I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 14 gennaio 2013

Cloud Atlas ( 2012 )

Cloud Atlas è un racconto polifonico diviso in sei storie che si alternano tra di loro e che sono contraddistinte da una grande quantità di rimandi interni. Tutto è connesso come dice la frase di lancio del film.
Sei epoche diverse: nel 1839 Adam Ewing salva uno schiavo nero da morte certa e riesce a sopravvivere al tentativo di avvelenamento da parte del malefico dottor Goose.
Nel 1936 giovane musicista gay lavora come copista per famoso compositore e scrive di suo pugno una musica celestiale, l'Atlante delle Nuvole del titolo.
Nel 1972 una giovane reporter indaga sui danni provocati da alcune centrali nucleari , si imbatte nella composizione dell'Atlante delle Nuvole di cui sopra e le vengono fatte rivelazioni importanti dalla versione anziana dell'amante del giovane musicista gay del segmento precedente.
Nel 2012 un editore ricattato dagli scagnozzi di un suo scrittore si fa prestare soldi dal fratello che in cambio lo fa rinchiudere in un ospizio.
Nel 2144 un clone addetto a una "mangeria" scopre il suo triste destino grazie a un gruppo di ribelli contro il "sistema".
Nel 2321 il vecchio Zachry racconta di quando una donna venne a salvare lui e sua nipote dall'attacco di guerrieri cannibali. Il mondo è ridotto a uno stato primitivo, la donna mostra a Zachry di come la dea di cui professano il culto sia stata in realtà una semplice donna mortale.
Benvenuti al Luna Park dei Wachowski bros ( o meglio brother and sister) e di Tom Twyker, registi che si sono buttati a capofitto in quello che rischia di essere il primo kolossal europeo con un budget vicino a quello dell'industria americana.
Cloud Atlas è fatto con capitali tedeschi ( si parla di un budget superiore ai 100 milioni di dollari), realizzato con maestranze europee e divi sia inglesi che americani.
Un film complesso nel suo insieme soprattutto per la grande quantità di rimandi interni che contiene, con i vari attori principali alle prese con più ruoli, perchè le varie storie singolarmente sono di lettura piuttosto facile nel messaggio che vogliono veicolare.
Il problema più grande è approcciarsi al film: dopo una prima ora che di fatto è una sorta di introduzione in cui il consumo di un pacchetto intero di Golia Active plus è stato un indicatore attendibile di quanto il film incitasse all'abbiocco , poi, faticosamente ,si riesce a porsi sulla lunghezza d'onda delle varie storie che sono intervallate tra di loro in modo anche vivace da un montaggio ipervitaminizzato, creando da una parte l'effetto soap opera ma d'altra parte riuscendo a creare una certa suspense nelle varie vicende.
Visivamente l'universo di Cloud Atlas è talmente stratificato da affascinare: dalle atmosfere alla Apocalypto  di un futuro remoto, si passa a un dramma ambientato su una nave, a storie ambientate tra il presente e il passato prossimo fino ad arrivare a un futuro distopico passando attraverso le atmosfere di un noir anni '70 .
Il tutto costruito sul principio sempre valido delle sliding doors che cambiano i destini dell'umanità.
Per quanto riguarda il segmento ambientato nel futuro c'è una sorta di ricalco dell'impalcatura visiva di Matrix ibridata con suggestioni bladerunneriane  e rimandi che vanno da La fuga di Logan fino ad arrivare alla citazione manifesta del Soylent Green di 2022: I sopravvissuti.
Dal punto di vista dei contenuti credo che si rischia di incorrere nello stesso equivoco in cui sono incappati molti illustri analisti di Matrix e del suo universo: diciamo che molti sono andati oltre alle intenzioni di due semplici cinematografari americani che credo ignorassero quanta filosofia fosse nascosta nel loro film.
Anche con Cloud Atlas si rischia lo stesso equivoco: quello che è semplicemente un racconto pantagruelico con generose sfumature New Age , interessante soprattutto per la forma filmica che gli è stata data , rischia di diventare il nuovo The tree of life o il nuovo 2001: Odissea nello spazio per rimanere nell'ambito fantascientifico.
Ma i Wachowski e Twyker non sono all'altezza, nè vogliono esserlo, delle pretese filosofiche malickiane o kubrickiane.
A loro interessa il meccanismo dello spettacolo, la magnificienza visiva che nella loro carriera è sempre andata di pari passo con un certo grado di presunzione.
Cloud Atlas comunque ha una sua armonia : se all'inizio è stato veramente difficile avvicinarsi al film, poi nella seconda parte subentra la fame di sapere come va a finire, se va a finire in qualche maniera.
Sicuramente non ha la statura di un nuovo grande classico del cinema , il risultato è inferiore alle attese ma non è solo un dispendioso sfoggio di trucco, parrucco e dentiere per mascherare al meglio i divi presenti in più ruoli durante il film.
Cloud Atlas mi ha dato l'impressione di un film che al paneesalamismo di tematiche semplici e perfettamente intellegibili ( razzismo, discriminazione, omofobia, poteri forti dell'economia ecc ecc ) abbia voluto aggiungere un generosissimo tocco di nouvelle cousine con l'accostamento ardito di molti sapori diversi.
Ma si sa che il pane e salame non va tanto d'accordo con salse strane da alta cucina.
Cloud Atlas mi è sembrato proprio come un panino al salame aromatizzato con troppi sapori diversi.
Tolte le salse, sgombrati gli eccessi, ci si può anche divertire.
Una piccola nota sul doppiaggio: ma perchè Zachry parla coi verbi all'infinito però quando serve usa benissimo i congiuntivi?

