve li conoscerò meglio,i Fen invece non li conosco e anche questi a breve credo che li ascolterò, ora sto ascoltando un estratto del disco di cui hai parlato e devo dire che hanno un sound veramente ammaliante( la canzone che sto ascoltando adesso è Spectre)...

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