I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 26 aprile 2012

Le Idi di Marzo ( 2011 )


I repubblicani sono morti, i democratici sono morti e la politica tutta non si sente tanto bene.
Ma anche cambiando i fattori in campo il risultato matematicamente non cambia.
 Le Idi di Marzo è il format di celluloide attraverso cui un democrat come Clooney per cui l'interesse comune è bene ma avere il villone sul lago di Como è ancora meglio, ci racconta quanto sia sporca la politica.
Ci sediamo tranquilli e ascoltiamo ancora la favola di Cappuccetto Rosso in un momento in cui fuori è un pullulare di lupi. 
E' questo il vero regalo di Natale in una nazione come la nostra che finalmente, forse, si sta accorgendo di quanto è marcia la politica.
Oppure è semplicemente l'odore della crisi.
La politica americana oggi sta tutta dietro le quinte, è una babele di strategie e guerre di comunicati, un percorso minato da inevitabili trappole a cui va incontro ogni candidato alla presidenza ( vedi il caso di Hart,superfavorito alla corsa per la presidenza e defenestrato dal suo stesso partito per un scandaletto sessuale) o addirittura presidente( e chi se lo scorda Clinton e i vestiti tenuti in frigorifero dalla sua stagista prediletta per ricattarlo solo un po'?).
Clooney fa cinema civile? 
Può darsi ma quello che ci racconta lo sappiamo benissimo, basta vedere la cronaca politica ogni giorno.
Solo che negli USA in questo campo mettono in gioco  intelligence da Guerra Fredda e un dispiego di mezzi che raramente si vedono in altre nazioni.
L'elezione di un candidato è scienza matematicamente esatta se si riescono a neutralizzare le incognite e le variabili impazzite.

Le Idi di Marzo è la storia dell'incognita Steve, machiavellicamente disposto a vendersi a chiunque pur di pervenire al suo scopo e della variabile impazzita Molly, stagista molto generosa e incapace di gestire il proprio ciclo ormonale.
Tra il bianco e il nero sono comprese tutte le tonalità del grigio: Le Idi di Marzo è un film sull'ombra grigia che viene proiettata dalla coscienza di ciascuno, non esistono buoni e cattivi.Sono tutti cattivi: sta a noi stabilire quanto.
A meno che candidamente si pensi che davanti allo sguardo fisso di Gosling che scruta nel buio ci sia una concezione morale della politica, della cosa pubblica.
Clooney nella parte di un governatore con dentatura da squalo è la faccia invecchiata del Sogno Americano, quello che è rimasto oltre le macerie degli ideali.
Mai come ora un film del bel Georgino è stato vicino alla sindrome postkennedyana che ha creato molto grande cinema americano anni '70.
Le Idi di Marzo sconta molte analogie con Il candidato di Michael Ritchie del 1972 dove un Redford in capello lungo e basetta chilometrica era costretto ad abiurare le sue idee progressiste per essere eletto.
Poteva essere un film importante se non fosse in pratica un reality show e soprattutto se non soffrisse della patologia del già visto.
Ma è terapeutico per chi ha voglia ancora di indignarsi.
Grandi dinosauri come Giamatti e Seymour Hoffman ballano il fandango sul tetto del mondo.
Ma sanno, come e meglio di tutti gli altri che serve solo un attimo per sprofondare e mai più risalire.

( VOTO : 7 / 10 )  The Ides of March (2011) on IMDb

10 commenti:

  1. Io l'ho trovato davvero potente, nella sua classicità.
    Forse il miglior film di Clooney regista.

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    1. Non lo so se per me è il suo migliore ma è comunque un buon film. Secondo me il problema paradossale non di questa pellicola in particolare ma di tutti i film che si azzardano a parlare di certi meccanismi della politica è che vengono ampiamente superati dalla realtà.La realtà batte sempre la più fervida delle immaginazioni.Ecco perchè ho avuto come una sensazione di deja vù vedendo Le Idi di Marzo. Ma questo non va certo a suo detrimento.

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  2. anche per me bello, ma non del tutto incisivo.
    manca appunto la zampata che superi la realtà.
    o forse è solo che la realtà politica, ahinoi, è insuperabile...

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    1. Infatti, quello che ci dice questa pellicola e le altre del genere, credo che già lo sappiamo per altre vie, per esempio guardando i telegiornali...

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  3. a me è piaciuto molto, sembrava più reale della realtà.
    "il re è nudo", sembra dirci.
    uno dice che sappiamo o immaginiamo tutto, ma raccontato così, con attori grandi, George Clooney che li dirige (grazie anche alla sceneggiatura) come un regista davvero grande, è una delizia, per i miei gusti.
    poi poteva essere più forte, ecc. ecc., ma questo c'è ed è un film grande.

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  4. anche a me è piaciuto, ma non lo citerei nelle mie playlist. Come dici tu è un film di regia e di attori favolosi. Eppure ho sempre l'impressione che sia un passo indietro alla realtà...è una cosa difficile pure da spiegare...

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  5. sono d'accordo con te: il problema è che, per quanto uno cerchi di fare un prodotto verosimile, la realtà lo supererà comunque (in negativo, s'intende).
    comunque, resta un film solido, con delle grandi idee e, inevitabilmente, un film d'attori :)

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    1. la realtà è sempre davanti al migliore degli sceneggiatori. E anche molto più brutta di qualunque cosa possa scriverne.

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  6. E' vero, il film non è certo originale, però funziona che è una meraviglia. Secondo me Clooney ha scelto volutamente un tono 'classico', con una regia abbastanza 'invisibile', proprio per far sì che lo spettatore si focalizzasse più sui personaggi che sulla storia (che è, appunto, abbastanza ovvia), affinchè ognuno di noi si rendesse conto appieno delle inquietanti metamorfosi a cui ti costringe il Potere. Come ha detto lo stesso Clooney in un'intervista, "Le idi di marzo non è un film politico, piuttosto sulla moralità dell'uomo e sul prezzo che si è disposti a pagare per arrivare ad un obbiettivo, specie se è il più alto possibile".
    A me è piaciuto molto, pur non essendo un capolavoro è comunque uno dei migliori compromessi tra cinema 'impegnato' e cinema commerciale.

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  7. Partendo dal presupposto che comunque mi è piaciuto anche se non mi ha fatto impazzire, come ho detto il problema di questo come di altri film sull'argomento( ad esempio ricordo Power di Sidney Lumet che è il primo che mi è venuto in mente, ma anche Il candidato di Ritchie che ho citato nella mia opinione) è che sembrano edulcorati rispetto alla realtà che rappresentano. E anche restando alla nostra misera cronaca italica di casi come quello raccontato da Clooney se ne trovano a bizzeffe. Però nulla da dire sul film , coinvolgente il giusto e animato da una viva coscienza civile.

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