I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

mercoledì 22 agosto 2012

A Serbian film ( 2009 )

Quando un film destinato per il solo mercato serbo diventa un piccolo caso cinematografico internazionale è normale che incuriosisca.
E questo di curiosità ne mette parecchia soprattutto per gli argomenti trattati che non sono propriamente spendibili in una prima serata televisiva.
A Serbian Film è la storia di un Rocco Siffredi balcanico  che ha appeso lo strumento di lavoro al chiodo (vabbè si fa per dire) e si gode una meritata pensione con  moglie e  figlio piccolo.
Ma le spese aumentano, i soldi finiscono e fare un lavoro del ca..ppero qualunque a Milos, questo il suo nome, non va. Lui sa fare solo una cosa in modo magnifico, è un vero e proprio recordman dell'erezione davanti alla telecamera. Attraverso una sua collega di set viene contattato dal sedicente regista Vukimir che con un assegno a diversi zeri lo convince a ritornare nella mischia (si fa sempre per dire) per girare quello che sarà il suo film migliore. Però non deve saperne nulla.
Il tutto sarà un work in progress in cui lui o meglio quella parte di lui che ben sappiamo, dovrà essere solo lo strumento. E qui cominciano i dolori sia per Milos che per noi che lo vediamo.
Dopo un'inizio vagamente allusivo tra metacinematografia allucinata e suggestioni lynchiane si scende nell'abisso dell'abiezione e del nichilismo senza compromessi.
E qui c'è da precisare una cosa: dal punto di vista della confezione (regia e fotografia) il film è scintillante e si apprezza ancora di più in un campo in cui le sequenze spesso possono sfuggire al controllo totale da parte del regista. E' facile esagerare con sangue e frattaglie in genere così come è semplice valicare la soglia del kitsch involontario quando si voglia arrivare al limite del filmabile. Spasojevic si avvicina sempre pericolosamente a  questo limite ma il film diventa fortemente sospetto di essere studiato a tavolino per provocare scandalo. Per farne parlare anche male ma basta che si sparga la voce.
Il sospetto viene perchè a film in corso viene spostata sempre più in alto l'asticella del filmabile e si ha l'impressione che durante la narrazione ci si trovi di fronte a una sorta di compilazione in bella mostra  dei tabù più aberranti per l'uomo presumibilmente civilizzato in un crescendo torture-pulp.
Si parte con la pornografia (addirittura un bimbo che vede il padre esibirsi in tutta la sua espressione artistica coadiuvato da un'attrice molto conseziente, pure troppo),si passa alla pedopornografia, si arriva sgli snuff movies, fino a giungere all'incesto di gruppo e se non bastasse anche alla necrofilia. E una delle ultime scene sposta l'asticella ancora più su.
Per me va bene, ho visto anche di peggio e non confezionato così bene. Però qui dobbiamo metterci d'accordo su una cosa: se Spasojevic ha intenzione di fare il torture porn  definitivo che mandi a nanna col pollice in bocca Eli Roth e compagnia cantante allora ci siamo.
I vari HostelSaw e gli slasher della new wave sono decisamente sotterrati. Ancora siamo però distanti dal rigore estetico (e anche sostanziale) di opere come Martyrs o Frontiers, pellicole che appaiono se possibile molto più raffinate dal punto di vista cinematografico di A Serbian Film.
Se però il signor Spasojevic afferma che tutto quello che si vede nella parte finale del suo film è una metafora di quella che è la Serbia oggi, allora non siamo più d'accordo. 
Mascherarsi dietro la metafora per mostrare qualcosa di visivamente aberrante è troppo comodo, una scusa preconfezionata che non convince, anzi irrita.
Qui di metafora se ne trova ben poca a parte il denaro che offusca le coscienze e l'arroganza del potere a cui è permesso tutto. Anche di girare uno snuff film estremo con un attore in overdose di testosterone perchè gli hanno somministrato un afrodisiaco per tori (col risultato che utilizza il suo attrezzo di lavoro in maniera anche originale,un'arma letale insomma sotto ai cui colpi crollano i nemici).
Molteplici  i richiami alla famiglia come unica via di salvezza e curioso che l'unico che abbia una codice morale sia Milos, il pornoattore, che non si piegherebbe mai a certi compromessi.
A differenza del fratello poliziotto, quindi espressione del potere, che per eccitarsi guarda innocenti filmati familiari casalinghi di Milos e della sua famiglia.
A Serbian Film voleva essere l'ultima Thule del torture porn, il suo approdo definitivo.
Il problema è che è più porn che torture... 

( VOTO : 5 / 10 )  A Serbian Film (2010) on IMDb

12 commenti:

  1. mi sa che mi diverto più io coi film yugoslavi:)

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    1. eh eh eh sicuramente si, anche se non sono un grosso esperto...

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  2. Io ho trovato questo film un vero e proprio abominio.
    Un regista che porta certe cose sullo schermo, secondo me, non dovrebbe avere diritto alcuno di fare Cinema.

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    1. dal punto di vista cinematografico è secondo me sopra la media del genere, ma è un'operazione profondamente disonesta alla luce del significato che gli si vuol dare...

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  3. Ciao, ti seguo da un po e dopo alcune settimane di doveroso lurking ho deciso di commentare.
    A me questo film non è dispiaciuto. Ho fatto un po fatica a finirlo perché in certi punti l'ho trovato noioso e sono totalmente d'accordo con te riguardo l'assurdità della componente metaforica.
    Il film è fatto per stupire e in fondo disgustare mandando in frantumi i tabù sociali. E ti dirò che ci riesce alla grande. Ma si ferma li.
    Soprattutto ho però trovato delle forti similitudini con Kill List di Wheatley. L'unica differenza è che Kill List mi è piaciuto molto.

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    1. Ciao Abstract , benvenuto su queste pagine. Anche io sono un estimatore di Kill List che ha alcune similitudini con questo ma mentre lì c'è un tono grottesco che sembra( sottolineo sembra) stemperare tutto e non si avverte il bisogno di metaforone per nobilitare il film, qui c'è l'intento bello e buono di scandalizzare.E' girato con perizia ma è un tentativo di arrivare all'infilmabile o perlomeno di avvicinarsi il più possibile.Spero di risentirti presto!

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  4. Per me pura immondizia, un film che bisognerebbe cancellare del tutto.

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    1. Simone, parole sante. Concordo in pieno.

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    2. dal punto di vista delle intenzioni alla sua base concordo in pieno. Però il regista non è uno sprovveduto...

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  5. Non è il mio genere. Mi ha disgustato Hostel, quindi non oso immaginare una roba di questo tipo.

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  6. se ti ha disgustato Hostel allora non avvicinarti, questo è molto oltre Hostel...

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