I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 25 settembre 2012

Lacrimosa - Revolution ( Hall of Sermon, 2012 )

Ricordo ancora come se fosse ieri quando dal mio spacciatore preferito di  dischi mi rigiravo per le mani il CD di un gruppo a me sconosciuto, i Lacrimosa. Il titolo era Stille e quando misi le cuffie ci mise ben poco a conquistarmi.
Eh sì , una volta prima di acquistare i CD si andava al negozio ( esistevano ancora!) si prendeva il dischetto in questione e si metteva nel lettore per un fugace ascolto.
Oggi si compra solo su internet e per ascoltare un sample di quello che vuoi acquistare basta collegarsi  a youtube, così giusto per non acquistare al buio.
Allora erano decisamente altri tempi.
Negli anni ho continuato a seguire fedelmente i Lacrimosa comprandoli sempre a scatola chiusa: diciamo che non c'è stata in questo tempo un'evoluzione molto marcata della loro proposta: un gothic sinfonico in cui la musica classica la fa da padrona, il piano di Tilo Wolff pure e con un accompagnamento robusto di chitarre.
La ricetta con poche variazioni in questi quindici anni è stata più o meno la stessa.
Sinceramente da un album intitolato Revolution mi aspettavo chissà quale novità e invece siamo sempre nel classico Lacrimosa style: la voce graffiante di Tilo accompagna partiture forse leggermente più aggressive del solito, chitarra , basso e batteria sembrano rivestire un ruolo più importante rispetto ai lavori passati.
Tutto bene quindi? Ehm direi benino ma non benissimo.
Anche se il duo si sta spostando più verso lidi heavy, direi che in Revolution manca la killer track, quella che ti si pianta come un chiodo nel cervello.
E' tutto abbastanza uniforme, anche più del solito e se le orchestrazioni sono sempre di ottimo gusto, così come il riffing della chitarra, i brani si susseguono gli uni agli altri senza particolari scossoni.
E così Revolution diventa un monolite di quasi 55 minuti che è veramente difficile  da metabolizzare tutto d'un fiato.
Altra cosa che a me dispiace moltissimo da fan fedele di lunga data è la scarsa presenza della voce di Anne Nurmi che qui viene messa inopinatamente in un angolino. Un vero peccato.
Tra i brani proposti credo che una menzione vada spesa per l'opener Irgendein Arsch Ist Immer Unterwegs con il pianoforte di Tilo Wolff in bella evidenza, un riffing di chitarra roccioso e un refrain abbastanza riuscito, per If the world stood still a day l'unico brano forse in cui svetta la voce della signora Wolff alias  Anne Nurmi, per l'orchestrale Feuerzeug che spazia tra il teatrale e il cabarettistico e  per la title track, dal piglio veramente aggressivo.
Purtroppo però i tempi di Copycat e del suo giro di basso assassino sono lontani.
Revolution ha quindi  poco di rivoluzionario ma si lascia ascoltare, senza infamia ( perchè i dischi dei Lacrimosa suonano sempre come meglio non si potrebbe ) ma purtroppo anche senza lode.

( VOTO : 6 / 10 )

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