Come out and play di Makinov più che un remake è uan perfetta simulazione dell'originale Ma come si può uccidere un bambino? dello spagnolo Narciso Ibanes Serrador che fu uno dei primi film spagnoli rilasciati sul mercato internazionale dopo la fine della dittatura franchista.
Stessi titoli di testa, stessa fotografia anni '70, stessa fisionomia degli attori protagonisti che cambiano solo di nome ( Tom and Evelyn nell'originale, Francis e Beth nel remake).Qualche dubbio sulla collocazione temporale perchè se nell'originale era normale che si comunicasse via radio, al giorno d'oggi non è così normale non avere cellulari o roba del genere, però effettivamente in un film piuttosto spoglio sotto il profilo delle scenografie è difficile stabilire in che anno sia ambientato.
Una differenza fondamentale è il prologo che nel film originale è piuttosto lungo e articolato mentre nel film di Makinov si passa subito , per così dire, all'azione.
In Ma come si può uccidere un bambino? nell'incipit ci sono richiami storici ai soprusi subiti dai bambini durante guerre e genocidi di massa avvenuti un po' in tutto il mondo , cosa che al giorno d'oggi appare anche un po' didascalica ma che ha una sua stringente efficacia nel mostrare immagini vere shockanti tratte da documentari dell'epoca.
Makinov nel suo remake si disinteressa del lato sociale ( cosa che aveva un certo peso in un film rilasciato appena dopo la fine di una dittatura sanguinaria come quella franchista) per interessarsi solo alla macchina dello spavento , asciugando il minutaggio del film di circa una ventina di minuti, mentre per il resto riprende quasi filologicamente, inquadratura per inquadratura la pellicola originale.
Che , guardata con gli occhi di oggi è ancora discretamente spaventosa: in tempi di bambini in cui si è reincarnato il maligno ( Il presagio) o posseduti ( L'esorcista), Ma come si può uccidere un bambino? appare in tutta la sua disturbante efficacia per come usa la normalità come base per l'orrore, scardinandola senza dare spiegazioni di sorta come accadeva nei film succitati: che cosa c'è di più puro e innocente di un bambino apparentemente tranquillo? E davvero non si può uccidere un bambino, oppure per salvarsi la vita possiamo venir meno a questo principio che sembra sacrosanto?
Un po' come succedeva nel capolavoro Il villaggio dei dannati di Wolf Rilla ( e relativo remake carpenteriano) in cui i bambini però avevano dei poteri straordinari, erano tutti biondi belli e inquietanti, oltre che letali,avevano le sembianze di una razza superiore da subito.
La differenza sta nel fatto che l'orrore sia nel film di Ibanez Serrador che in quello di Makinov è centellinato e comunque i bambini all'esterno non sembrano mostrare nulla di anomalo , si comportano in maniera in apparenza normale, non parlano e non sono apertamente ostili ai due protagonisti.
Però poi cominciano a dare la caccia ai due intrusi adulti.
Il finale è abbastanza romeriano: perdura l'assenza di spiegoni finali trituranti e c'è quel quid apocalittico caratteristico di molti film del maestro americano.
Se Ma come si può uccidere un bambino? seppur inquietante come pochi appare come figlio naturale del suo tempo, Come out and play è un oggetto filmico al di fuori del tempo per il suo stile vintage , in un tempo di horror plastificato è un ritorno al passato e a un certo modo di creare suspense legato all'assenza degli effetti speciali e della computer grafica che in post produzione è in grado di aggiustare tutto.
E anche quando troviamo esempi di pellicole che usano i bambini come fattore orrorifico ( vedi i bambini dell'ottimo The children) la pellicola di Makinov mostra ancora meglio tutta la propria stravaganza anacronistica.
Altro fattore importante è l'uso della luce: qui è tutto fatto alla luce del sole, il buio che spesso è usato come espediente per fare paura è del tutto assente, anche le case bianche contribuiscono a creare dissonanza con quello che accade.
Qualche altra parola su questo Makinov. dice di essere originario della Bielorussia, sembra risiedere in Messico, si presenta su youtube con dei proclami deliranti in cui appare incappucciato di rosso come un compagno di Baal, fa girare il suo film per tutti i festival specializzati in cui annuncia anche la sua presenza che poi viene regolarmente annullata ( oppure può darsi che c'è lo stesso, tanto chi lo riconosce senza cappuccio?).
