I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 4 maggio 2012

America oggi ( 1993 )


Dopo l'alienazione collettiva di Nashville, le cattiverie servite su vassoi d'argento in Un Matrimonio, questa serie di velenose istantanee chiude in modo definitivo il cerchio su che cosa sia effettivamente l' America Oggi
O meglio nel '93 ma non sembra che sia cambiata così tanto nel frattempo.
Il cinema spiraliforme di Altman che valorizza le infime vicessitudini rubate al caso e l'incessante sfiorarsi di destini contigui raggiunge ancora una volta la sua funerea perfezione.
America Oggi è un mausoleo cinematografico, è l'abisso che troviamo in fondo al Sunset Boulevard, è la strada lastricata di buone intenzioni che non diverranno mai realtà, è un biglietto di sola andata per l'inferno fai- da- te in cui si è definitivamente infranto il Sogno Americano, è la piaga verminosa di una civiltà occidentale allo sbando, è il regno dell'incomunicabilità.
La regia di Altman alleggerisce le tre ore di film passando con soave leggerezza da una vicenda all'altra fluidificando una materia narrativa magmatica.
E' costante il senso di morte che incombe sul film, sia essa vera ( la morte della ragazza trovata dai pescatori, quella del bambino, il suicidio della violoncellista, l'assurdo omicidio nella parte finale) sia essa rappresentata per finzione cinematografica ( il truccatore che gioca con la sua ragazza fotografandola con trucco di scena come se fosse morta).
Ed è costante anche quella straniante impossibilità a comunicare che rende le esistenze di ognuno più problematiche: la moglie finalmente riesce a parlare col marito medico di un suo problemino coniugale dopo violente sollecitazioni emotive, i genitori del bambino come racchiusi in due teche differenti finalmente trovano il modo di comunicare al capezzale del figlio morente, un nonno che non ha mai visto suo nipote forse trova la sola occasione sbagliata per conoscerlo finalmente, la moglie che lavora a una hotline telefonica da casa non si accorge dei problemi che ha il marito, la figlia violoncellista sceglie il suicidio proprio perchè non ha altro modo di evidenziare il suo estremo disagio agli occhi della madre.

Gli short cuts altmaniani sono impietosi, animati da un'ironia amara quasi sconfinante nel sarcasmo.
La civiltà sta affondando nell'indifferenza generale come è testimoniato dal gruppetto  di pescatori che continuano a pescare incuranti del cadavere, trattato più o meno come un souvenir da fotografare. 
E quello che sembra all'inizio il  Big One, quell'evento che nella sua forza distruttiva potrebbe catalizzare gli sforzi collettivi di un sussulto di dignità, è solo  fortunatamente un'illusione. 
America oggi è l'istantanea di un mondo votato all'autodistruzione,è il Nashville girato negli anni '90, è l'urlo strozzato dipinto in Guernica da Picasso adattato al nuovo mondo.  
Grande cast, strepitoso modo di fare cinema. Straordinario film.


( VOTO : 10 / 10 )   Short Cuts (1993) on IMDb

2 commenti:

  1. Film strepitoso, Altman è una delle voci più autorevoli del Cinema made in Usa.
    E grande che hai citato Un matrimonio, film poco conosciuto ma altrettanto potente.

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  2. A breve parlerò anche di Un matrimonio, film che ho intenzione di piazzare tra le prossime re-visioni. Altman è sublime!

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