I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 13 febbraio 2015

Seria(l)mente : P'tit Quinquin ( 2014 )

Provenienza : Francia
Produzione e distribuzione: 3B Productions, Arte France, Region Nord-Pas-de-Calais e altre
Episodi : 4 da 50 minuti cadauno.

In un piccolo borgo rurale affacciato sul canale della Manica, tra le poche case e i bunker che ricordano ancora la Seconda Guerra Mondiale si svolge l'infanzia del piccolo Quinquin del titolo, della sua fidanzatina Eve e dei suoi amici piccole canaglie sempre in cerca di qualche emozione adatta alla loro età, leggasi i petardi lanciati ovunque nel momento più inopportuno.
In un bunker viene ritrovato il cadavere di una vacca e non si sa come diavolo ci sia arrivata.
Ma il peggio è che dentro le viscere della vacca ci sono resti umani.
E così in un'altra vacca ritrovata morta nelle campagne circostanti.
Omicidio passionale o serial killer? Il comandante della Gendarmeria Van der Weyden indaga coadiuvato dal fido Carpentier.
Quinquin e i suoi amici scorgono tutto da vicino.
Chi è stato?
Bruno Dumont ovvero la quintessenza del nuovo cinema autoriale europeo, uno dei pochi capaci di riscrivere precisi canoni stilistici ed estetici in un cinema sempre cangiante , fatto di momenti diversi, di differenti stati evolutivi.
P'tit Quinquin è un ulteriore passo in avanti del cinema di Dumont, una progressione che in realtà guarda al proprio passato ma arricchendolo di nuovi , spiazzanti elementi.
Si torna al suo esordio, a L'età inquieta che tracciava una linea sulla chiusura mentale e culturale che può albergare nei più sperduti borghi francesi, si torna a L'umanità e ad inquietanti fatti di sangue al di là della comprensione umana, si torna anche al vento e alla spiaggia battuta dal vento, alle fattorie in cui il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa di Hors Satan, uno dei suoi titoli più enigmatici.
Qui il suo cinema procede oltre: si arricchisce della dimensione comica, sarcastica, o meglio tragicomica perché più vai avanti a ridere ( o meglio a sorridere) e più ti accorgi che in realtà c'è poco da ridere.
Al massimo si può ghignare.
A metà tra il ritratto di una fanciullezza irrequieta e un'indagine che inclina sul versante grottesco fin dall'inizio, P'tit Quinquin è un ritratto agrodolce di una comunità di freaks in cui  il polziotto incaricato dell'indagine è il più freak di tutti con i suoi innumerevoli tic e le sue battute che spesso virano decisamente al nonsense.
Van der Weyden è una maschera buffa, quasi da commedia demenziale e il suo fido Carpentier, uno che in bocca ha i denti schierati un po' a caso, non gli è da meno.
In effetti dell'indagine non interessa a nessuno, men che meno allo spettatore che è colpito più da quella immagine iconica della vacca sollevata in cielo dall'elicottero, che dai rilievi della scientifica che nell'ano della malcapitata bestia trova dita e altri resti umani.
Non è orrore , perlomeno non è percepito in questa maniera, è solo un problemuccio di una comunità sui generis in cui anche ai funerali in chiesa si ride, le vacche sono malate di BSE , la malattia della mucca pazza e anche i maiali sembrano non passarsela tanto meglio e di sottecchi vediamo anche uno Spiderman che riesce ad attaccarsi a una parete per poi passare a vedere altro.
Mai come in questa miniserie il confine è labile tra televisione e cinema. anzi inesistente visto che P'tit Quinquin è stato giudicato come miglior film francese del 2014 dai Cahiers du Cinema ed è passato senza la divisione in puntate a Cannes del 2014.
Poi il passaggio televisivo in quattro puntate dai titoli roboanti e affatto consolatori come La bestia umana, Al cuore del male, Il diavolo in persona , Allah è grande.
Insomma è cinema travasato in tv.
P'tit Quinquin è un nuovo Bruno Dumont, ritrattista di una comunità moderna eppure antica, una fotografia fedele di tutte le stranezze che la caratterizzano e contraddistinguono.
A cui stavolta aggiunge una cospicua dose di ironia.
Giusto per potersi finalmente regalare un  meritatissimo passaggio televisivo.

PERCHE' SI : ambientazione particolare quasi da crime series inglese, un piccolo protagonista eccellente, cospicua ironia che scivola spesso nel sarcasmo
PERCHE' NO :  non è una crime series a dispetto delle apparenze, l'esondazione nel grottesco potrà non piacere a qualcuno, così come le sottolineature politiche ( quarto episodio).

( VOTO 8 + / 10 ) 

19 commenti:

  1. Come avevo scritto un po' di tempo fa dal Cannibale, inizio folgorante, protagonista bravissimo, si ride amaro, poi, però mi è sembrato che il ritmo calasse per arruvugliarsi un po' su se stesso. E alla lunga l'ispettore diventa un po' noioso.

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    1. le prime due puntate sono da dieci in pagella, poi cede un po' ma è sempre un bellissimo vedere...

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    2. Le avevo viste tutte assieme al TorinoFilmFestival, quindi l'effetto "cedimento" è stato immediato. Resta comunque un prodotto notevole nell'insieme, sono d'accordo!

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  2. Ho visto le prime due puntate e sono qualcosa di epocale!
    A breve mi sparo pure la terza e per la quarta attendo i subbi italiani che pare usciranno a fine mese...
    Aspettative altissime!

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    1. io non ce l'ho fatta ad aspettare , la terza e la quarta puntata le ho viste con i sub in inglese...

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  3. perso a Torino, ma devo recuperarlo!

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  4. Mi incuriosisce moltissimo e allo stesso tempo questa cosa che leggo ovunque della prorompenza grottesca mi spaventa un po', ma prima o poi la affronto di gusto :)

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    1. a tratti il grottesco è il tono principale, ma si può tranquillamente vedere...

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  5. Ce l'ho in lista da un po', ma aspetto anche perchè di Dumont non ho visto proprio nulla e vorrei arrivare preparata se riesco a tener buona la pazienza :)

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    1. questo è un Dumont nuovo....io adoro Brunone Dumont...

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  6. Non ne avevo mai sentito parlare, me la procurerò :)

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  7. Sono molto curioso: potrebbe piacermi tantissimo o deludermi.
    Staremo a vedere.

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    1. è un prodotto strano, cinema a puntate di genere indefinibile, secondo me ti piacerà...

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  8. è un'illuminazione, un'altra cosa, spero di rivederlo al cinema

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    1. Dumont non delude mai , soprattutto quando lavora con i non professionisti...

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  9. Interessantissimo, anche io aspetto i sottotitoli.

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