I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 24 agosto 2012

L'estate di Giacomo ( 2011 )

Eppure il tanto vituperato cinema italiano odierno riesce ancora e stupire in senso positivo.
Da una parte c'è da essere contenti a vedere un film come L'estate di Giacomo che ti mostra come nascosti da qualche parte esistono nuovi autori con idee valide e con talmente tanta passione da farla esondare dallo schermo quasi in modo contagioso.
D'altro canto stai a chiederti se questa piccola opera girata con tre attori e un pugnetto di euro non sia la solita mosca bianca nel panorama italico in cui sembra che nessuno abbia più voglia di rischiare a livello di produzione e di distribuzione.
L'estate di Giacomo è il racconto di una gita al fiume di due adolescenti: Giacomo, diciottenne che pensa come un bambino, sordo che con un'operazione ha riacquistato la possibilità di parlare e Stefania, sua amica sedicenne che è molto più matura di lui.
Con una cinepresa a mano che li pedina senza asfissiarli la gita inizia in un bosco che da principio sembra senza uscita ( ma quante fiabe abbiamo letto in cui l'incipit sono due bambini che si perdono in un bosco? )  ma che poi alla fine rivela quello spicchio di fiume a cui anelavano fin dall'inizio.
Addirittura sembrano le Maldive , come dicono appena si immergono per fuggire la calura estiva.
La loro giornata prosegue , la loro stagione prosegue tra scherzi, risate , inseguimenti, quasi un placido esplorarsi a vicenda, la loro amicizia diventa più adulta all'apparenza, sembra che tra loro sia scattata una diversa intimità senza  palesare alcunchè di amoroso e poi la svolta in un finale che appare un po' slegato da tutto il resto e che a prima vista non è ben comprensibile.
Il film del trentenne Alessandro Comodin è ricco di spunti autobiografici come lui stesso ha affermato e quindi preferisco pensare che il finale a mo' di postilla che ha inserito sia proprio per raccontare la storia esattamente come è andata.
Altrimenti è assai stridente, direi di tono totalmente diverso rispetto a quello visto nei 70 minuti precedenti.
La cosa che stupisce di questo film è che sembra che descriva un mondo sempre in bilico tra realtà e fiaba, come sospeso a mezz'aria da qualche parte nel tempo e nello spazio, ma lo fa con stile documentaristico.
Detto in questo modo sembra un ossimoro ma non è così.
Camera a mano, assenza di campi e controcampi, immagini rubate alla festa del paese, insomma un piccolo campionario di Nouvelle Vague in riva al Tagliamento, che , diciamolo subito assume presto le fattezze del vero protagonista.
La Natura incontaminata ( o quasi) che circonda Giacomo e Stefania alle prese col loro percorso di crescita è come una membrana amniotica che attutisce tutte le sollecitazioni esterne e che li protegge.
Assistendo a L'estate di Giacomo sembra quasi di trovarsi di fronte a un Rohmer a cui abbiano sfrondato gran parte dei dialoghi.
Il film di Comodin è minimalista e poetico allo stesso tempo, cinema di piccoli gesti , di sguardi e di sorrisi più che di parole.
Impossibile dire se questa sia la nuova strada di un cinema italiano ormai paralizzato in generi preconfezionati : certo è che c'è tutta una serie di nuovi autori che , facendo miracoli con il no-budget a loro disposizione, stanno tirando fuori notevoli brani di cinema.
Nel solco di un realismo poetico.

( VOTO : 7,5 / 10 ) L'estate di Giacomo (2011) on IMDb

4 commenti:

  1. Se non ricordo male ho letto in una intervista al regista che il budget per questo film si è aggirato intorno ai 230mila euro, che rispetto alle grandi produzioni non è niente, ma per dei comuni mortali è una cifra enorme. E' una cosa che mi ha fatto pensare, anche un film così "semplice" ha bisogno di così tanti soldi? La vita del regista esordiente non deve essere facilissima...

    Il finale a me è garbato molto, ci ho visto l'avvenuto passaggio generazionale, l'amore in una nuova estate. Bello anche perché quella ragazza pare fosse davvero la ragazza di Giacomo e così anche la splendida lettera conclusiva che nulla ha di finto ma tutto di vero.

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  2. 230 mila euro? sembra anche a me una cifra enorme per quello che si vede nel film.Se penso che L'arrivo di Wang dei Manetti che visivamente è molto più ricco, con più attori, ecc ecc ha avuto un budget di 200 mila euro. Il finale non è che mi sia dispiaciuto, mi ha un po' sorpreso e ho trovato stridente il fatto che in un film così povero di parole ci sia tutto quel monologo finale ...solo questo.La sorpresa ci sta tutta.

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  3. Lo dice qua: http://schermiblog.blogspot.it/2012/07/sguardi-alessandro-comodin-vi-racconto.html , mi pare tantissimo anche a me. Il cinema ha costi davvero alti!

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  4. o hanno speso una cifra in promozione altrimenti qualcuno è fuggito con la valigetta...eh eh!

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