A parte che un tipo simile lo vorresti abbracciare stretto al collo o accarezzare con una mazza chiodata, ancora non si capisce se questo è un furbastro che se la tira oppure se ha il talento per sfondare.
Per adesso è partito bene, ma questo era solo un remake.
Vediamo se riesce a tirar fuori farina dal suo sacco.
( VOTO : 6,5 / 10 un punto in meno perchè è un remake // 7, 5 / 10 )
mi hai incuriosito, ma prima devo rivedere l'originale, ero un ragazzino l'ultima volta che l'ho visto
RispondiEliminaanche io prima di fare questo post ho recuperato l'originale, comunque il remake è sostanzialmente una fotocopia...fatta bene ma sempre fotocopia che comunque ha avuto il merito di farmi scoprire un film che non conoscevo...
EliminaHai incuriosito anche me, soprattutto per il finale romeriano! E poi un horror messicano (o bielorusso, fa lo stesso!) non posso certo perderlo.
RispondiEliminanon l'ho voluto svelare ma c'è un film di Romero che finisce più o meno come questo fatte le dovute proporzioni e il fatto che lui parla di zombie e non di bambini..
Eliminal'originale è davvero inquietante, e le contestualizzazioni storiche che hai richiamato aumentano il valore del film spagnolo.
RispondiEliminal'inizio mi è sembrato molto politico e molto anni '70...possibile che non si sia parlato della guerra civile spagnola?
Eliminami sembra di ricordare che non parli della guerra civile, ma dei bambini offesi, in genere.
Eliminaqui un articolo interessante (http://www.academia.edu/2299008/Francos_Kids_Geopolitics_and_Postdictatorship_in_Quien_puede_matar_a_un_nino)
adesso mi viene in mente Ballard, "un gioco da bambini", c'è un bel po' in comune, e il libro di Ballard è posteriore,
si, parla dei bambini che ci rimettono sempre più degli altri nei vari conflitti, parla oltre che della persecuzione degli ebrei anche della guerra della Corea e del Vietnam...
EliminaQuién puede...è un piccolo capolavoro; ricordo che all'epoca stimolò molto la mia fantasia di 15enne. Incuriosito anche io mi forzerò (non amo i remake) a vedere anche questo Come Out, giusto per massacrarlo un po'!
RispondiEliminaio ho conosciuto prima il remake che è sostanzialmente la copia conforme dell'originale...piuttosto da massacrare c'è questo Makinov, un tipo assolutamente delirante, credo che sul tubo si trovino i suoi proclami...
EliminaEcco, adesso mi devo segnare questo film, anzi questi film (originale e remake), perchè la trama mi ha incuriosito troppo!! E poi è da tanto che non vedo un bell'horror come si deve...l'ultimo che ho visto è stato "Le colline hanno gli occhi" e non era particolarmente entusiasmante! Grazie per la precisa recensione! ;)
RispondiEliminabenvenuta su queste pagine e grazie a te che hai avuto la pazienza di leggere! Se vuoi dell'horror se ti fai un giro nel blog ne trovi parecchio perchè qui a bottega ce piace...
EliminaIo più passa il tempo e ci ripenso, più questo film mi piace.
RispondiEliminaCon tutti i difetti che ha (perché comunque ne ha) inquieta come pochi. Makinov è un tipetto arrogante. però secondo me sa il fatto suo. Vediamo che combina in futuro
infatti sono curioso pure io di che cosa combinerà in futuro...non è che abbiamo scoperto il von trier dell'horror?
EliminaSarà ora che mi decida a recuperare l'originale. Ciò che mi ha frenato fino adesso è che l'altro film di Serrador, "Gli Orrori del Liceo Femminile", di cui avevo sempre sentito parlar bene, per me è stata invece una grossa delusione.
RispondiEliminaquello mi manca e a sentire il titolo non so neanche se mi viene al voglia di recuperarlo...
Eliminahttps://www.facebook.com/pages/Cinema-Poco-Celebre/612933938734920
RispondiEliminahttp://cinemapococelebre.blogspot.it/2013/07/come-out-and-play.html