I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 4 marzo 2014

La grande bellezza ( 2013 )

Jep Gambardella è un giornalista che in gioventù ha dato alle stampe un romanzo, " L'apparato umano" , che aveva lasciato intravedere ottime doti da scrittore.Però la dolce vita romana invece di farlo proseguire in una magari brillante carriera da scrittore lo ha ingoiato per decenni in un gorgo di feste inutili, incontri con il jet set romano e un vuoto esistenziale che lo ha accompagnato sempre da presso.
Ora Jep ha 65 anni ed è un'ottima occasione per guardarsi indietro, a quello che (non) è stata la sua vita e al suo vagheggiare della grande bellezza, persa ormai da tempo, che coincide con un amore di gioventù che ancora giace lì ,incontaminato , a scaldare un po' il suo cuore avvizzito dagli anni....
Da buon ultimo arrivo a parlare del film di Paolo Sorrentino che dopo quindici anni ha riportato in Italia l'ambitissima statuetta di nome Oscar. Una vittoria annunciata quanto si vuole, con Paolo che da buon napoletano scaramanticamente evitava di toccare l'argomento vittoria, ma finchè lo zio Oscar non è stato in mano a Sorrentino, tutto poteva ancora succedere.
E tralasciamo anche quell'inglese che ha fatto apparire come fine dicitore oxfordiano anche il Rutelli di quello spot in cui accorato diceva " Please ...visit Italy..."
Parliamo solo del film che ha , tra gli altri, il merito indiscusso di far uscire il nostro cinema da quel triste e un po' bieco provincialismo in cui era scivolato ultimamente, incapace di rischiare in nuovi autori e cristallizzato, per non dire mummificato , nella proposizione di un unico genere, la commedia e la più nazional popolare possibile. Ecco, detesto essere preso per imbecille dai distributori di cinema italiano, tutto deve essere semplificato al massimo e tutto perfettamente comprensibile, al grado zero di complicazione.
La grande bellezza in questo senso è un film ammirevole,  che coccola lo spettatore, lo invita a interagire e a non subire passivamente, lo prende per mano e lo porta a spasso in un mondo di macerie, quelle dei salottini romani fintoculturali in cui i vari invitati non fanno altro che spruzzarsi addosso generose dosi di veleno.
E Jep Gambardella è uno specialista in questo senso: fine osservatore, il carisma da gigante in un mondo di nani e ballerine, il suo magnetismo è amplificato dalla nullità che lo circonda, un mondo di monnezza vera e virtuale in cui l'egotismo del giornalista emerge prepotente e presuntuoso sia nelle feste a cui partecipa , sia nelle poche relazioni umane che coltiva, quella con il suo amico Romano, l'esegesi dello scrittore e artista fallito, e quella con la ballerina di strip club Ramona che sono perfette esemplificazioni del vuoto che circonda il protagonista e che è dentro di lui.
La grande bellezza è un film di zombie in cui Jep Gambardella sembra essere l'unico sopravvissuto , allorchè si immerge nella magnifica alba romana , in una silenziosa passeggiata sul lungo Tevere confondendosi nella luce del sole che si sta alzando sull'orizzonte e nel riflesso delle acque una volta cristalline.
Sorrentino con la sua regia a tratti virtuosistica e un filo presuntuosa ma adattissima a descrivere tale contesto, non racconta una storia organica , La grande bellezza non è come una di quelle canzoni da hit parade in cui alla strofa succede sempre il refrain che deve rimanere ben fisso in testa, è più che altro una lunga suite strumentale che disegna sensazioni, racconta sfumature d'animo, si cimenta nella difficile arte di visualizzare ciò che visualizzabile non è: il vuoto interiore che attanaglia il protagonista arrivato a un punto nella sua vita in cui è normale guardare indietro a ciò che si è fatto e tirare le somme, ma anche quello che lo circonda, quello delle notti romane che gli hanno fatto perdere la grazia dei giorni della sua ormai passata giovinezza.
Tra preziose suggestioni felliniane ( tra La dolce vita e Roma passando per 8 e 1/2 ) echi de La terrazza di Scola e forse qualche autocitazione di troppo ( Il divo ) La grande bellezza è un film visivamente ricchissimo che procede spedito tra immagini di bellezza inaudita , sprazzi di velenoso cinismo ( un cult la disamina di Jep della vita della sua amica, scrittrice raccomandata e miracolata di una certa classe politica ) e immersioni nella spazzatura totale di feste in cui la Carrà viene mixata da Bob Sinclar , cioè aggiungendo trash al trash, una sorta di monnezza musicale al quadrato.
Toni Servillo è immenso, lancia le sue battute con noncuranza disegnando un personaggio che rimarrà negli annali della storia del cinema italiano, Verdone dà libero sfogo alla sua vena di patetismo mai esplorata a fondo nei suoi film mentre la Ferilli si mette generosamente a nudo, sia fisicamente che metaforicamente.
E rimane anche negli occhi quella Serena Grandi che recita nella parte sformata di se stessa, ex icona erotica degli anni '80, ora caricatura boteriana che testimonia col proprio corpo lo sfacelo irrimediabile di una generazione.Ed è da ricordare pure il cardinale recitato dal sublime Herlitzka che è più a suo agio a parlare di cucina che di spiritualità, viisto che è costantemente oscurato dalla presenza di una sorta di suora mummificata, una madre Teresa di Calcutta decrepita e mostruosa, con la bocca marcia e che si contrappone al suo edonismo sfrenato.
E forse è proprio questo: il film di Sorrentino è il racconto del fallimento e dello sfinimento della generazione che va dai 50 ai 60 , una favola macabra in cui non c'è il vissero felici e contenti ma solo un qualcosa in gola che blocca quasi la respirazione.
E il calore gioioso del ricordo permette di vivere in mezzo alle macerie di cui sembra essere fatto il mondo di Jep Gambardella, unico vivo in un mondo di morti che hanno l'illusione di essere viventi.
Ma forse Jep è morto anche lui come tutti gli altri.
Ancora non lo sa, sospeso come è in un limbo da cui tutto vede senza quasi esser visto.
Perfino lui, con la sua aria di superiorità , sarà inghiottito da quell'abisso senza fondo in cui è scivolato.
Horror vacui.

