I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 21 febbraio 2013

Promised Land ( 2012 )

Steve , agente della Global , società da 9 miliardi di dollari nel campo delle risorse minerarie,assieme a una collega si sta assicurando per la sua ditta i diritti di sfruttamento delle risorse di gas naturali , convincendo con un lavoro porta a porta gli abitanti di una piccola città. Promette un sacco di soldi e tace sui possibili effetti collaterali sulle falde acquifere dell'estrazione di gas. Si mette contro di lui un vecchio professore universitario in pensione che vuole indire un referendum tra gli abitanti che Steve sta cercando faticosamente di convincere e arriva anche un ambientalista, Dustin, che snocciola prove su prove dei danni che provoca il lavoro della Global.
In paese la situazione si fa pesante per Steve , si va verso la votazione ma ...colpo di scena!( che naturalmente non svelerò).
Gus Van Sant è (stato) uno dei registi dal linguaggio più innovativo del reame hollywoodiano. Oggi forse ha perso questa carica di novità in almeno in questo film ( che comunque è un'opera su commissione del suo amico Matt Damon che doveva esordire alla regia con questa pellicola da lui anche cosceneggiata assieme al coprotagonista John Krasinski) a favore di un classicismo conclamato, con una macchina da presa che segue  quasi immobile i placidi ritmi della profonda provincia americana e ritrae un'umanità anacronistica, quasi fuori del mondo, un paesino nella campagna della Pennsylvania che è una sorta di contenitore a tenuta stagna praticamente impermeabile agli influssi esterni in cui le emozioni massime sono le sbornie e il karaoke che si tengono al locale bar.
Promised Land è una perfetta simulazione di film anni '70  che però abbandona il fervore democrat delle istanze collettive del cinema di quegli anni in favore di un discorso se possibile più profondo eppure anche più ambiguo.
Si parla di un Sogno Americano con l'odore nauseabondo del gas naturale che ha permeato le sue radici incancrenite , di un possibile progresso che ha un costo alto in termini di rischio ecologico ma a cui non sembra importare a nessuno ma Van Sant invece di buttarsi a capofitto nel pamphlet politico sceglie di mantenere le distanze ( simboleggiate anche sa tutte quelle panoramiche dall'alto e l'utilizzo abbondante di campi lunghissimi) concentrandosi sulla crisi personale di Steve, alle prese coi propri fantasmi e con il conto che la coscienza gli presenta ogni fottutissimo giorno, ogni volta che fa firmare quei contratti capestro che promettono mari e monti ma che in realtà arricchiranno solo la Global.
E poi c'è l'ambientalismo, vero o finto che sia, che fa presa sulle coscienze , che cerca di risvegliarle dal torpore dato dal dio dollaro con tutte le  sue nobili istanze e le sue lotte idealiste.
L'ambiguità di fondo sta proprio in questo: Steve che porta in questo paesino il verbo del gas naturale sottacendone i rischi si fa molti più scrupoli rispetto a un personaggio come quello di Dustin, ambientalista apparso dal nulla come un cavaliere senza macchia e senza paura ma che,  pur di ottenere il suo scopo, non esita a utilizzare mezzi scorretti e provocazioni.
E questa ambiguità è ben radicata nel film almeno fino al twist di sceneggiatura che rimette tutto in gioco e che incanala verso un finale in cui la maturazione del personaggio di Steve  viene spiegata col solito pistolotto hollywoodiano( con annessa deriva sentimentale rimasta sospesa a mezz'aria per tutto il film)  che cerca di blandire tutte le anime nobili scosse da tutta questa botta di scorrettezza politica.
Perchè non mantenere fino in fondo l'ambiguità di un personaggio come quello di Steve, una volta risolte le contraddizioni apparenti di tutti gli altri personaggi in campo?
Ecco il finale è forse la parte meno efficace di un film che comunque ha una sua armonia, probabilmente il buonismo dilagante  ha fatto contrarre dal dolore anche le budella di Van Sant mentre lo stava girando.
Ma qui siamo a Hollywood, bellezza!

( VOTO : 7 / 10 ) 

Promised Land (2012) on IMDb

14 commenti:

  1. peccato appunto per il finale.
    però resta comunque un signor film

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    1. ti dirò anche a me complessivamente è piaciuto ma quel finale che smorza tutta l'ambiguità l'ho trovato poco coraggioso e un pochino ha spento il mio entusiasmo...

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  2. Certo che Gus Van Sant è davvero un regista eclettico, capace di girare film diversissimi tra loro come Gerry o L'amore che resta.
    Riguardo a questo, forse pregiudizialmente, pensavo fosse un film di transizione, non molto ispirato e a tesi (con pistolotto finale). Gli darò una chance.

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    1. più che un film di transizione è un film commissionatogli da Damon in cui si è ritrovato a fare il regista all'ultimo momento...del suo tocco c'è pochino come secondo me negli altri film su commissione che ha fatto...se si fa la tara a un finale per me poco coraggioso è però un film che dà le sue soddisfazioni...

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  3. Il tema non mi ispira moltissimo, ma ho visto già diversi giudizi positivi, quindi un pensierino lo sto facendo...

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    1. a me ha deluso il pistolotto finale ma il film non dico che mi ha entusiasmato ma mi è piaciuto abbastanza, secondo me la vale una visione...

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  4. Mi piacciono i film di denuncia e su questa onda cine-impegnata. Poi mi piace Van Sant il che mi porta in sala con non poche aspettative. Vediamo un po'...

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    1. di Van Sant qui purtroppo trovi pochino, opta per una regia molto classica e non si vede nulla o quasi del suo estro e della sua carica innovativa.A me ha deluso il finale ma per quanto mi riguarda Promised land complessivamente funziona...

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  5. A me è parso un film onesto, anche nel suo compromesso finale.
    Molto meglio di cose forzatamente artistoidi come Paranoid Park, ad esempio.
    Promosso, senza dubbio.

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    1. Non so quanto sia onesto: tutto questo suo essere edificante in un finale come quello mi lascia qualche dubbio. Ma anche per me è un film che funziona...

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  6. Van Sant mi ha fatto cadere le pelotas con "Restless" (dopo che l'ho amato per "Elephant" e "Last days"), e questo non so perché non mi ispira minimamente.

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    1. qui secondo me del Van Sant di Restless ma anche di quello di Elephant e Last days ne trovi veramente pochino...

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  7. fracking

    http://eliotroporosa.blogspot.it/2013/03/fracking-e-ufficiale-e-stato-la-causa.html

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  8. interessante...marò in che mondo viviamo...

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