I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
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Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 23 giugno 2012

Le paludi della morte ( 2011 )

Credo che il prossimo che farà ad Ami Canaan Mann qualche domanda su suo padre e su come cotanto padre possa averle trasmesso l'amore e il talento per il cinema, la poverina comincerà a sbavare come un cane idrofobo.
Per quanto mi riguarda il quesito che mi frullava in testa era questo: ma Ami è figlia d'arte o figlia di papà?
E' chiara la differenza tra le due figure, no? In una terra come la nostra abituata alle dinastie (leggasi figli di papà messi lì solo per il nome del genitore e non per talento specifico anche nel cinema) , credo che la distinzione sia poi ancora più facile da fare.
Quindi la piccola Ami riesce a fare film solo perchè alle sue spalle c'è papà Michael ( che tra l'altro produce) oppure perchè ha talento proprio che le ha permesso di esordire dietro la macchina da presa per un progetto importante come questo?
Naturalmente essere la figlia di Michael Mann facilita, apre porte che altrimenti resterebbero chiuse, ma la giovanotta dimostra che dell'immenso talento del padre qualcosa le è stato trasmesso, anche per osmosi.
Quindi opterei per figlia d'arte.
Chiaramente Le paludi della morte ( il solito scempio di un titolo originale molto più centrato ed evocativo, Texas Killing Fields) non è un capolavoro, è un film che per certi versi mette in risalto quanto ancora acerba sia Ami nel gestire un progetto complesso come questo, ma ci sono sprazzi che fanno ben sperare per il futuro.
Se dal punto di vista della messa in scena Ami Canaan Mann si dimostra piuttosto brava ( si vedano ad esempio le numerose, notevoli sequenze notturne  ) altrettanto non si può dire per l'organizzazione del materiale narrativo a disposizione , anche se bisogna riconoscere che la sceneggiatura di Donald F. Ferrarone ( poliziotto per quasi 30 anni a quanto ho letto ) è piuttosto lacunosa sia nella definizione dei personaggi che nella progressione dell'indagine .
Lo scheletro del film è infarcito di clichet: abbiamo così la solita coppia di poliziotti nel solito sudaticcio thriller d'ambientazione sudista che sono aiutati nell'indagine dell'omicidio di una ragazzina da una rossa detective , ex moglie di uno di loro, che sta indagando su un serial killer che sevizia le giovani ragazze sue vittime e le mutila prima di abbandonarle in una regione paludosa( i killing fields del titolo) che , guardacaso, è fuori della giurisdizione in cui lavorano gli altri due.
Uno penserebbe che è già troppa roba per essere verosimile eppure i fatti raccontati in questo film sono ispirati a eventi reali.
Ma noi non li conosciamo quindi occorre sottolineare quanto sia brava la Mann ad alimentare un clima di tensione facendoci vedere l'altra faccia dell'America ( che in tempi di crisi è sempre più sotto i riflettori), fatta di maltrattamenti ai ragazzini, spaccio di droga, omicidi seriali, prostituzione minorile e famiglie disfunzionali.
La regista sembra più interessata a questo discorso che all'indagine vera e propria.
Nota di merito per un cast notevole: nonostante lo scarsa attenzione allo sviluppo delle dinamiche  tra i vari personaggi  ( per esempio il rapporto tra il poliziotto e l'ex moglie) gli attori fanno egregiamente il loro ruolo, anche il mascellone Worthington che forse sta imparando a recitare. Il migliore è il dolente Jeffrey Dean Morgan che ha sempre più la faccia di Javier Bardem, facendo sospettare che siano gemelli separati alla nascita.
A conti fatti Le paludi della morte è un film che vale soprattutto per quello che fa intravedere del talento di una giovane regista alla sua opera seconda , per le atmosfere e per le suggestioni evocate , per il resto non si distacca da un'aurea medi(ocri)età che non fa parte del vocabolario di  Michael Mann.
E non dovrebbe far parte neanche di quello della figlia.
Bordate di fischi ( ingenerosi ) a Venezia 2011 ma sicuramente è stato un errore presentare questo film, che ha ben poco di festivaliero, in concorso.

(VOTO : 6 / 10 ) Texas Killing Fields (2011) on IMDb

8 commenti:

  1. Visto ieri sera, concordo in toto.
    Certo, Worthington è davvero un cane e la Mann deve farsi le ossa, ma la materia c'è tutta.
    Speriamo per il futuro.

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  2. Il talento per la messa in scena è lì in bella mostra. E anche cercare di far recitare Worthington è una sfida che ha del temerario. Secondo me pregi e difetti grossomodo si equivalgono e lasciano filtrare qualcosa di buono per il futuro...sempre sulla stessa lunghezza d'onda, eh? ci incominciamo a preoccupare? eh eh

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  3. non male in fondo. certo è ancora da limare. ho molto apprezzato le parti di indagine nel territorio, quando ci vengono fatti vedere situazioni degradate, prostitute e papponi. pure worthington per me ci stava, ha un recitazione quadrata e monocorde in linea con il suo personaggio.

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  4. totalmente d'accordo Frank, Worthington è un cane ma forse sta imparando a recitare e anche per me l'indagine è la parte meno convincente del tutto.

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  5. Oddio, non sapevo ci fosse Worthington. Il film mi interessava, ma se c'è lui non riuscirò proprio a guardarlo...

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  6. però c'è Jeffrey Dean Morgan che è veramente bravo, se per te può bastare. Diciamo che qui Worthington è meno cane del solito...almeno prova a recitare, forse sta imparando...

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  7. in ambito cinematografico, il nepotismo credo sia ancora più presente rispetto ad altri ambiti. d'altra parte per girare un film ci vanno un sacco di soldi (casi come paranormal activity a parte) e quindi se già di cognome fai mann è tutto più facile, anche per avere contatti con i produttori.
    detto questo, la mann jr. ha un discreto talento e se il film non funziona del tutto come dici è per colpa più che altro della sceneggiatura. con il prossimo, preferibilmente rivolgendosi a un altro sceneggiatore, potrebbe esplodere!

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  8. hai pienamente ragione, però in Italia ne approfittano( vedi Muccino jr che si ostina a voler fare il regista). Ami Canaan Mann dimostra talento per la messa in scena, con una sceneggiatura migliore sicuramente avrebbe fatto il botto...

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