I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 13 marzo 2012

Tutti per uno ( 2009 )


Ha un prologo e un epilogo ambientati in un futuro incolore ed asettico ma Tutti per uno è un film che parla di stretta attualità. 
Un'opera che fuor di metafora consiglia di investire sulle nuove generazioni che si uniscono senza vincoli di colori di pelle o diversità in genere e in questo appaiono molto più aperte degli adulti chiusi in una gabbia ammuffita fatta di intollerabili leggi razziste.
Il film di Goupil narra della costante contrapposizione tra il mondo degli adulti e quello dei  ragazzi.
In una scuola multietnica un giorno Youssef sparisce perchè espulso assiema alla sua famiglia..
Milana è cecena, è senza documenti e rischia l'espulsione ma per Blaise è un'amica, forse qualcosa in più, da proteggere anche a costo di guai. Cendrine , la madre di Blaise la accoglie in casa come una figlia in più.
E in questo mondo di adulti così ligi a una burocrazia così cieca, solo i bambini hanno la soluzione. 
Scelgono la fuga, un piccolo mondo a parte nel seminterrato di un palazzo nascosto agli occhi indiscreti per vivere il loro sogno.
Un mondo esclusivamente a loro misura, fatto di biscotti ,di giochi e di disegni senza presenze ingombranti e indesiderate. Ma purtroppo è un sogno a breve scadenza.
Si esce a mani alzate dal rifugio (Les Mains en l'air è il suggestivo titolo originale ) in segno di resa.
E' la sconfitta del senso d'umanità e del sentimento di fratellanza che dovrebbe accomunare tra loro gli uomini,se questo fosse un mondo perfetto.

Dietro le apparenze del racconto formativo e di ribellione il film di Goupil è una critica neanche tanto velata alla politica francese sull'immigrazione che se ne infischia di affetti familiari e di radici ormai messe in una terra che straniera non è più.
Non è un caso che gli unici che combattono contro questa politica miope sono Cendrine, la madre di Blaise, che sembra uscita da una comune anni '70 per come è irrimediabilmente prigioniera di ideali e le maestre della scuola di Blaise e Milana, che cercano in tutti i modi di proteggere i piccoli.
Convincente lo sguardo di Goupil posto ad altezza di bambino ( i riferimenti a Truffaut non sono affatto peregrini) con questi piccoli ribelli che stupiscono per genuinità.
 La parte del film che narra dell'evasione in campagna della famiglia allargata a Milana e di altri amichetti è  la migliore per come cattura un clima di allegra complicità.
Nel finale si scivola forse nella retorica ma almeno il dolore viene lasciato fuori campo.
Sarebbe stato eccessivo sovraccaricare ancora di più un finale che ci presenta senza deformazioni lo specchio dei nostri tempi.

( VOTO : 6,5 / 10 )  Hands Up (2010) on IMDb

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