Shun Li è una delle tante donne cinesi arrivate in clandestinità in Italia per essere sfruttate come schiave o quasi per pagare il viaggio della speranza che hanno fatto dalla Cina. Inoltre sogna di far arrivare da lei anche il figlio di 8 anni e per questo deve guadagnare ancora di più, per ricevere la "notizia".
Da Roma viene mandata a gestire un bar a Chioggia e qui ha difficoltà a capire la lingua e soprattutto il dialetto parlato dagli avventori, quasi tutti pescatori del posto.
Impara presto a conoscere i clienti abituali e stringe un rapporto d'amicizia con Bepi, pescatore croato vedovo di un'italiana, detto "il poeta" per la sua capacità di fare rime. Il paese è piccolo , gli italiani credono che Shun Li sia la solita straniera venuta a sposare un vecchio italiano per l'eredità e la cittadinanza mentre anche la comunità cinese non vede bene questo rapporto tra i due ordinando alla donna di trattare Bepi come un semplice cliente.
Arrivano a minacciare di non far arrivare in Italia suo figlio....
Sono sempre contento di poter parlare bene di un film italiano visto lo stato comatoso in cui è ridotto il nostro cinema. E per una volta non è una commedia genere rifugio per eccellenza in cui vengono convogliati tutti gli sforzi produttivi dell'industria italica del grande schermo da un po' di tempo a questa parte.
Io sono Li è l'esordio nel campo del cinema di fiction dell'apprezzato documentarista Andrea Segre, un film giocato su un tono intimista e delicato in un contesto molto realistico.
Chioggia è afflitta dall'acqua alta come Venezia ma è molto meno poetica, gli abitanti sembrano subire con la mesta rassegnazione della normalità i disagi di dover camminare con degli improbabili stivaloni impermeabili o consumare un caffè al bar praticamente a bagnomaria dal ginocchio in giù. Nulla di coreografico, solo sopportazione che lascia intravedere l'occhio del documentarista .E questa Chioggia uggiosa mostrata generosamente è realtà pura,non resa posticcia dagli artifici della ricostruzione cinematografica.
La bravura di Andrea Segre inoltre è stata quella di creare due protagonisti assolutamente credibili: Li è spaesata ma abbassa la testa e lavora sopportando tutti gli strali avversi che il destino le riserva perchè deve far arrivare suo figlio in Italia ( la "notizia"), Bepi fa amicizia con lei probabilmente perchè essendo di origine straniera come lei capisce lo sradicamento subito dalla donna cinese e stabilisce con lei una sorta di empatia generata dal ricordo dei tempi passati.
Ed è centratissimo anche il coro di personaggi che gravita attorno a loro, un coacervo di umanità e pregiudizio ( il personaggio dell'assessore viscido o del rozzo Devis ) che si trasforma in un sentimento razzista neanche tanto strisciante, anzi più volte conclamato in vari passaggi del film. Un razzismo dettato più che altro dalla chiusura mentale , dall'ignoranza , dalla mancata comprensione della diversità.
Io sono Li parla di un'integrazione possibile eppure improbabile allo stato attuale delle cose perchè la chiusura verso le rispettive differenze è assolutamente speculare, un razzismo bifronte che si muove in entrambe le direzioni , dall'Italia verso la Cina ma anche dalla Cina verso l'Italia .
Si parla di quella solitudine perniciosa che attanaglia il cuore e l'anima, di quel bisogno di sentirsi fratelli a qualcuno anche se ha gli occhi a mandorla ed che è venuto dall'altra parte del mondo.
Un film recitato meravigliosamente inserito in una cornice ambientale inconsueta ma che ha il fascino della realtà filmata attraverso l'occhio da entomologo di una macchina da presa curiosa e che si pone sempre alla giusta distanza dai luoghi e dai personaggi che inquadra.
Andrea Segre osa anche con il misterioso e il fiabesco azzardando un lieto fine forse addirittura inaspettato.
Ma è un qualcosa che deve essere pagato a carissimo prezzo.
( VOTO : 7,5 / 10 )
tu sei li,
RispondiEliminae io sono qui
scusa, ma non ce l'ho fatta a tenermi ahah :D
e se venissi li a dirtene quattro? ah ah effettivamente non si resiste...:D
EliminaL'ho da tempo in attesa, dopo la tua recensione forse è arrivato il momento di scongelarlo!
RispondiEliminami è piaciuto molto, secondo me merita...
EliminaSarà che passando tutte le estati a Chioggia l'ho guardato con un occhio di riguardo, ma a me è proprio piaciuto..
RispondiEliminaHo passato qualche giorno di vacanza tra Venezia e la riviera del Brenta e mi avevano praticamente sconsigliato di visitare Chioggia...Da quello che si vede nel film invece non sembra così brutta come qualcuno mi aveva detto...
Eliminaun film che rimarrà, ne sono sicuro
RispondiEliminaa me è piaciuto moltissimo, sincero, senza retorica, con attori bravissimi
condivido anche le virgole di quello che hai detto...
EliminaUhm, sono razzista nei confronti del cinema italiano contemporaneo, però a quanto pare è effettivamente ora di dargli una chance.
RispondiEliminail razzismo cinematografico ti risparmia di tante cose inutili, ma di sicuro ti priva di tante bellezze, rischia, ti invito, magari ti fermi prima se non ti va:)
Eliminaanche io sono razzista nei confronti del cinema italiano contemporaneo però sono sempre speranzoso di trovare qualcosa di buono e questo film lo è...garantito!
EliminaFilm bellissimo, senza se e senza ma.
RispondiEliminaNe parlerò anche io a breve.
allora non vedo l'ora di leggerti!
EliminaDevo recuperarlo.
RispondiEliminasecondo me non ti pentirai!
EliminaBel film, dolce, poetico. Forse con 15 minuti di meno (e un montaggio più accurato) sarebbe stato un vero gioiellino. Da scoprire, anche perché non è il solito film italiano.
RispondiEliminaNon il solito film italiano e uno dei pochi che ti fa restare la speranza che in Italia si possa fare del buon cinema...
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