I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 17 marzo 2012

L'albero ( 2010 )


Curioso che nel 2011 abbiano trovato posto nelle sale cinematografiche film come The Tree of Life di Malick, l'albero della vita, e questo di Julie Bertuccelli che possiamo ribattezzare tranquillamente L'albero della morte.
Melodramma familiare ad alto tasso lacrimogeno l'opera seconda,escludendo i documentari,della cineasta francese (dopo il notevole Da quando Otar è partito) che si è fatta conoscere come aiuto  regista di gente come Iosseliani, a cui si richiamava parecchio il suo film d'esordio, Kieslowski e Tavernier, non convince per il suo eccesso di simbologie che varca il limite dello stucchevole.
La famiglia di Dawn che ha perso il marito per un infarto è in balia degli eventi e lei non è sicuramente in grado di essere una guida per i suoi quattro figli che dimostrano spesso una maturità superiore a quella della madre.
In più c'è il confronto con la piccola Simone secondo cui il padre vive nel gigantesco albero di fico che incombe sulla casa. 
La madre le crede e quando l'albero diventa pericoloso per la casa (disegno divino? semplice fatalità?Insufficiente potatura delle radici?Uragano casuale?Boh!) pensa che sia tutta colpa del flirt che sta vivendo con l'aitante George ,uomo sensibile e comprensivo decisamente avversato dalla figlia.
Curiosa produzione franco/australiana tratta dal romanzo Padre nostro che sei nell'albero di Judy Pascoe, il film della Bertuccelli si avvale dell'ottima prova di Charlotte Gainsbourg nella parte della fragile Dawn (è ormai abbonata a questo tipo di personaggi) e della piccola Morgana Davies che è il personaggio attorno al quale ruota tutto il film.
L'albero non convince nel suo tentativo di cercare la poesia nell'elaborazione del lutto o in simboli tanto eclatanti quanto ingenui ( il latte equiparato a sangue che esce dagli "sfregi" che si fanno all'albero).
Ed è da rimarcare che tra la razionalità che permette di leggere l'evento atmosferico come occasionale e il disegno oscuro di qualche entità sovrannaturale che orchestra un uragano che distrugge casa e albero ma lascia incolumi gli umani, il film non sceglie assolutamente nulla.
Si affida al semplice fatalismo del "domani è un'altro giorno"
Troppo semplice e troppo poco per un film come questo che aveva altre e alte ambizioni.
Uscito ( ma in pratica  mandato al massacro) nel bel mezzo della canicola estiva a luglio del 2011 è passato del tutto insosservato.



(VOTO : 5 / 10 ) The Tree (2010) on IMDb

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