I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 2 marzo 2012

Alice ou la dernière fugue ( 1977 )



Alice ou la dernière fugue è uno dei film meno conosciuti di Chabrol, una delle sue rarissime incursioni nel mondo del racconto gotico.
Eppure tutto riconduce indubitabilmente allo stile del maestro.
Partendo da una storia di fuga di una donna bella, libera ed emancipata dal solito castrante matrimonio borghese, Chabrol lavora di fino sulle atmosfere rendendo la narrazione un impetuoso crescendo di interrogativi senza facile risposta.
Alice (che di cognome fa Carroll in evidente omaggio allo scrittore) entra in un "paese" degli orrori come se passasse attraverso uno specchio.
Il parabrezza infranto, su cui vede riflesso l'ultimo atto della rottura col marito, la costringe a fermarsi presso una casa un po' trascurata che ha visto sicuramente tempi migliori.
I suoi misteriosi ospiti, un anziano signore e il suo maggiordomo , oltremodo cortesi,  non vogliono domande perchè non forniranno risposte.
La mattina dopo Alice si accorge che la casa e il suo parco sono senza uscita e anche quando le sembra di essere fuggita si ritrova al punto di partenza.
E gli incontri che fa contribuiscono ad incrementare il mistero attorno a quello che la circonda.
Nessun facile espediente per accrescere l'ansia in modo truffaldino, ma solo la sublime arte di Chabrol di evocare un'atmosfera carica di tensione solo attraverso la sua mirabile capacità di far apparire staordinariamente inquietanti cose che fanno parte della banalità quotidiana, come può essere un pendolo fermo che ricomincia a funzionare o un'ombra che si allunga in modo inquietante su un muro.
Pura magia del cinema e capacità superiore nell'uso del mezzo espressivo marchiano a fuoco Alice ou la dernière fugue.
Chabrol immerge il film in suggestioni oniriche, spunti psicanalitici, accetta di entrare nel mare magnum del racconto fantastico senza modificare il proprio modo di girare pragmatico e puntuale.
E vince la scommessa.

Anche la scelta apparentemente temeraria di avere come protagonista Sylvia Kristel, diventata un paio di anni prima icona erotica di una generazione grazie a Emmanuelle, si rivela vincente.
L'attrice olandese è di una bellezza sconvolgente ma non è sfruttata da Chabrol per evocare erotismo (anche se c'è una sequenza di nudo integrale che però appare ben inserita nel contesto e non gratuita).
Il suo sguardo fisso , la sua espressività abbastanza limitata sono assolutamente funzionali alla narrazione, inoltre non ha molti dialoghi nel film.
Però ha un bel personaggio: mai doma, ostinata e mai rassegnata a subire passivamente quello che le sta accadendo intorno.
Alice ou la dernière fugue è un film assolutamente da riscoprire: dedicato alla memoria di Fritz Lang (ed omaggiato con uno stile che richiama l'espressionismo tedesco in alcuni frangenti) è un film assolutamente coerente alla carriera del maestro francese perchè pur rappresentando un'inedita incursione nel genere fantastico, ha uno stile immediatamente riconducibile alle altre opere del grande regista francese.
Disponibile l'edizione francese del dvd.

( VOTO : 7,5 / 10 ) 

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