I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 24 maggio 2012

Il ragazzo con la bicicletta ( 2011 )

Prosegue il viaggio del cinema dei Dardenne verso l'omologazione estetica a modelli più vicini al mainstream.
E' già da Il matrimonio di Lorna che si avvertiva un bisogno da parte dei fratelloni belgi di  levigare l'aspetto formale con un film molto più "scritto" e "recitato" di quanto avessero fatto prima.
Tutto tra virgolette perchè è chiaro che non era snaturato il loro stile.
Ne Il ragazzo con la bicicletta , se  troviamo una certa continuità nel discorso sociale, visivamente si avverte uno scarto notevole con tutto il loro cinema precedente.
Non più le fredde e incolori periferie ma quartieri residenziali, parchi verdi e luminosi, un contesto non così aspro e disumanizzante come nella maggior parte delle opere precedenti.
E se prima l'adolescenza e l'infanzia erano le sole vittime dei meccanismi diabolici prevaricatori innescati dal disagio socio economico, in questo film la soluzione sembra radicalmente cambiata.
Troviamo sempre un padre degenere che decide che per lui è meglio non avere più contatti con il figlio ( e gli vende pure l'amatissima bicicletta), ma stavolta il figlio, Cyril, non decide di starsene con le mani in mano a fare semplicemente la vittima perchè chiuso in una specie di orfanotrofio (in cui è trattato benissimo) , ma vuole testardamente ritrovare il padre con cui ha più un rapporto.
O forse non l'ha mai avuto.
E la bicicletta è il simbolo dell'ultimo contatto che ha avuto con lui.
A piedi o a cavallo del suo destriero ruotato ( ricomprato per lui da Samantha, parrucchiera che decide di curarsi di lui) Cyril fugge continuamente dalla sua residenza forzata per trovarsi faccia a faccia con un padre probabilmente più immaturo di lui , sente il bisogno fisico di sentire il rifiuto da parte del genitore.
La sua strada è lastricata naturalmente dai soliti brutti incontri , da amicizie che è meglio perdere che trovare ma grazie a Samantha , che è la vera vittima consapevole di questo film in quanto Cyril ne combina di tutti i colori, riuscirà a trovare un suo baricentro per vivere serenamente.
Forse.
Il ragazzo con la bicicletta è sicuramente il film più "riconciliato" dei Dardenne, ha uno sguardo meno rancoroso verso il degrado sociale che qui appare solo lateralmente , addirittura la fotografia di Alain Marcoen , loro collaboratore di lunga data, indugia sui colori saturi dando al film una luminosità fino ad ora sconosciuta nella carriera dei cineasti belgi.
E visto che siamo in tema di novità addirittura compare un breve abbozzo di colonna sonora ( Beethoven) usata per sottolineare in modo discreto un paio di snodi importanti della pellicola. Per non parlare della scelta di Cecile de France, una (quasi) diva del cinema francese, che accetta di essere la squisita spalla del giovane e bravissimo Thomas Doret nella parte di Cyril , un rosso malpelo di un'incontenibile tenacia.
Sembra che con questa loro ultima opera i Dardenne abbiano voluto rispondere a coloro che sostenevano ( e sostengono tuttora) che il loro cinema sia rimasto uguale a se stesso durante gli anni.
Il ragazzo con la bicicletta è un film che pur ancorato al loro passato ( il cast tecnico è lo stesso , così come quello attoriale in cui compaiono vecchi amici come Olivier Gourmet , Fabrizio Rongione, Jeremie Renner e tante altre facce familiari del loro cinema nelle parti minori) risponde a un'esigenza di progresso nel loro cinema con poche ma significative variazioni .
Non ultimo un finale molto più ottimista del solito.
Inutile sottolineare che anche con questo film ( convincente ma certamente non il migliore della loro carriera) i Dardenne sono passati a ritirare il premio alla cassa in quel di Cannes....

( VOTO : 7+ / 10 ) The Kid with a Bike (2011) on IMDb

8 commenti:

  1. I Dardenne a Cannes godono di un pò troppo credito, a mio parere.
    Restano due grandi registi di Cinema "reale", anche se questo non è certo fra i loro titoli più convincenti.

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    1. Li conobbi vedendo al cinema Rosetta e mi travolsero...ho un debole per loro ma credo che si stanno avvicinando al mainstream e questo mi dispiace. Questo non è sicuramente il loro titolo migliore ma come dici tu a Cannes sono parecchio(troppo?) considerati quindi il loro premiuccio lo prendono sempre...

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  2. sta volta sono d'accordo con ford.
    anche questo è un filmetto carino, ma niente di eccezionale...

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  3. a me comunque il loro stile piace ma concordo che questo film non sia eccezionale...

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  4. A me è piaciuto molto; con l'età il loro pessimismo si va affievolendo e qualche squarcio di luce appare sempre più nitido all'orizzonte.

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  5. non è il mio preferito dei Dardenne anche se siamo sempre ampiamente sopra la media, o sarà forse che non li associo all'ottimismo che si fa intravedere qui...

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  6. certo che uno spiraglio d'ottimismo non è da Dardenne, ma è sempre un cinema molto buono.
    gli altri erano da pessimismo cosmico, ma anche questo non è tutta allegria, dai...

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  7. infatti mi ha fatto strano questo bagliore ottimistico, soprattutto associato al loro cinema precedente, non sarà allegrissimo ma quelle passeggiate in bicicletta e quel picnic a due tra Samantha e il ragazzo mi sembra quanto di più vicino alla felicità sia mai uscito dal cinema dei Dardenne...

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