I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 26 marzo 2012

Macabre ( 2009 )


Gli ingredienti per il solito prodotto di serie, derivativo fino al midollo, c'erano tutti.
I soliti ragazzi a cui il destino fa compiere la scelta sbagliata( sempre una dannata questione di ormoni), la solita villa mausoleo nascosta nel mezzo del chissaddove, la solita famiglia in apparenza tranquilla che invece è formata dai un manipolo di  pazzi sanguinari in odore di immortalità.
Eppure questo film dei Mo brothers, come si firmano loro, è qualcosa di più del semplice slasher citazionista figlio degenere della nuova ondata di horror americani e nipote cancrenoso dei massacri texani alla motosega di Hooper o delle colline occhiute di Craven.
Diciamo che la filosofia di fondo è diversa: qui tutto è a favore di camera, gli ambienti non sono squallidi ma semplicemente inquietanti, la mostruosità non è fenotipica ma racchiusa dietro una maschera di normalità, come negli ultimi horror francesi da Martyrs al fenomenale A L'interieur.
Macabre ha una struttura che ricorda parecchio questo ultimo film con la sola differenza che nel film francese era una lotta tete a tete mentre qui ci sono parecchi personaggi coinvolti.
Dopo una veloce introduzione in cui si tipizzano sommariamente i futuri sventurati illustrando rapporti familiari non proprio adamantini nel gruppo di ragazzi , si entra abbastanza presto nel vivo del film.
La villa è un tetro simulacro di sventura, macabra come poche per la sua aria vecchia e stantia. Anche sedersi su un vecchio, polveroso divano mette a disagio.
Figuriamoci la cena.
Dopo circa 30 minuti parte la carneficina all'arma bianca che allo spettatore risparmia poco e niente, compresa la strage di un gruppo di sprovveduti poliziotti.
Finale con l'impettita padrona di casa, donna di età indecifrabile, con una voce stentorea da Christopher Lee in gonnella, che brandisce con estrema nonchalance una motosega per affettare chi è sopravvissuto.


L'orrore ha una madre.


Questo l'efficacissimo slogan che compare sulle locandine di Macabre (altro titolo internazionale Darah).
Mi permetto di aggiungere che l'orrore oltre a una madre ha anche tre figli che non sono proprio così raccomandabili tra manipolazioni, sezionamenti e insensibilità al dolore.
Se i ragazzi protagonisti vanno alla mattanza per le loro scelte sbagliate, brilla per stupidità la sedicente supersquadra di poliziotti (sottotesto politico?) che aggiungerà sangue ad altro sangue.
Quello che colpisce di Macabre è l'estrema pulizia stilistica ( quasi un controsenso in un film dove vengono spezzate ossa a vista e il sangue schizza da tutte le parti) che permette ai registi di avere un controllo totale nelle scene più "concitate" e allo stesso tempo lascia intuire una bella mano anche quando si tratta semplicemente di far accumulare la tensione.
Esemplificativa in questo senso la sequenza della cena all'inizio del film che fornisce generosi dosi di inquietudine pur non accadendo praticamente nulla.
Bastano sinuosi movimenti della cinepresa per creare questo clima ansiogeno con la sensazione che succeda l'irreparabile da un momento all'altro.
Macabre fa apparire roba tipo Saw Hostel come divertissiment per mocciosi foruncolosi.
Inedito in Italia ma non è un problema.

( VOTO : 7,5 / 10 ) 

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