( VOTO : 6,5 / 10 )  Cloud Atlas (2012) on IMDb

29 commenti:

  1. una vera schifezza, sei stato troppo buono...
    più che paragoni improponibili con capolavori come the tree of life o 2001, direi che è una versione molto mal riuscita di babel.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la prima ora ho rischiato seriamente di addormentarmi e meno male che ero digiuno( quindi non era la peperonata, era proprio il film) poi però non dico che mi ha appassionato, parola troppo grossa, ma almeno mi ha tenuto sveglio...

      Elimina
    2. per me invece è il contrario.
      nella prima ora ero ancora fiducioso che succedesse qualcosa, speranza poi vanificata.
      il nulla totale

      Elimina
    3. accidenti ti ha preso proprio male! aspetto di leggere la tua stroncatura epocale se avrai voglia di scriverne....

      Elimina
  2. Lo ammetto, sono molto combattuta (e soprattutto non ho nessuno che mi accompagni a vederlo)...pensavo di tentare prima con il libro e poi un eventuale recupero futuro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ah ah ...la prima ora è dura se non sei in compagnia...

      Elimina
  3. Mi hanno detto che è parecchio incasinato e difficile da comprendere da subito il che mi attizza non poco la curiosità, me lo andrò a vedere in un momento di noia (due ore e 43 minuti di film against the noia!!!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. all'inizio si fa fatica a staegli dietro poi mano mano diventa tutto (relativamente ) più chiaro...e la durata non aiuta...

      Elimina
  4. quindi, conoscendo i miei precedenti narcolettici l'idea di andarlo a vedere domani allo spettacolo delle 18.00 non è poi così sbagliata, vero? :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è un'idea azzeccatissima: vedere questo film all'ultimo spettacolo è sonno assicurato proprio perchè la prima ora non è agilissima....

      Elimina
    2. Ma anche no..Son stato su fino alle 3 ieri a parlarne dopo la visione che finiva all'1.30.

      Elimina
    3. eh eh io non ho tutta questa resistenza , qui lo spettacolo era alle 22 e 30 e sinceramente non ce l'avrei mai fatta...a quello delle 19,30 invece si, a parte la prima ora in cui ho consumato un pacchetto di caramelle...

      Elimina
    4. La prossima volta fai come noi. Una fiaschetta di ottimo scotch, altro che caramelle!

      Elimina
    5. ah ah a me l'overdose di alcool mi provoca un effetto anestetico...mi avrebbero sentito russare pure dalla sala accanto....

      Elimina
  5. Stesso voto. Come giudizio ridondante direi e non particolarmente difficile da comprendere, se non fosse per il montaggio impazzito che salta di continuo da un piano all'altro.
    L'episodio più riuscito e spettacolare mi è parso quello ambientato nel 2144, più in linea con lo stile dei registi. Quello ambientato ai nostri giorni, il più insulso. Non so come sia l'originale, ma il doppiaggio nel futuro distopico è veramente pietoso!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è vero, i singoli episodi sono lineari...il montaggio incasina tutto...non so neanche io per l'originale ma Zachry che parla così e poi snocciola un congiuntivo ultracorretto mi sembrava una stonatura...

