I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 17 settembre 2012

A lonely place to die ( 2011 )

Non  ricordo bene se alle medie o alle superiori ma in geografia mi avevano inculcato l'idea che in Inghilterra praticamente non ci fossero montagne e che quella più alta era poco più di una collinetta su cui al massimo fare una scampagnata la domenica, sapete quelle con le tovagliette, i panini gommosi dentro il cellophan, il frigo portatile e il thermos dentro cui mettere l'acqua e mantenerla fresca.
A vedere questo film tutto ad un tratto quello che mi hanno insegnato si è trasformato all'istante in materiale cartaceo da bagno: si comincia con una cliffangerata niente male con un trio appeso su una parte verticale e uno dei tre che come formica impazzita si trova a penzolare a testa all'ingiù quasi rendendo l'anima al creatore.
Si continua con gli altri due che lo soccorrono e se tra i due c'è pure Melissa George che qui a bottega apprezziamo notevolmente , beh allora quasi quasi vorremmo scambiarci di posto. Dico quasi perchè si soffre di vertigini e si diffida di corde troppo sottili.
Sicuramente la montagna dove sono rimasti bloccati i tre è poco più di un'increspatura del terreno di fronte all'Eiger che viene nominato come termine di paragone. Ma fa la sua porca figura perchè ti fa salire il cuore appena dietro le tonsille e non è una bella sensazione per chi al massimo ha scalato la collinetta di terriccio dietro casa.
Poi a sentirlo nominare l'Eiger ,  a vederlo in una foto e a ricordare il film di e con Clint Eastwood è tuttuno.
Eppure la fonte di ispirazione principale di questo non è Assassinio sull'Eiger.
E' invece l'onnipresente Deliverance ( Un tranquillo weekend di paura ) capostipite di una serie ancora aperta di film in cui una delle maggiori insidie è la natura matrigna che avvolge , ostacola e che arriva anche a uccidere.
Ed è aiutata dalla manina malefica dell'uomo.
Oltre a questa abusata fonte di ispirazione ci possiamo mettere anche quel gruppetto di film in stile survival in cui c'è un gruppo di cattivoni che vuole fare a tranci i protagonisti per motivi più o meno stupidi.
Tipo Eden Lake per esempio in cui Batacchio Fassbender si doveva difendere da una banda di giovinastri in mezzo a un bosco praticamente incontaminato.
La storia di A lonely place to die è presto detta: un gruppo di cinque alpinisti della domenica ( o giù di lì , sembrano molto professionali in certi frangenti, forse pure troppo)  a spasso per le Highlands scozzesi trovano una bambina che parla serbocroato nascosta in una buca del terreno.
La portano con loro ma devono fronteggiare le " rimostranze" a colpi di fucile di chi l'ha messa in quella buca, dei rapitori in cerca di riscatto da parte dei genitori della bimba.
La lotta è senza esclusione di colpi, si arricchisce di ulteriori contendenti e finisce nel bel mezzo di una festa patronale, una specie di baccanale pagano, in un piccolo borgo scozzese.
In compenso fioccano cadaveri che è un piacere anche quando la protagonista e la bambina si credono al sicuro in mezzo al paese.
Dal punto di vista formale il film è molto ben realizzato: passando sopra alcune evidenti incongruenze ( tipo Melissa George che si fa un volo di svariate decine di metri e non si fa neanche un graffio, oppure la mira troppo scarsa per essere vera dei killer che inseguono gli alpinisti ) è divertimento assicurato perchè cambia continuamente pelle e fa restare inchiodati sulla poltrona dal primo all'ultimo minuto.
A lonely place to die ha diverse ottime frecce al suo arco: si avvale di ottime ambientazioni con panorami mozzafiato nella loro brutale maestosità, il regista Julian Gilbey ( che il film se lo è anche sceneggiato assieme al fratello Will ) ha un ottimo senso del ritmo, il livello di recitazione è decisamente sopra la media del genere e la moltiplicazione dei villains, strada facendo, assicura il perdurare della suspense fino al rendez vous definitivo.
Ultima sorpresa per il finale: SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER il villain più pericoloso, crudele e sanguinario è il padre della bambina che non esita a torturare e uccidere chi gli ha rapito la figlia. E' giusto restituire la figlia a un criminale di tale risma? eh eh domanda delle cento pistole.... FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER.
Ho trovato particolarmente agghiacciante il dialogo nel pub tra uno dei rapitori e l'incaricato dalla famiglia di pagare il riscatto: parlare così  di rapimenti e uccisioni di bambini come se nulla fosse, come se fosse un lavoro normale è un qualcosa che fa venire i brividi.

( VOTO : 7 / 10 )  A Lonely Place to Die (2011) on IMDb

10 commenti:

  1. Segnato! Ne avevo letto bene tempo fa e poi m'ero dimenticato della sua esistenza. Mo' recupero. :)

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    1. Una bella visione disimpegnata! io mi sono divertito parecchio...

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  2. Non perfetto, ma ugualmente interessante.
    Eden lake, però, rimane il numero uno delle produzioni anglosassoni del genere!

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    1. Eden Lake è più horror/survival di questo e anche io lo preferisco. Però qua mi sono divertito di brutto! E dell'assassino con la maschera da cinghialone ne vogliamo parlare?

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  3. Visto qualche mese fa sottotitolato: tiene proprio inchiodati fino alla fine.
    Tanto per cambiare unfilm più che buono non è stato distribuito nei cinema italiani!

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    1. quella contro i distributori italiani assomiglia a una lotta contro i mulini a vento! e vincono sempre loro mentre a noi toca far miracoli per vedere certi film...

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  4. thriller bello teso con qualche idea valida.
    comunque devono averlo girato in una delle rarissime zone montuose dell'inghilterra... :)

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    1. eh eh anche io ho pensato che montagne del genere era impossibile trovarle in Inghilterra e invece...

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  5. pure a me è piaciuto parecchio. bello teso, concitato e con una melissa george in modalità Rambo.

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    1. forse anche un po' troppo Rambo. Comunque divertentissimo!

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