I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 8 settembre 2012

Crime d'amour ( 2010 )

Questo film rappresenta l'ultimo saluto di Corneau alla sua platea di appassionati.
Un thriller geometrico che parte dalla suggestioni omoerotiche di due manager in un'industria agroalimentare, Christine e Isabelle, in un inizio in cui la seduzione è un filo sottile che lega tra di loro piccoli gesti allusivi fino ad arrivare a un crimine d'interesse e di vendetta (non direi solo d'amour), ma un qualcosa architettato freddamente a tavolino.
La prima parte del film è la migliore: un incipit fulminante con il confronto tra queste due bellissime donne (Kristin Scott Thomas ha un fascino senza tempo, la Sagnier è un tornado biondo di sensualità) in cui una tiene il gioco e l'altra lo subisce più o meno passivamente.
Un bacio con le labbra appena a sfiorare il collo, una carezza allusiva , un regalo, qualche battutina ad hoc, un bicchiere di bordeaux da sorseggiare voluttuosamente e quando sembra che il gioco erotico vada a termine arriva il terzo incomodo , Philippe, utilizzato da Christine per spezzare il filo sottile che legava in quel momento le due donne. 
Da qui un precipitare di eventi e di vendette, di umiliazioni di fronte ai colleghi e di falsità, il rimarcare il proprio status di femmina alfa sia nel lavoro che nella vita. Una lotta per la dominanza del branco che finisce per essere una lotta per la vita.
E la vendetta si abbatte su Christine tremenda e improvvisa. 
Fino a questo punto il film è notevolissimo nella costruzione delle atmosfere, nell'uso dei colori spenti e metallici che abbondano nel posto di lavoro delle due, nell'abbigliamento di tutti questi manager d'assalto in cui il vestito elegante è la divisa di lavoro e anche nella grigia routine di Isabelle (la triste colazione in piedi, la tazza che va nell'acquaio e viene lavata con un colpo di spazzola e poi messa ad asciugare, gesto ormai meccanico sottolineato almeno un paio di volte dal regista) che cerca di sottrarre Philippe a Christine ma ne è irrimediabilmente schiacciata.
Poi dal thriller a sfondo erotico si passa a una crime story classica in cui viene illustrata per filo e per segno la vendetta di Isabelle. E qui andiamo un pò più nell'ovvio.Pur restando cinema ad alto livello si ha la sensazione del deja vu e anche il meccanismo perfetto illustrato manifesta qualche punto di debolezza.
Per esempio quando si perquisisce la casa di Isabelle è possibile che venga del tutto tralasciato il capanno degli attrezzi, non è sospetta tutta questa smania di farsi notare mentre si acquistano oggetti a prima vista per lei compromettenti, oppure per convalidare l'alibi basta dire che la sospettata è entrata al cinema?
Ecco credo che questi siano punti di criticità nella perfezione del meccanismo ma sinceramente non importa più di tanto perchè a riscattare questa seconda parte arriva un finale di perfidia unica in cui si assiste all'ennesimo ribaltamento di prospettiva in cui la vittima diventata carnefice potrebbe ritornare a essere vittima.
Se solo qualcuno volesse...
Crime d'amour è illuminato dalla presenza di due star assolute del cinema europeo: l'inglese Scott Thomas che però da decenni vive in Francia e quindi non ha difficoltà a recitare in francese, fascinosa come non è mai stata e la bambola Ludivine Sagnier con la sua andatura molleggiata e sincopata su tacchi spropositati, agitando fianchi e spalle mentre cammina.
Anzi sembra ondeggiare più che camminare.
Come ho detto prima un tornado biondo, uno sguardo che non si dimentica.
Il film di Corneau è una sfida al cinema di genere che viene usato come base d'appoggio per cercare di fare qualcosa di diverso, di trasversale tra il thriller, il giallo e il ritratto al femminile. L'amore c'entra poco: è più questione di dominanza, sessuale, solo un cercare di prevaricare gli altri. E non è un caso che le due protagoniste siano le due facce di una stessa medaglia.
Isabelle è la Christine più giovane mentre quest'ultima è il modello a cui l'altra si ispira, quello che diventerà Isabelle quando avrà la sua età.
Comunque entrambe vivono nel culto della propria personalità, pensano solo alla scalata sociale con qualsiasi mezzo sacrificando senza problemi gli affetti.
Ma forse è improprio parlare di affetti in due personalità simili,abituate solo al calcolo e al tornaconto personale...
Passion di De Palma , in questi giorni sugli schermi veneziani, è il remake di questo film.

( VOTO : 7 + / 10 ) 

2 commenti:

  1. per me uno dei thriller migliori degli ultimi tempi.
    anche se è vero, c'è sta pecca dello spiegone finale...
    spero che nel suo remake, de palma abbia corretto questo difetto..

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  2. è un ottimo esempio di thriller europeo che non ha nulla da invidiare ai mostri d'Oltreoceano. Magari per i puristi qualcosa nel finale non è perfettamente attendibile.
    Ho letto che De Palma ha modificato piuttosto pesantemente la trama quindi non so dirti se ha corretto o meno questo difetto...

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