I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 30 maggio 2014

Nemico pubblico N.1 - L'ora della fuga ( 2008)

Vita ,opere e morte di Jacques Mesrine,parte due.
Dove ci eravamo lasciati? Se nel primo film Richet aveva cercato di dare adeguato sfondo storico al personaggio e costruire la sua reputazione miticamente noir a piccoli passi grazie a un pigmalione ributtante con faccia e adipe di Gerard Depardieu, qui nella seconda parte si parte col piede affondato sull'acceleratore,si raccontano le gesta di questo personaggio controverso con il giusto grado di concitazione,si vivono con lui rapine, evasioni, il rapimento del vecchio riccastro e tutto l'armamentario della vita di un nemico pubblico.
Si introducono curiosi compagni di percorso e un avversario , il commissario Broussard (un Olivier Gourmet che non somiglia per nulla all'attore feticcio di quasi tutto il cinema dei fratelli Dardenne),che rispetta e da cui viene rispettato.
Molti accostano questo film al nostrano Romanzo criminale:l'inquadramento storico è sicuramente lo stesso,nel film di Richet si parla più volte del rapimento Moro, Romanzo criminale ha i suoi innegabili pregi ma dal punto di vista registico non c'è proprio competizione.
Mentre Placido si dimostra regista di oneste intenzioni , qui Richet gira come il dio del cinema comanda le innumerevoli sparatorie , le numerose scene di inseguimenti e architetta incidenti spettacolari, girati da dentro l'auto che tolgono realmente il fiato.
Una meraviglia per gli occhi e per le orecchie perchè anche il suono è qualcosa di sconvolgente.
E poi c'è il mostruoso, pantagruelico, immane Vincent Cassel.
Cercando qualcosa sul vero Jacques Mesrine e vedendo come viene impersonato acquista valore la prova dell'attore francese , stupisce la mimesi ed è incredibilmente bravo quando sembra andare fuori dello spartito a non essere mai grossolano. Eccede ma sembra sempre sotto controllo.
Una domanda che mi frullava in testa in continuazione mentre guardavo il film, ma anche durante la visione del primo, è questa: ma perchè Jacques Mesrine è un idolo così acclamato nell'area calda delle banlieue parigine?
A leggere le sue gesta e a vedere il film  ci troviamo di fronte a un personaggio che vive di pensieri estemporanei, che ha un ideologia confusa, che cerca di farsi passare per rivoluzionario (ma il complice lo fa ritornare alla realtà:loro sono rapinatori,non rubano ai ricchi per dare ai poveri o al proletariato, rubano per loro stessi),che vive in una sorta di autocompiacimento narciso, che vuole stare sulle prime pagine dei giornali(e se la prende con "quel" tale Pinochet che facendo un colpo di Stato in CIle gliele ha rubate),che sentendo l'orgoglio ferito da un giornale di destra non esita a far finta di concedere un intervista al giornalista per poi picchiarlo quasi a morte.
Un personaggio oltre le righe con un suo codice d'onore, lucido eppure guascone, sanguinario ma capace di slanci di inaspettata generosità. E la mia domanda ancora è senza una risposta certa: Richet non ci regala un agiografia del personaggio,si tiene alla giusta distanza,ma del resto non è generoso neanche con la BRI, il corpo di polizia che riesce finalmente a prenderlo.
La sequenza della sua cattura, già vista in parte all'inizio del primo film con uno splendido split screen molto anni 70,è girata magnificamente con un montaggio diverso. e fa vedere chiaramente quello che per molti è più di un sospetto.
Jacques Mesrine non è stato solo preso e ucciso, è stato sottoposto a una vera e propria esecuzione con tanto di colpo in testa finale.
Una macchia difficile da cancellare.
Resta il piacere di aver visto complessivamente un grande film , le oltre due ore di questo passano in un attimo per il ritmo imposto dalle innumerevoli azioni del protagonista, un personaggio tout court,a tutto tondo,uno di quei personaggi che si mangiano il film.
E Cassel è realmente magnifico.
Rimane la delusione per il mancato riconoscimento di un successo meritatissimo, un esempio di cinema moderno che guarda ai classici con rispetto e cerca di rielaborarne la lezione (vedendo questo film più di una volta mi è venuto in mente Corneau o I senza nome di Melville) a futura memoria delle nuove generazioni di cinefili...
Assolutamente da vedere

( VOTO : 8 / 10 )

6 commenti:

  1. ho dovuto ripubblicare il post di stamattina ( eliminando l'altro) per via di alcuni imprevisti problemi di impaginazione che ho visto grazie alle segnalazioni di Ford e Nick Parisi che ringrazio. Purtroppo eliminando l'altro post ho dovuto eliminare i loro commenti....

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    1. sei stato corretto da ford???
      bradipo, guarda che questa è una cosa grave ahah :)

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  2. il film è uno di quelli che ho sempre lì da vedere, ma ogni volta rimando.
    prima o poi lo vedrò.
    prima o poi

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  3. ah ah ah dai non è così grave....il film merita..mettiti comodo e goditelo tra tutti e due sono quattro ore ben spese della tua vita...

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  4. I francesi quando ci si mettono sono dei maestri... peccato ci si mettano raramente :)

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  5. secondo me ci si mettono...e sono dei maestri , il problema è che qui in Italia molti film francesi che meritano non sono distributi....ed ecco che abbiamo una percezione negativa del loro cinema che per me è avanti anni luce rispetto al nostro...

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