I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

mercoledì 21 marzo 2012

I Wish ( 2011 )



C'è un posto e c'è un momento in cui tutti tutti i sogni potranno essere realizzati.
I Wish ( titolo originale Kiseki la cui traduzione letterale è miracolo,concetto che evoca connotazioni religiose però del tutto assenti in questo film) è la storia della ricerca di quel posto e di quel momento da parte di due fratelli, Koichi,il maggiore e Ryunosuke che scontano l'indifferenza tra i loro genitori che hanno diviso le loro strade e si sono divisi anche i figli.
Per riavere indietro il loro sogno i due fratellini sono disposti a imbarcarsi per l'impresa di vedere incrociare per la prima volta su un  tratto ferroviario appena inaugurato due treni ad alta velocità,vanto delle ferrovie giapponesi.
Calcolate le distanze e le velocità i due fratellini assieme ad alcuni amici si ritroveranno per questo fondamentale appuntamento ognuno con il proprio sogno da tirar fuori dal cassetto.
Un film di bambini, treni , memorie e sogni.
E' stupefacente come Koreeda riesca sempre a trasformare il proprio cinema trattando sempre le stesse tematiche.
Dopo il sogno e il percorso formativo di Air Doll , il grande autore giapponese torna a parlare di bambini ma fortunatamente in maniera meno pessimista di quanto accaduto nel bellissimo Nobody Knows.
La sua cinepresa si sofferma delicatamente su un gruppo di bambini catturati nel loro cammino verso la crescita, sui loro occhi vigili che avidi vogliono scoprire il mondo, che cosa c'è lì fuori.
Ma non solo.

I Wish è anche un intenso e commovente affresco intergenerazionale in cui il Giappone viene impietosamente messo a nudo, tra vecchi ancora capaci di sognare e una generazione di mezzo affetta dalla solitudine e dall'alienazione, malattie contagiose nella società nipponica moderna.
E' angoscioso vedere persone anziane che probabilmente non hanno più nulla da chiedere alla loro permanenza terrena avere ancora la forza di lasciarsi cullare dalla fantasia mentre i figli sono afflitti da quell'inquietudine sottile ma profonda che ti impedisce anche di sognare.
Per fortuna che ci sono i nipoti che riescono a credere alle leggende che parlano di miracoli.
Anche quando nella realtà  a loro basterebbe una famiglia, come quella che Koichi vede allontanarsi attraverso il vetro di una stazione.
Il suo sogno che è quello di un'eruzione da lui raffigurata color pastello che copra(nasconda) tutto lascia spazio al silenzio: alla scelta della famiglia come ha fatto Ryunosuke.
C'è spazio per tutti ,ognuno col proprio pezzetto di sogno da conservare gelosamente,sia esso un conforto per una madre che ha fallito nella carriera d'attrice,sia esso una memoria di anni e anni passati con un cagnolino affettuoso venuto a mancare proprio il giorno prima del viaggio.

" Spero che a papà vada tutto bene!"

Vorrei saper disegnare meglio!"

" Vorrei diventare un'attrice!"

" Vorrei poter correre più velocemente!"

" Vorrei che mio padre smettesse di giocare d'azzardo!"

Vorrei far rivivere Marble!"

Koreeda riesce come al solito a far sgorgare poesia dai piccoli gesti quotidiani dei suoi protagonisti, il suo magnifico cinema introspettivo regala come sempre suggestioni e pensieri che non terminano con i titoli di coda del film.

Il tutto racchiuso nello sguardo e nella risata di un bambino, nel dolcetto fatto dal nonno perennemente insoddisfatto, nei movimenti delle mani della nonna a disegnare figure strane e meravigliose, nel pensiero continuo a un figlio che per capricci del destino e dell'amore è costretto a stare lontano.
Koreeda continua a regalarci interni familiari sfumati ravvivati da facce conosciute ed esterni che nella loro apparente banalità acquistano una  bellezza particolare dovuta alla moltitudine di colori che li anima. 
Continua a realizzare grandi film che vengono puntualmente ignorati in occidente, se non fosse per qualche comparsata in alcuni Festival come quello di San Sebastian.
Il suo è cinema che continua a contemplare quale magnifico gioco è la vita , anche parlando di morte.
Perchè si sa,il concetto di morte è insito in quello di vita.
E Hirokazu Koreeda lo racconta nel migliore dei modi.

( VOTO : 9 / 10 ) 
I Wish (2011) on IMDb

2 commenti:

  1. Hai proprio ragione: è un vero peccato che i film di Koreeda passino inosservati qui da noi. Anche questo I wish è un film bellissimo, delicato e commovente.

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  2. Sarò di parte perchè Koreeda è uno dei miei registi preferiti in assoluto ma è veramente vergogonoso che per conoscere il suo cinema devi praticamente fare salti mortali.Grazie per l'intervento!

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