Appena dopo il divorzio, Sarah, medico, e la figlia Elissa si trasferiscono in una casa bellissima ( e a troppo buon mercato per non destare qualche sospetto) in una piccola cittadina della profonda provincia americana. Si possono permettere quella casa perchè in quella accanto ( da cui è separata da un piccolo parco) anni prima è stato perpetrato un duplice omicidio di marito e moglie ad opera della loro figlia impazzita,Carrie Ann, poi scomparsa nel nulla.
L'altro figlio, Ryan, risiede ancora nella casa ed Elissa è attratto da lui tanto da iniziare un storia con sommo scorno da parte della madre impaurita dalle voci malefiche che in paese si affollano attorno al ragazzo.
Il mistero si infittisce e strani avvenimenti accadono intorno a loro.
Difficile trovare all'alba del 2013 un film horror ( o thriller, boh!) così pieno di clichè come questo House at the end of the street.
Dietro una confezione patinata e ultraprofessionale che guarda chiaramente al passato si nasconde il vuoto pneumatico di un film che nella sua ora e mezza di durata ha una sola trovata che un pochino sorprende ( ma neanche tanto ) e poi il nulla assoluto.
Anzi uno spettatore un minimo smaliziato anticiperà agevolmente quello che accadrà nel film.
E' deja vu la descrizione di un rapporto difficile tra madre oberata di lavoro e figlia adolescente , il ritratto di un paese piccolo della classica noiosissima provincia americana dove come si suol dire la gente mormora perchè non ha un cacchio di meglio da fare , è ampiamente già vista la gestione delle scene più thrilling nella parte finale quando la matassa finalmente si sta dipanando dopo una parte introduttiva troppo lunga e noiosa.
Mentre non stupisce in un filmetto del genere la presenza di una Elizabeth Shue ormai attempatella ( ma palestratissima, sembra tirata come una corda di violino) , è strano vedere qui Jennifer Lawrence in ciccia, ossa e guanciotte. Se , dopo un successo al box office planetario come Hunger games è costretta ad accettare parti come questa allora è meglio che licenzi il suo agente o legga con attenzione i suoi copioni.
House at the end of the street gioca le sue carte cercando di avvolgere lo spettatore in un'atmosfera inquietante ma fallisce miseramente sia perchè tutto è ampiamente già visto, sia perchè quello che dovrebbe essere il personaggio cardine di tutto il mistero, Ryan, è interpretato da un attore, Max Theriot, assolutamente privo di carisma che sembra il classico teenagerminkia del solito filmetto horror americano.
Una citazione anche per il personaggio del poliziotto ( minchione da record mondiale) che in due-scene-due passa da un tentativo di abboccamento con la madre di Elissa alla classica fine del poliziotto imbecille del paese di provincia.
Con sommo piacere da parte dello spettatore. Troppo stupido per essere vero.
L'unica cosa da salvare in questo film è il suo confezionamento che gli conferisce una dignità filmica che altrimenti non avrebbe.
Ma è come un bellissimo pacchetto regalo con il nulla dentro.
E fa macchia vedere Jennifer Lawrence aspirante cantante da talent show che assomiglia solo a una versione oversize di Miley Cyrus.
( VOTO : 4 / 10 )
Avevo quasi intenzione di vederlo, ma solo perchè c'è Jennifer Lawrence (di cui sono perdutamente innamorato, lo ammetto :-) ) ma a questo punto passo. Anche perchè l'horror non è proprio il mio genere. E speriamo di poter ammirare presto Jennifer in 'Silver Linings Playbook' (dovrebbe uscire a marzo)...
RispondiEliminaeh eh ti tratti bene, Kelvin! lei è caruccia, sicuramente è anche brava ma in questo filmetto da quattro soldi è assolutamente sprecata.Più che un horror ( come è spacciato) è un thriller dalle venature horror ma di scene "forti" ce ne sono veramente poche...
EliminaCe l'ho lì da vedere, ma avevo il sentore che fosse una schifezza.
RispondiEliminaMi sa che me lo salto, a meno che non sia in vena di bottigliate furiose!
sentore giusto, se una sera ti prudono le bottiglie allora è il film giusto. Non ti lascia proprio niente...
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