      Elimina
  6. Ovviamente non concordo nell'analisi. Anche perché non ci trovo nulla di così complicato o filosofico: l'entropia universale e il rapporto causa effetto li conoscono ormai anche i bambini. Però a me ha affascinato e stranito, mai annoiato e dal punto di vista visivo mi ha colpito con forza, pur apprezzando il film soprattutto per i suoi difetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. beh forse c'è stato un piccolo equivoco, Frank, non mi sono spiegato bene. Anche io non ci trovo nulla di complicato nelle varie storie del film, è la forma filmica che è complicata.All'inizio ho fatto fatica a seguire il film ma poi Cloud Atlas è cresciuto col passare dei minuti e anche io credo che visivamente( soprattutto la parte ambientata nel futuro più prossimo) mi ha impressionato favorevolmente. Non mi ha travolto ma comunque l'ho apprezzato.

      Elimina
    2. Ecco, avevo capito altro :) dal punto di vista strutturale posso darti ragione (ci ho messo qualche minuto a capire che i passaggi da un segmento narrativo all'altro erano basati su particolari similitudini degli eventi)

      Elimina
    3. no problem:)sicuramente colpa mia perchè quando parto non mi fermo e la chiarezza latita...

      Elimina
  7. Se ne legge di meraviglia e di porcheria, tu mi sembrai stai nel mezzo e io c'ho una curiosità comunque epocale, perché pur già avendo il rip del bluray mi piacerebbe assai vederlo al cinema...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. secondo me il prezzo del biglietto lo vale tutto, se riesci....

      Elimina
  8. Bradipo, sul linguaggio post apocalisse, scusa, n'c'hai capito l'hacca..
    A parte la versione italiana che inizialmente ricorda lo zingo-slang di the Snatch, la forma linguistica è appositamente destrutturata in maniera egregia, basandosi tra l'altro su visibili approfondimenti dei meccanismi di evoluzione grammaticali e sintattici di una lingua nei secoli.La lingua dei Valliggiani è appositamente rifinita nelle parti verbali e soprattutto sintattiche, dove si parla di concetti presenti e utilizzati, mentre diviene spuria e slanghizzata nei concetti più metafisici o simbolici.
    E' ancora oggi così, se ci pensi..E' una trovata fantastica ed originale che spiega molto di più del resto l'impoverimento culturale subito con la perdita della civiltà dai sopravvissuti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao GIOCHER, scusarti di che? stiamo qui per parlare, per discutere:) sinceramente non ho pensato molto all'impoverimento culturale che si traduce anche in un impoverimento del linguaggio ( cose comunque connesse tra di loro ), mi ha stupito questo bel congiuntivo neanche tanto semplice piazzato in mezzo a un linguaggio sintatticamente piuttosto bruto, tutto qui...

      Elimina
  9. Io sono con Giocher e Frank.
    Film stratificato ed assolutamente imperfetto, eppure emozionante e - come fu per Avatar - clamoroso nel riuscire a tradurre i massimi sistemi secondo la grande ottica dello spettacolo e del blockbuster.
    Più passano i giorni e più lo trovo interessante.
    Promosso!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. anche io l'ho promosso e ho concordato con la bradipa, non propriamente appassionata ( ma stavolta la visione coniugale l'ho decisa io) che è un film che comunque lascia il segno.L'ho promosso con una sufficienza ampia ma non mi ha esattamente travolto...

      Elimina
  10. Guarda un pò: recensito anch'io oggi da me. Non condivido alcune (piccole) cose che hai scritto, tipo l'accenno a un clima un pò New Age, che io non ho proprio visto. Comunque il film è "omerico" e da vedere senza ombra di dubbio. Per Simone Corà: ti prego, vedilo al cinema, non rippato! Se lo vedi al pc è come se lo uccidessi :)

    RispondiElimina
  11. vengo subito a leggerti, il clima New Age l'ho percepito nella storia finale, quella del futuro remoto...anzi ti dirò mentalmente l'ho associato ( non so se a torto o a ragione ) a The fountain che per me è uno scult epocale( e qui già so che mi guadagnerò molti strali avvelenati...)

    RispondiElimina