I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 17 marzo 2012

Arirang ( 2011 )


Kim Ki Duk è caduto in depressione successivamente a un incidente sul set di Dream (ultimo suo film prima di questo documento filmato) e come afferma lui stesso, non potendo fare film ha deciso di puntarsi la cinepresa addosso ed esprimere,se possibile tutto il male che lo corrode da dentro.
Arirang è una lunga autointervista in cui convivono le anime diverse ( e divise) dell'uomo e dell'artista Kim Ki duk.
Una lunga confessione a denti stretti su argomenti che probabilmente nessuna intervistatore sarebbe mai riuscito a sviscerare.
Se l'uomo è abbattuto e ai limiti della pazzia, l'artista è lucidissimo nella disamina della propria vita e della propria luminosa carriera riservando diverse notazioni al veleno ai suoi ex collaboratori che dopo essersi fatto scudo del suo nome lo hanno abbandonato nel momento del bisogno consegnandosi ai produttori per il solito pugno di denari.
Arirang è una seduta di training autogeno per il Kim Ki Duk invecchiato e sgualcito che si propone di fronte alla videocamera impegnato, si fa per dire, nella sua vita da eremita su una montagna circondato da neve e con la sola compagnia del suo gatto.

Le sue attività quotidiane ( leggere, prepararsi i pasti,  bere del caffè assai sospetto da una macchina da lui stesso approntata, armeggiare con una pistola) scandiscono il ritmo di questo fiume in piena a favore di camera che si sfoga in modo appassionato e apparentemente sincero.
Ed è proprio questo, la sincerità, l'unico dubbio legato a questa operazione apparentemente antinarcisista in cui Kim Ki Duk si fa inquadrare nella versione peggiore: sciatto, ma vestito, invecchiato, con i capelli e la barba lunga.
In certi momenti sembra di assistere a un videomessaggio lasciato prima di un suicidio sia dell'uomo che dell'artista.
Ma sappiamo fortunatamente che Arirang è la testimonianza di uan crisi umana e professionale ormai appartenente al passato: la luce che si intravede in fondo al tunnel si è tramutato in un ritorno al lavoro. 
E se questo one man show fosse solo una brilante trovata esibizionista, per tornare di nuovo sotto i riflettori?

( VOTO : 7 / 10 ) Arirang (2011) on IMDb

2 commenti:

  1. L'ho trovato veramente fastidioso. Una persona così dotata (di talento e penso proprio anche di denaro) che si piange addosso lo trovo quasi un insulto a chi si impegna a fare cinema.
    La tua ultima domanda è perciò da tenere moooolto in considerazione, anche perché, "stranamente", dopo Arirang ha girato due film nel tempo di un anno. Curioso, no? :/

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  2. ti dirò che all'inizio mi ha abbastanza preso perchè credo che per un uomo denudarsi(metaforicamente) davanti a una telecamera in questa maniera deve essere veramente difficile.Col passare dei minuti però è sorto il sospetto che non tutto fosse sincero.E poi come dici tu...fare due film in un anno dopo un quasi suicidio è perlomeno curioso...

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