I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 7 aprile 2015

Dieci inverni (2009)

Camilla si è iscritta all'Università in quel di Venezia e vi si sta trasferendo dal paesello d'origine.
Sul vaporetto incontra Silvestro, belloccio, con poche idee in testa ma in compenso ben confuse.
Come è , come non è, finiscono per dormire assieme la prima sera perché lui perde l'ultimo vaporetto.
E' l'inizio di un rapporto che necessiterà di ben dieci inverni, dal 1999 al 2009 e di molti luoghi, tra cui Venezia e Mosca, per arrivare alla necessaria chiarezza.
E' amore.
Non solo l'inverno del loro scontento di shakespeariana memoria ma  ben dieci sono gli inverni che passano prima che il  sentimento di Camilla e Silvestro venga messo bene a fuoco.Il film di Mieli come detto da altri racconta una storia facile, minimalista,anche banale se vogliamo ma rifugge dall'estetica mocciana o grandefratelliana che tutto avvolge nelle proprie spire malefiche.
E'un film dall'umore saturnino così come le stagioni invernali che vengono passate in rassegna e che si distinguono l'una dall'altra solo per la didascalia o qualche particolare dell'aspetto dei due.
Due ragazzi colti all'arrivo nel mondo dei grandi (studi universitari, la prima volta che vivono da soli, una città nuova, Venezia , come addormentata in riva al mare) e poi seguiti per dieci anni della loro vita nelle loro scelte sentimentali e professionali.

Da ventenni ignari del mondo che esiste attorno a loro, magari armati di sana incoscienza,  a trentenni col loro bel carico di inquietudine e di rimpianto per quello che avrebbe potuto essere non è stato.
Silvestro e Camilla salgono e scendono dall'altalena dei sentimenti, la prima notte che s conoscono dormono insieme ma la mattina dopo sono come due sconosciuti, da distanti divengono vicini, da amici diventano conoscenti e viceversa, diventano al massimo amici degli amici, frappongono tra loro altre storie sentimentali che naufragano miseramente di fronte all'elettricità dei loro incontri che avvengono continuativamente per tutto il decennio, incapaci di capire (o meglio di confessare a se stessi) che cosa provano per l'altro/a.
Questa sarabanda di incontri procrastinati nel tempo ricorda parecchio da vicino Harry ti presento Sally,con Venezia e Mosca a fare da sfondo invece di New York ma il continuo balbettamento sentimentale ,le complicazioni,le deviazioni e le notazioni a margine sono più tipiche di certo cinema francese ,da Sautet a Truffaut e forse a Rohmer.

Il film di Mieli è lungi dall'essere perfetto ma è importante per come si inserisce in quel filone di commedia sentimentale che rifiuta le frasette dei Baci Perugina o le inutili sociologie d'accatto paratelevisive.
I due intepreti risultano assolutamente credibili in un simile contesto e il regista è bravo a cogliere i loro scarti umorali, le loro insicurezze, la loro pavidità di fronte a quello che sta succedendo loro.
Da ricordare il primo incontro tra SIlvestro e Camilla con i loro impacci anche infantili ma di spontaneità assoluta e la sequenza in cui lei fa footing per le calli veneziane e lui in una piazzetta adiacente si sta fumando una sigaretta su una panchina.
In mezzo un frate che trasporta un alberello.
Una sequenza che illustra benissimo la geometria variabile del caso, le distanze tra i due che mano mano si accorciano per poi riallungarsi di nuovo.
Una sequenza silenziosa, che dura poche decine di secondi ma che in questo lasso di tempo minimo spiega compiutamente il senso del film.
Un film fatto di distanze variabili, di casualità e di errori.

Proprio come quelli che si commettono nella vita di tutti i giorni.
Un film che faceva presagire qualcosa di buono per la salute del nostro cinema .
Comunque da incoraggiare.

PERCHE' SI . una storia d'amore non trita e ritrita, bella disamina sulla geometria variabile dei sentimenti, due interpreti credibili per spontaneità
PERCHE' NO: il modello, ingombrante , è Harry ti presento Sally, qualche dettaglio di troppo negli ostacoli che il caso frappone , qualche semplificazione di troppo.

LA SEQUENZA : Camilla fa footing , Silvestro si fuma una sigaretta in una piazzatta, in mezzo un frate trasporta un alberello. Il tutto a simboleggiare le distanze variabili tra i due nella geometria dei sentimenti.

DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE : 
Una rondine non fa mai primavera, specie se parliamo del nostro cinema.
Mosca qui appare molto più bella di quanto raccontato da chi ci è stato.
Certi tira e molla sentimentali fanno tanto studente universitario.
Provo ancora nostalgia per i miei anni da studente universitario in trasferta.

( VOTO : 7 + / 10 )

 Ten Winters (2009) on IMDb

21 commenti:

  1. un film proprio bello, sottoscrivo quasi tutto

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  2. Carinissimo, felice che se ne parli. Li conosciamo in pochi, purtroppo.

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    1. eppure ricordo di averlo visto in una sala piena...

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  3. Sembra bello specialmente perché lontano mille miglia dal becero pressappochismo delle cinema italiano contemporaneo.

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  4. L'ho sempre scansato, e nonostante le belle parole spese, per il momento lo lascio in standby.
    Sarà che arriva la primavera. ;)

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    1. eppure potrebbe piacerti e qui da me oggi è inverno puro...

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  5. l'immagine nell'intestazione è molto bella.
    il film non fa per me, lo sento.

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  6. Questo mi manca... mi sa che dorò buttargli un occhio.

    P.S. Fuoritema: C'è un losco figuro che fa il tuo nome qui:

    http://labaravolante.blogspot.it/2015/04/boomstick-award-2015-cliccateli-senza.html

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  7. Devo sbrigarmi a recuperarlo prima che arrivino le belle giornate! :)

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    1. qui oggi da me ha nevicato...quindi ci stava benissimo..

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  8. l'ho visto al cinema qualche inverno fa, e mi era piaciuto in un modo strano, la prima parte anche irritante, forse mi colpiva perché sono stato anch'io fuorisede, poi mi affeziono, uno dei film più belli di quell'anno.
    la cosa belle è che non ci sono mai scene facili, è tutto è molto vero, naturale, difficile.

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    1. anche io lo vidi al cinema, ricordo una sala piena e un film che mi prese...

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  9. Film che ho adorato davvero tanto, e che porto dopo anni nel cuore.
    Ne hai scritto benissimo, Bradipo, riportandomi alla mente il buon Mieli, ma che fine ha fatto dopo un esordio così piacevole?

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    1. grazie! è vero, dopo non l'ho più visto o sentito...

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  10. C'è Isabella Ragonese, e questo è già un buon motivo per vederlo!

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    1. anche lei è da un po' che non si vede in giro o sbaglio?

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  11. Salve! Che bel film, questo! Lo amo molto, un po'forse perché ho studiato a Venezia, un po' perché l'altra mia passione sarebbero state le lingue, ed in effetti il russo mi ha sempre incuriosita. A parte questo e' credibile e ben girato.

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