I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 2 luglio 2015

Buddha Mountain ( 2010 )

Tre amici, il simpatico Fei Zao (per assonanza fisica e linguistica Fatso), un autotreno di carne fan di Michael Jackson, Ding Bo che ha problemi in famiglia e la bellissima Nan Feng, cantante in locali notturni affittano due stanze presso la casa della scorbutica Chang, vedova solitaria che delizia i ragazzi con esercizi di canto lirico all'alba e dà lezioni di calligrafia al pomeriggio.
La solitudine è un calice amaro a cui si è costretti ad abbeverarsi ogni giorno mentre l'amicizia può essere quella linfa vitale che ti permette di andare avanti sempre e comunque.
Semplice e condivisibile l'assunto di Buddha Mountain, film del 2010 della censuratissima (in patria) Yu Li che stavolta sceglie un registro molto più leggero per narrare la Cina di oggi.
Se i ragazzi hanno un pregresso fatto di rapporti difficili in famiglia e un futuro nebuloso in cui incastrare l'esame d'ammissione all'università da rifare che può rivelarsi decisivo per il loro avvenire(che comunque hanno o almeno  vagheggiano), la signora Chang ha solo un doloroso passato fatto della perdita di un figlio diciottenne per un incidente stradale.
Addirittura spesso si va a rifugiare nella macchina dell'incidente del figlio che conserva in garage dal giorno dell'incidente ( senza ripararla) come a cercarvi conforto in una sorta di training autogeno.
Il film di Yu Li descrive questo processo di cambiamento sia nei rapporti tra i ragazzi ( vive l'amour) che nei rapporti con la signora Chang determinando una crescita di tutte le parti in causa attraverso la metafora del viaggio, della riparazione dell'auto, simbolo del superamento del trauma da parte della vedova e della ricostruzione di un piccolo tempio buddhista disperso tra le montagne.
Niente di inedito quindi ma sono notevoli l'uso della cinepresa a mano, del digitale e un modo di raccontare una storia assolutamente normale con uno stile caldo e avvolgente facendo leva sulle eccezionali performances degli attori che fanno della genuinità il loro tratto distintivo.
Tra sequenze sognanti di viaggi in treno tra le montagne e improvvisi lampi dolorosi di forte impatto emotivo come quella del tentato suicidio della signora Chang dopo che la fidanzata del figlio (anche lei nell'incidente di cui porta ben visibili le conseguenze) è venuta a trovarla o il confronto acerrimo tra Nan Feng e il padre alcolista che sta portando alla rovina tutta la famiglia,si dipana l'excursus di Yu Li nella Cina postcomunista che sta percorrendo la strada del capitalismo di Stato. strada dolorosa che lascia sul campo parecchie vittime.
Il prezzo della crescita economica, un danno più o meno collaterale.
Nouvelle vague cinese? Non so, ma Buddha Mountain  ha una grazia notevole nel delineare ambienti e personaggi,  inoltre il suo modo di sfiorare con un linguaggio registico vivace anche tematiche sociopolitiche difficili da affrontare senza evitare strali censori dalla nomenklatura cinese dice molto su una regista giovane e baciata da un indiscutibile talento.
La Cina continua nel suo processo di avvicinamento all'occidente.
Locali notturni,computer portatili, quel senso di sbandamento che hanno i giovani che sono sul punto di entrare nel mondo degli adulti, così vicino anagraficamente eppure ancora così lontano mentalmente.
Una nazione viva e per nulla ingessata nei suoi rituali millenari.Almeno nel ventre della metropoli.
Fan Bingbing non è solo bella.
E'qualcosa di più.
Guardarla riesce a far stare male.


PERCHE' SI : uno sguardo coinvolgente sulla Cina post comunista, quella dei giovani che se ne fregano della politica e dell'ideologia, stile registico vivace e volitivo, Fan Bingbing talmente bella che riesce a far stare male.
PERCHE' NO : è un film cinese che ha i suoi tempi, qualche sottolineatura che si avvicina alla didascalia.


LA SEQUENZA : il tentativo di suicidio della signora Chang dopo l'incontro con la fidanzata del figlio.


DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :

Nel panorama vastissimo del cinema orientale , il cinema cinese è quello che trovo più ostico.
Ma poi trovo piccole perle come questo film.
Non conoscevo Fan Bingbing e ora ce l'ho sempre davanti agli occhi.
Una storia così può essere raccontata a tutte le latitudini e tutte le longitudini.


( VOTO : 7,5 / 10 ) 


Buddha Mountain (2010) on IMDb

8 commenti:

  1. Non faccio nemmeno finta di conoscerlo, grazie per la dritta ;-) In generale la penso come te, anche io trovo i film cinesi i più tosti da mandare giù. Cheers!

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    1. eh eh questo sono andato a cercarlo col lanternino...

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    1. è un bel film , dispiace che sia praticamente invisibile...

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    1. grazie a te che raccogli le mie segnalazioni atruse..

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