I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 22 aprile 2012

Distance ( 2001 )


Quattro persone ritornano nel luogo in cui avvenne un suicidio di massa ad opera di una misteriosa setta.Tutti loro erano legati in qualche modo a esponenti della setta e ogni anno si ritrovano a commemorare questo doloroso anniversario.
Questa volta però sono costretti a passare la notte in quel luogo così pieno di dolore e di mistero perchè qualcuno gli ruba il fuoristrada e la moto con cui sono arrivati.
E ognuno di loro, grazie anche ai colloqui con l'unico sopravvissuto al suicidio di massa della setta che cerca di spiegare le ragioni di chi si è suicidato e le proprie che ha preferito vivere, si confronterà col fardello penoso che si porta dentro.
Non è il film più facile di Koreeda a cui avvicinarsi, sicuramente non è il suo migliore, ma è perfetto per conoscere le tematiche tanto care al regista nipponico.
Qui c'è tutta la sua poetica, il suo approccio filosofico al dolore e alla memoria, il suo osservare da entomologo la capacità di ognuno di elaborare (e quindi superare) il proprio lutto.
E'un film denso di emozioni , di vite vissute a metà, di pensieri carichi dell'angoscia della perdita, del distacco,  immersi nel fragore della natura che imperiosa circonda  i protagonisti.
I silenzi di Koreeda sono molto più eloquenti delle parole che possono essere pronunciate in queste particolari occasioni
La cinepresa scruta e fruga nei vari stati d'animo.

Il regista giapponese in questo film privilegia il piano sequenza dilatandolo fin quasi  ai limiti della sostenibilità, come a voler testimoniare la volontà di osservare i suoi personaggi senza per questo empatizzare il loro dolore e la loro rassegnazione.
Distance è un film in cui i protagonisti cercano di capire le ragioni reali o metafisiche di un gesto estremo come il suicidio dei loro cari. Cercano di annullare le rispettive distanze che li tengono separati e che credono abbiano provocato quel gesto senza ritorno.
Koreeda non è interessato al fatto di cronaca che rimane ai margini della narrazione con tutto il mistero che ancora è racchiuso in quella strage inconsulta, è interessato all'eredità lasciata a coloro che sono sopravvissuti, una sensazione dolorosa che stringe come in una morsa il loro cuore.
Il peggio è sempre per chi vive e soprattutto per chi vive con questo lutto che da dentro invade l'anima.
L'unica colonna sonora è assicurata dai mille rumori della foresta e dai suoni sgraziati che li accolgono al loro ritorno nella cosiddetta vita civile.
Distance procede lentamente ma inesorabilmente cattura, senza mai manifestare l'urgenza della spiegazione.

( VOTO : 8 / 10 ) 

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