I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 3 settembre 2012

A.C.A.B. ( 2012 )

A.C.A.B. ( acronimo di All Cops Are Bastards da una canzone di un gruppo skinhead anni '80, The 4-Skins) è il classico film che ti fa arrabbiare. E parecchio anche.
Non per ragioni ideologiche perchè per fortuna non ci troviamo di fronte a un'agiografia del celerino o a una mitizzazione di molte bestie da stadio , fa arrabbiare perchè dimostriamo che , con mezzi adeguati, anche nella nostra piccola bistrattata Italietta possiamo fare cinema che possa avere velleità di esportazione internazionale e non destinato a rimanere solo nei confini che impone il campanile d'appartenenza.
Sia ben chiaro che il film di Sollima non è un capolavoro, spesso la sua estetica tracima nel televisivo andante ( dando l'impressione di essere un Romanzo Criminale girato dall'altra parte della barricata), in certi frangenti non sfugge all'effetto soap con il suo trattare minuziosamente le molte sottotrame legate ai quattro protagonisti.
Ma è cinema dignitosissimo, diamine, esemplare di quel cinema medio che manca in Italia da troppo tempo. Un cinema che stia dalla parte del pubblico e non dispiaccia alla critica, realizzato con la giusta professionalità oltre che con un minimo di mezzi.
E per il nostro cinema ormai diviso tra la commedia becera da botteghino e il cinema d'autore legato ai vecchi grandi maestri o a giovani esordienti che spesso mettono alla prova il loro talento con produzioni no-budget, questo può essere un film importante.
Sperando che sia la classica rondine che fa primavera.
A.C.A.B. narra le vicende complicate di quattro celerini: Cobra fascista dichiarato con qualche problema nel dosare la violenza nel lavoro, Mazinga , il più anziano, con un figlio che si pone dall'altra parte della barricata, Negro che sta vivendo una separazione traumatica dalla moglie ma soprattutto dalla figlia e il nuovo arrivato Adriano, borgataro che ha scelto di fare il celerino solo per soldi e che deve essere istruito dagli altri sul concetto di "fratellanza " tra celerini.
Il film di Sollima cerca di essere un miracoloso esercizio di equilibrio proprio perchè cerca di vedere questi celerini con il massimo della neutralità possibile. Esponenti delle forze dell'ordine ma assolutamente poco rispettabili per come hanno un concetto elastico dell'applicazione della legge.
Equilibrio che si traduce in frangenti in cui la loro violenza sembra giustificata ( per esempio quando sono attaccati dai teppisti da stadio) e altri in cui sono dipinti come fascisti autoritari in cerca di guai ( quando fanno ripulire la piazzetta ai rumeni oppure quando picchiano degli operai in una manifestazione).
 Il film proprio per la distanza che prende dai suoi personaggi alla fine lascia una sensazione spiacevole perchè  il male non si annida solo nel teppismo da stadio.
Questi celerini sono bastardi perchè  picchiano a sangue anche quando non necessario forse solo per far uscire " il rottweiler che è dentro loro" ( come ha affermato Carlo Bonini, autore del libro omonimo da cui è tratto il film).
Però sono anche uomini , con le loro debolezze e una vita privata talmente frustrante che sembra quasi voler giustificare la loro ferocia quando si tratta di agire.
Il problema è che la vita privata non dovrebbe mai avere alcuna influenza su un'attività lavorativa come questa e non è mai giustificabile alcuna violenza che scaturisca da uno stato di stress legato a quello che succede fuori dell'ambiente lavorativo.
Negro ad esempio siccome la moglie lo ha denunciato perchè lui si è dimenticato la figlia in caserma non ha nessuna giustificazione quando le appioppa una pigna in faccia.
In A.C.A.B. non ci sono buoni e cattivi: ci sono solo diverse gradazioni di cattivi in un film che si sforza di essere il più realista ed oggettivo possibile.
Fornisce allo spettatore tutti gli elementi per elaborare una propria idea sull'argomento.
Adeguato il livello recitativo ( con qualche defaillance occasionale tra gli interpreti secondari) anche se Marco Giallini quando fa lo sguardo truce con gli occhietti socchiusi sembra solo che ti stia prendendo per i fondelli.
A.C.A.B.: poliziotti bastardi per un mondo bastardo.

( VOTO : 6,5 / 10 )  A.C.A.B.: All Cops Are Bastards (2012) on IMDb

6 commenti:

  1. per me buone intenzioni, ma risultato così così...

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    1. però è un passo avanti rispetto a tanta paccottiglia italica a cui siamo tristemente abituati...

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  2. Concordo in pieno, Bradipo.
    Un film che ha, a prescindere dal risultato, il grande merito di far riflettere.

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    1. e meno male perchè temevo di vedere un'agiografia del celerino....invece siamo abbastanza neutri...

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  3. pure a me acab ha fatto incazzare, ma per altri motivi. io lo boccio su tutta la linea, sia per le scelte stilistiche, registiche che per la facile neutralità che per me resta un mero pretesto per non mostrare determinate cose... quindi rendere più giustificate certe azioni.
    possibile che si siano dimenticati "gli innocenti" massacrati dai poliziotti? c'è solo un leggero scontro con dei lavoratori giustificato poi con una reazione eccessiva del nuovo arrivato. per me uno dei peggiori film dell'anno.

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  4. ciao Frank ! ri-ben trovato! io non l'ho trovato così terribile, anzi penso che sia parte di quel cinema medio che non abbiamo da tanti anni. Poi anche io ho trovato alcune cose un po'sospette( tipo l'antipatia che suscita la moglie di Negro o quella che suscitano i fascisti in cui c'è il figlio di Mazinga ripagati con la loro stessa moneta) ma alla fine alcune cosette sgradevoli riguardo i celerini vengono mostrate chiaramente. Credo anche che un film come questo sia difficile da fare perchè si muove su un terreno scivolosissimo, talmente scivoloso che Vicari per girare Diaz è andato in Romania...

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