I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 9 aprile 2012

Romanzo di una strage ( 2012 )


La visione di questo film volenti o nolenti non lascia indenni , nè tantomeno indifferenti.
E forse proprio per questo è da catalogare tra le operazioni temerarie perchè far vedere di scoperchiare il calderone delle stragi di Stato, dei servizi deviati, dei misteri della nostra storia recente è qualcosa di più che coraggioso: oserei dire che è da incoscienti  esporsi in una nazione normalmente affetta da commedite acuta che da un po' di anni a questa parte sta cercando di riscoprire e rinverdire(ahimè inutilmente) la gloriosa stagione del nostro grande cinema civile.
E Giordana si astiene dal farlo, della serie "non c'ero e se c'ero dormivo.."
Dopo la sontuosa enciclopedia de La meglio gioventù( sei- ore-sei in cui si racconta in un impeto di treccanismo iperacuto un quarantennio più o meno estratto dal nostro Novecento) allora era necessaria un'altra dose di rassicurante rullipetraglismo per raccontare la strage di Piazza Fontana?
Probabilmente no, perchè la cosa che devo imputare a questo nuovo film di Giordana è il non voler prendere troppe posizioni scomode.
A partire dal fatto che si basa su un tomo controverso già radiografato e vivisezionato in lungo e in largo( Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli) e non sugli abbondanti verbali e fascicoli d'inchiesta che stanno ad ammuffire in qualche polverosa cantina di Stato.
Si guarda bene dall'assumere posizione sui colpevoli della strage (con la moltiplicazione dei pani, dei pesci, degli attentatori e delle valigette), ritrae in modo perlomeno discutibile alcuni personaggi che conosciamo sotto altre spoglie.
Abbiamo un Aldo Moro sovrarecitato da Gifuni (che cerca di mimetizzarsi in lui, quasi nascondendosi dentro di lui) che sembra un corpo estraneo al suo partito, unico illuminato sulla via di Damasco del compromesso storico, mentre gli altri notabili del partito sembrano appartengano alla masnada di predoni rivale di Alì Babà, un Valerio Borghese difensore dell'ordine patrio nel cui salotto si fanno gruppi d'ascolto agli appelli televisivi di Rumor, un Valpreda che sembra fatto di crack fino alla cima degli abbondanti capelli,un questore che ha più i modi di un mammasantissima e non di un pubblico ufficiale ,per non parlare di Calabresi e Pinelli.
Due uomini che si stimavano , che blablabla si erano già confrontati altre volte, che sembrano essere entrambi la mela buona nel cesto delle mele marce nei rispettivi schieramenti dalle parti opposte della barricata.

Puzza di agiografia ma soprattutto non c'è un nome e un cognome dietro alla responsabilità delle loro morti: cadendo in verticale da una finestra del quarto piano della questura oppure falciato vicino alla sua Cinquecentobblù con un colpo alla nuca e uno alla schiena.
Giordana pur schierandosi dalla parte della teoria del doppio attentato ( che effettivamente appare perlomeno cervellotica) sceglie di non prendere posizione su queste due morti, soprattutto su quella del ferroviere Pinelli che è ancora un mistero insoluto della nostra storia checchè ne dicano le inchieste successive.
Perchè allora trovare una soluzione alla strage di Piazza Fontana e non trovarla per la morte di Pinelli e per quella di Calabresi?
Questo il dubbio grosso rispetto a un'operazione come questa che cerchiobottando in questo modo aspira di diritto al titolo di  fratello minor(ato)e di La Meglio Gioventù e degenere cugino (di campagna) lumbard di Romanzo Criminale.
Dal punto di vista cinematografico fa difetto quella passione insopprimibile che aveva fatto de I cento passi una perla del nostro cinema di impegno civile, Romanzo di una strage rende il didascalismo la propria cifra stilistica dominante proprio perchè per forza di cose Giordana ci deve elargire uno spiegone dietro l'altro.
Non ci dice nulla però sul fermento che si respirava quegli anni, sul momento difficile che stava vivendo la nostra democrazia. Ci racconta o meglio cerca di mostrarci come polvere sotto il tappeto alcuni apparati deviati dello Stato.
E poi ci sono loro Favino e Mastandrea i due volti meglio spendibili del nuovo cinema italiano che fanno il loro (s)porco lavoro al servizio di un copione che non permette loro troppe improvvisazioni sullo spartito.
Così come è meritorio il lavoro di tanti altri attori del nostro firmamento cinematografico che si spendono in camei o poco più.
Tra i vari modi per interpretare questo film di Marco Tullio Giordana a mio parere ce ne sono due dai quali non si può prescindere: giudicare quello che racconta magari indignandosi per i buchi neri di cui è cosparsa la narrazione,oppure  giudicarlo come opera di fiction vagamente basata su un fatto di cronaca.
Nel primo caso Romanzo di una strage ne esce con le ossa frantumate e la prognosi infausta, nel secondo pur non avendo la brillantezza registica di altri film di Giordana e pur non riuscendo ad affrancarsi da una fastidiosa patina di fiction televisiva, forse ci si può accontentare.
A patto che poi non si vada ad indagare su quanto realmente accaduto.
Neanche su Wikipedia.