( VOTO : 8 / 10 )  

The Great Beauty (2013) on IMDb

19 commenti:

  1. film strepitoso, anche se continuo a pensare che Servillo, seppure bravissimo come sempre, sia una presenza un po' troppo ingombrante

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    1. su Servillo la penso esattamente come te, è una presenza ingombrante ma credo che in un film eccessivo come questo ci stia alla grande....

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  2. Conto di vederlo in settimana. Curiosità ormai a mille.

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    1. ieri sera lo trasmettevano su Canale 5 senza pubblicità...

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  3. L'ho visto tre volte: film meraviglioso e unico, lo si può interpretare come si vuole e si potrebbe star qui a parlarne per ore. Io aggiungerei "I mostri" di Dino Risi, film che ha ispirato Sorrentino nella descrizione dell'umanità mostruosa che abita Roma ma che potrebbe essere ovunque.
    Ci sono scene meravigliose, quella del bar, la visita ai palazzi, i primi venti minuti (quando il ballo "La Colita" sfuma a rallentatore con Jep che si pone al centro della scena mi fa impazzire).
    L'Oscar se lo merita tutto, e poi Sorrentino ha già alle spalle due capolavori quali "Le conseguenze dell'amore" (film perfetto) e "Il Divo".

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    1. film da vedere più volte per apprezzarlo compiutamente ...è vero , anche io ho pensato a I mostri ma poi come al solito non prendendo mai appunti , me ne sono dimenticato mentre stavo scrivendo...

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  4. Stasera finalmente lo vedrò. Verso le 3 di notte ti saprò dire (dico le 3 perché con tutti gli spot si farà quell'ora)

    Moz-

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    1. dai, ti è andata bene, lo hanno fatto senza pubblicità, almeno credo...

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  5. quando Verdone torna a Nemi e lo dice a Jep, quello è un capolavoro di battuta e interpretazione

    qui, anche se non c'entra, forse, la grande bruttezza di Roma, secondo Verdone:
    http://www.repubblica.it/cronaca/2014/03/01/news/dai_graffitari_alla_monnezza_il_magnifico_fallimento_di_una_capitale_in_svendita-79919654/

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    1. il film è ricco di battute memorabili...interessante la disamina di Verdone...

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  6. ottimo film, ma troppo prolisso e ingombrante

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    1. Ingombrante si, prolisso non mi è sembrato, anzi pensa che è stato di molto ridotto in sede di montaggio...

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  7. bella la tua lettura come film di zombie.
    e pensare che c'è chi lo vede come uno spot turistico dell'italia...

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    1. spot turistico? ih hi hi ...Please visit Rome....molte inquadrature fanno apprezzare le bellezze di Roma ma da qui a vederlo come uno spot turistico..

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  8. Visto in tv, ed è davvero un gran bel film. Una delle pochissime volte che sono d'accordo con i premi Hollywood.

    Moz-

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  9. al di là del gusto personale è un film che ha il merito di essersi tirato fuori dalle paludi del provincialismo italico che attanaglia il nostro cinema. Finalmente un prodotto maestoso, con un budget ridotto rispetto alle produzioni hollywoodiane ma che non ha nulla da invidiare a nessuno. Sorrentino un po' se la canta e se la suona ma ad avercene di registi così....

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  10. Gran bel pezzo davvero.
    Per un grande film, va ammesso.
    Nonostante io, agli Oscar, tifassi spudoratamente Il sospetto.

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    1. Grazie fratello di fede cinematografica! Io tifavo per Sorrentino per amore patrio ma se avesse vinto Il sospetto non mi sarebbe dispiaciuto così tanto...è un filmone...

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  11. Una recensione bellissima Bradipo!!! Io ho amato La grande bellezza, ma tanto da scannarmi con tutti i FANSCLUB cicciati nel post Oscar. ^_^
    Vabbè, ma tolto questo dettaglio, credo parliamo di un film non per tutti e il putiferio seguito alla visione in tv, era prevedibile. Mia madre e mio padre sono rimasti sconvolti. Mi hanno detto: "A Valentì, ma che è sto film? Un mattone de niente!!!". E che non me l'aspettavo? Il problema di noi italiani, dell'italiano medio, è che ha perso l'abitudine a guardare davvero. Ormai si è pigri in tutto ciò che si fa, anche nel pensarle soltanto le cose. Figurati di fronte all'Arte per eccellenza. Quella totale, che ti violenta psicologicamente e visivamente. La grande bellezza, così come le grandi opere della storia, non è per tutti. Sì gruoss Paolone!!! ^_^

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