I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 17 maggio 2012

Transfer ( 2010 )

Distopia portami via.
Sarà la crisi che contrae i capitali, sarà che c'è sempre meno gente che rischia i propri soldi in un film solo per il gusto di infarcirlo di effetti speciali ma in questi ultimi anni il genere fantascientifico sta dirigendosi sempre più verso la descrizione di una realtà distopica, vicina alla nostra, credibile proprio perchè può essere considerata un'evoluzione di quello che stiamo vivendo al giorno d'oggi e allo stesso tempo inquietante perchè le visioni sul prossimo venturo che si stanno ammassando le une sulle altre hanno come minimo comune denominatore il pessimismo . Una manna per noi appassionati del genere perchè questa possibile strada intrapresa per il futuro prossimo è perlomeno ricca di insidie, di implicazioni sempre sfavorevoli ma soprattutto di complicazioni.
Transfer si inserisce nella scia inaugurata dal cult Gattaca e poi calcata brillantemente da Non lasciarmi ma se possibile in modo ancora più "raffreddato". Ma forse la sua origine primaria è lo straordinario Operazione diabolica, splendido Frankenheimer annata 1966 in cui a un uomo d'affari desideroso di resettare la propria vita veniva data l'identità di un giovane pittore di successo. E pure la faccia e il fisico di Rock Hudson che non guastava.Nel film di Damir Lukacevic, regista d'origine croata trapiantato in giovanissima età in Germania dove si è formato artisticamente si parla di eugenetica, di scelta del genoma migliore per proseguire nell'evoluzione della specie, di progressiva spersonalizzazione, dell'importanza del fenotipo, di come si appare rispetto a quello che si è. Si arriva a scegliere il miglior involucro per proseguire la vita biologica il più a lungo possibile. Basta pagare un piccolo(grande) obolo. Solo un milione di euro.
E che sarà mai per dei ricchi benestanti.
Chi ha soldi può permettersi quindi l'immortalità e l'usufrutto di corpi altrui "comprati" per l'occasione. Facendo quindi selezione.
Transfer è la storia di Hermann e di Anna vecchi e malati che accettano di provare il programma dell'Istituto Menzana. Questo innovativo servizio realizzato dentro laboratori asettici di un bianco abbacinante permette loro di dissociare la propria personalità da un corpo vecchio e malandato come il loro e inserirla nel corpo di due giovani africani Apolain e Sarah, poco più che ventenni, nel pieno della propria bellezza e della propria vigoria fisica.
I due ragazzi da parte loro hanno accettato il contratto proposto solo per lucro perchè provenienti da zone poverissime, sperando di migliorare le condizioni di vita delle proprie famiglie con i soldi guadagnati. Anna ed Hermann possono occupare il corpo dei ragazzi per venti ore al giorno mentre per le altre quattro ore giornaliere Apolain e Sarah avranno a disposizione il proprio corpo. Ma non per fare ciò che vogliono perchè, nel periodo di prova che dura per tre mesi, non possono danneggiare assolutamente i rispettivi corpi e per quello sono tenuti all'interno di una lussuosissima magione, sotto stretto controllo video da parte di guardiani pronti ad intervenire al momento giusto.
Col passare dei giorni vediamo che tramite diario le due donne riescono a comunicare mentre tra i due uomini si crea una sorta di concorrenza, la solita lotta tra galli cedroni che cercano di marcare il territorio.
E quando Sarah scoprirà di essere incinta....
Transfer  ha uno stile registico compassato, senza troppi movimenti di macchina adatto a creare distanza con il materiale incandescente dello script: sotto la patina della fantascienza distopica tratta non banalmente di temi come la povertà del terzo mondo, il potere annichilente e immorale del denaro con cui si può comprare veramente di tutto da un corpo giovane e forte fino all'immortalità, sulla concezione di uomini in predatori e predati con i primi che hanno potere di vita o di morte sui secondi.
Non solo parlando con le armi ma anche non risolvendo il problema della fame nelle fasce più deboli della popolazione mondiale.
Altro tema fondamentale che tratta è quello del razzismo. Coraggiosamente, senza ipocrisie perchè è evidente che l'ambientazione tedesca non aiuta certo a parlare di certe cose memori di un passato recente. Ma  è solo uno sfondo: che cosa accadrebbe se un tuo vecchio amico malconcio il giorno dopo si presentasse da te sotto le spoglie di un bellissimo giovane nero?
Credo che sia difficile da accettare questa trasformazione.
Il razzismo strisciante che vediamo nei confronti di Apolain e Sarah è più dovuto al cambiamento drastico che non a un reale rifiuto di una razza diversa. Mentre quando si è all'interno dei laboratori della Menzana , il trattamento riservato a questi giovani africani è lo stesso riservato alle cose preziose. Attento, accurato, ma sono cose , prodotti da vendere non persone. E questa è una forma ancora più abietta di razzismo.
Ecco perchè il futuro prossimo messo in scena da Transfer è terrorizzante: legalizza la selezione della specie e della razza in base alla forza economica.
E non è una bella cosa da augurarsi per il futuro.

( VOTO : 7 / 10 ) Transfer (2010) on IMDb

2 commenti:

  1. tematiche interessanti, sembra meritare una possibilità..

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  2. le tematiche sono mooooolto interessanti: a me è piaciuto, è un film che mi ha dato da pensare anche dopo la fine dei titoli di coda...

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