( VOTO : 4 / 10 )  Piazza Fontana: The Italian Conspiracy (2012) on IMDb

8 commenti:

  1. si capisce che il film non ti è proprio piaciuto ed è vero che quest'ultimo è lontano parente dei film di Giordana che tu citi..pensa che a me è piaciuto persino di più "Sangue pazzo" il film sulla Ferida, una delle icone cinematografiche del regime fascista..su Giordana bisognerebbe ci sarebbe da parlare di più ed in maniera più approfondita..io pero a questo film gli dò un 6..e mi porto a casa l'intepretazione monstre di Mastandrea ed in parte di Favino..un saluto

    RispondiElimina
  2. Visto ieri sera, devo dire che invece l'ho trovato efficace, pur se non - ovviamente - all'altezza di cose come La meglio gioventù.
    Considerata la mole di argomenti, trovo che la scelta di concentrarsi sulle figure di Calabresi, Pinelli e Moro come vittime invece che sulle ipotesi di risoluzione dei casi sia stata buona.
    Poi, ovviamente, dipende molto dai punti di vista. :)

    RispondiElimina
  3. @nickoftime:sono andato a vedere questo film molto speranzoso, credevo, speravo di ritrovare il cinema italiano di impegno civile e invece mi sono trovato di fronte a un'opera che sceglie delle tesi discutibili e si astiene totalmente dalla spiegazione di certi misteri ancora insoluti nonostante sentenze passate in giudicato.L'ho seguito con molto interesse ma quando sono andato a tirare le somme mi è rimasto poco, lavoro degli attori a parte(anche se Gifuni/Moro urla vendetta!)@James questo film più che brutto è semplicistico anche se occorre ricordare che non è tratto da verbali di inchiesta ma da un romanzo col suo bel carico di controversie.Saranno state le eccessive aspettative che mi hanno fatto provare una certa delusione, non lo so...

    RispondiElimina
  4. A me, come ho scritto,è piaciuto (http://uonderuoman.blogspot.it/2012/04/romanzo-di-una-strage.html).L'ho trovato serio, rigoroso,importante. Ritengo che la sua funzione non sia stata quella di proporre una verità assoluta (è un film non un documentario), ma quella di "ricordare" una delle tante pagine della nostra storia troppo spesso dimenticata.

    RispondiElimina
  5. Con questo film mi è successa una cosa strana nel senso che non mi è accaduta molte volte: ho seguito il film senza provare noia e con molto interesse ma poi quando sono andato a tirare le somme sono rimasto con poco in mano.E sinceramente buttarsi a capofitto nella teoria della doppia valigetta e del terzo sosia e non prendere alcuna posizione sulla morte di Pinelli mi è suonato come qualcosa di poco coraggioso. Per non parlare del Gifuni /Moro che mi ha letteralmente colpito e affondato! Ora corro di là a leggerti!

    RispondiElimina
  6. Mmmmh, a leggere la tua recensione mi passa la voglia di andarlo a vedere.
    Siccome non sono sufficientemente ferrata sugli argomenti trattati, mi ritroverei a rimpiangere di avere speso soldi per un prodotto simile ad una fiction, con l'unico vantaggio di godermi il buon Pierfrancesco.
    Quindi tentenno ancora un po' e aspetto un recupero tardivo per quando mi tornerà la voglia!

    RispondiElimina
  7. io ho anche trovato tutta la prima parte piuttosto farraginosa nell'esporre i fatti. in pratica o sapevi già cosa era successo e chi era coinvolto oppure facevi una gran fatica e capire cosa stava succedendo. e anche questo non mi sembra un gran servizio...

    RispondiElimina
  8. @Babol: credo che se ne sai poco di quegli avvenimenti forse il film te lo godi meglio perchè a mio parere l'errore che fa Giordana è quello di caratterizzare in un certo modo dei personaggi che probabilmente erano altro nella realtà.E poi a mio parere quel Gifuni/Moro che scimmiotta l'Herlitzka del film di Bellocchio è terribile.
    E devo dare ragione anche al cinefilante perchè soprattutto nella prima parte ci vuole un certo sforzo per immagazzzinare nomi e rapporti tra i vari personaggi!

    RispondiElimina