I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 23 novembre 2014

Into the Storm ( 2014 )

Intorno a Silverton, cittadina dell'Oklahoma a malapena segnata sulle carte geografiche si sta verificando un evento meteorologico pazzesco: una serie di tornado sta convergendo su di essa preannunciando morte e distruzione.
Il film segue parallelamente ( ma tanto poi si sa da un certo punto in avanti si incrociano e convergono) le storie di Gary, insegnante nel locale liceo, vedovo, e dei suoi figli Donnie e Trey, la storia di Pete, un cacciatore di tornadi che con un suo team e un paio di furgoni attrezzati di tutto punto ( di cui uno che teoricamente dovrebbe anche essere in grado di sopportare la furia di un tornado ancorandosi al terreno con degli uncini), cerca di girare un documentario su questi particolari eventi meteorologici da vendere alla miglior televisione offerente e in più ci sono anche due mentecatti , anche loro con la fissa dei tornado che girano immagini con i loro telefonini e le loro telecamerine rischiando la vita più del dovuto.
I tornado arrivano.
Non uno, non due e neanche tre.
Addirittura dieci!
E ce n'è anche uno di fuoco! ( ma senza squali!)
Per parlare di questo film occorre andare ad esaminare i credits: da chi è diretto?
Il regista si chiama Stephen Quale che uno si sta ancora a chiedere dove ha sentito questo nome.
A questo punto ti chiedi chi è quel tizio ( genio o coglione ancora lo devi stabilire ) che gli ha firmato un assegno da 50 milioni di dollari per fare Into the Storm.
Perché questo filmetto ha un budget da 50 milioni  e un cast composto da mestieranti raccattati di qua e di là ( eccetto Walsh che è l'unico che dà un po' di spessore al suo personaggio, quello di Pete).
Vai quindi su Imdb.com e scopri che Quale ha diretto Final Destination 5 oltre a  qualche altra cosetta trascurabile e il mistero si infittisce.
Poi l'occhio ti si sofferma su Aliens of the Deep documentario esperimento di quasi 10 anni fa codiretto da James Cameron e da un tale Stephen Quale, il quale ( ah ah scusate l'allitterazione) , ha anche diretto le seconde unità di Avatar e Titanic.
E a questo punto il mistero è spiegato.
E' James la chiave di tutto.
Ecco come un illustre sconosciuto ottiene un budget milionario per fare un film di genere catastrofico e che arriva ad essere anche una mezza catastrofe di film.
Into the Storm è una specie di film della Asylum però fatto coi soldini, dollaroni fruscianti.
I personaggi sono talmente piatti da sembrare piallati da un falegname, talmente irritanti che vorresti vederli portati via dal primo tornado di passaggio, le scene di raccordo si rivelano un inutile escamotage per fare minutaggio ( alla fine 'sto coso dovrà arrivare almeno a sfiorare i 90 minuti, no?), l'espediente del found footage, o meglio della moltiplicazione delle sorgenti visive , è usato in maniera piuttosto maldestra e soprattutto utilizzato a intermittenza.
In certi passaggi sembra che Quale se ne dimentichi proprio e giri normalmente senza tremori di sorta.
E allora perché mi devi frantumare i testicoli con le solite scenette tremebonde e con le prospettive sghembe da dilettanti( ebbasta con 'sta gente che sta per essere risucchiata nel tornado eppure continua a tenere la telecamera accesa!) che servono solo a far venire il mal di mare?
Se vuoi fare un found footage fallo fino in fondo!
Insomma tra una catastrofe e l'altra non c'è molto da segnalare se non una noia pazzesca.
Però poi scendono in campo ( letteralmente) i  tornado che sono i veri protagonisti della pellicola.
Beh le sequenze in cui i disastri meteorologici la fanno da padroni ti fanno realmente vedere la differenza tra fare un film di questo genere con i soldi e farlo come lo farebbero all'Asylum.
Diciamo che quei 50 milioni di budget cominciano ad avere un senso perché stare in poltrona a vedere questi tornado che impazzano è come andare sulla giostra del luna park, stai imbragato lì sulla poltrona contento che non ti possa accadere nulla mentre gli occhi cercano di arraffare tutto quello che possono in termini di emozioni e divertimento..
Into the Storm cerca di campare sugli effetti speciali di primissima qualità di cui è dotato ma ancora non basta.
Il problema è che regista e sceneggiatore hanno dimenticato di costruirci un film attorno.
Eppure roba come questa riesce a passare attraverso le nostre sale cinematografiche.
Allora è proprio una congiura contro i cinefili.
Un gombloddo.
Tornado portali via.

PERCHE' SI : effetti speciali da primissima qualità, Matt Walsh è l'unico che dà un po' di spessore al suo personaggio.
PERCHE' NO : hanno dimenticato di costruire il film attorno agli effetti speciali, attori al di sotto della soglia di decenza.

( VOTO : 4,5 / 10 )

 Into the Storm (2014) on IMDb

10 commenti:

  1. Appena vidi il trailer con l'uragano di fuoco mi dissi: "No, grazie". Ma prima o voi, quando la voglia di trashume sarà tanta, me lo reperirò.

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    1. gli effetti speciali sono notevoli e le sequenze di distruzione hanno un loro perchè. Tutto il resto, come diceva il Califfo, è noia....

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  2. non ho ben capito se ti scegli i film che guardi o se c'è qualcuno che te li assegna tipo compiti a casa.
    Diciamo più che altro che non voglio credere che tu abbia volutamente guardato sta roba.

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    1. ah ah ah ...no, non c'è nessuno che mi assegna i compiti, pensa un po' l'ho guardato perché sia io che la bradipa ( che ha molta voce in capitolo per tutto il filmorama non horror) eravamo incuriositi dal parere positivo di una nostra amica che addirittura lo aveva visto al cinema....

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  3. Era tra le mie prossime visioni, la tua recensione non incita di certo alla visione :)

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    1. i disastri sono ben fatti, l'unica ragione per vederlo...

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  4. Non l'ho visto e a questo punto mi sento di dare fiducia ai tuoi "perchè no".

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    1. rileggendo, i miei perché no hanno un che di lapidario....

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  5. Mi sa tanto che me lo risparmierò. Per una volta non ho niente da segnare! ;)

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