I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 24 giugno 2012

In the market ( 2011 )

Come definire una cosa come questa?
Un film? Una presa per il culo? Un raggiro gigantesco ai danni degli esercenti? O peggio ancora un complotto ordito ai danni degli spettatori derubati di quei 7-8 euretti per vederlo in sala?
In realtà questo film ( uhm parola grossa definirlo così) , è stato girato nel 2009 ma poi grazie a misteriose alchimie del mercato distributivo italiano è riuscito a trovare addirittura qualche sala in cui essere proiettato nel Ferragosto del 2011. Un bagno di sangue annunciato quindi.
E qui viene da aprire una parentesi: ci sono tanti bei film costretti all'invisibilità permanente , sia italiani che esteri e questa cosa riesce a trovare la strada della sala cinematografica?
Con che criterio vengono allora scelti i film da distribuire?
In the market è un prodotto inqualificabile da qualunque parte si voglia guardarlo: siamo appena di sopra all'amatoriale( anzi qualche volta anche al di sotto), Eaters e Il bosco fuori a confronto(  prodotti italiani horror dal budget risicatissimo come questo ) sono capolavori di intelligenza e di ricercatezza.
Il problema del film  non è il budget risicato: è la mancanza cronica di idee associata a un citazionismo talmente spinto da oltrepassare il plagio. Tarantino se vedesse questo film citerebbe in giudizio Lorenzo Lombardi che questo film  lo ha diretto.
Mi si potrebbe obiettare che girare un film con 20 mila euro non è da tutti: vero ma posso ribattere che un piccolo capolavoro come El mariachi di Rodriguez è stato girato con 7 mila dollari e anche una porcata come Paranormal Activity, girata con 15 mila dollari , è di un altro livello rispetto a In the market.
Altro capitolo sono le castronerie disseminate lungo tutto il film: a parte che le strade secondarie collinari della Toscana (presumo) non possono "recitare" da controfigura a nessuna route americana ma che senso ha dare al tutto un senso anglofono ( tipo i nomi o la targa della jeep sui cui viaggiano i protagonisti) e poi farli capitare in benzinai con i prezzi in euro o in un "market" dove i prodotti hanno nomi in italiano e c'è scritto CONAD  da tutte le parti? E che senso ha il riferimento alla Germania fatto dal macellaio? E perchè in un telefono pubblico visibilmente targato Telecom i nostri eroi chiedono soccorso al 911( numero per chiamare la polizia negli USA per chi non lo sapesse ?
Vogliamo poi parlare dei dialoghi? partiamo da un'imbarazzante dialogo sul modo di cucinare le uova da parte dei ragazzi fino a un pippone interminabile di filosofia applicata al delirio fatto dal killer ( Ottaviano Blitch ). Ecco magari volare un po' più in alto nella prima parte e poi un po' più in basso nella seconda parte avrebbe giovato.
La recitazione poi non aiuta: l'unico che ha una minima idea di come ci si ponga davanti alla macchina da presa è Ottaviano Blitch che dal canto suo , lasciato a briglia sciolta, fa andare il suo personaggio così oltre le righe da diventare a tratti una caricatura.
Infine la realizzazione tecnica : con un budget ridotto all'osso non possiamo certo pretendere scenografie sofisticate( infatti è tutto girato in location molto "naturali", tranne l'antro del macellaio) ma perlomeno una certa cura nella fotografia ( imbarazzante) e nel sonoro magari sarebbe stata utile.
I trucchi sono firmati da Stivaletti che fa il suo onesto lavoro: il problema è che il suo aiuto è praticamente superfluo nelle tre-scene-tre ( una gamba assaggiata come fosse carpaccio, una mano nel tritacarne e una rimozione di visceri intestinali) in cui si vedono un po' di sangue, frattaglie e fegatini sparsi...
Meglio tacere poi sul finale che è praticamente una citazione di The Descent di Neil Marshall.
La cosa che più mi ha preoccupato riguardo a questo film è stato che ho letto in giro per la rete anche dei pareri entusiastici: va bene essere patriottici e anche da parte mia difenderò sempre il cinema fatto con pochi soldi e molte idee, è vero che ogni parere ha lo stesso peso ma un prodotto come questo è inqualificabile sotto tutti i punti di vista quindi è veramente sospetto leggere recensioni più che positive.
Attento Lombardi! Ti stanno prendendo per il culo! Così facendo non ti aiutano per il proseguio della tua carriera.
Un'ultima notazione per il blog che è stato aperto per raccogliere tutto quanto scritto sul film ( lo trovate qui): complimenti per l'estrapolazione di singole frasi prese magari da recensioni non entusiastiche.
Una cosa degna della Pravda e della propaganda sovietica.

( VOTO :  1 / 10 )

In the Market (2009) on IMDb

11 commenti:

  1. Pensa che ce l'ho anche io pronto per essere visto. A questo punto direi che cestinarlo non sarebbe male. ;)

    RispondiElimina
  2. veramente inguardabile e mi dispiace essere così tranchant con un giovane magari futuro autore italiano.E poi io di roba brutta ne ho vista parecchia ma qui si esagera...

    RispondiElimina
  3. ecco un "film" che ho sempre evitato di vedere. ci sono andato molto vicino, ma l'ho scampata tutte le volte.
    tra l'altro ha trovato la sala cinematografica per motivi abbastanza banali e facilmente intuibili.

    RispondiElimina
  4. bravo! è da evitare anche se lo trovi nei cestoni di offertone di dvd all'ipermercato, la cosa che mi ha inquietato di più è che c'è gente che ne ha parlato in termini entusiastici presumo per lo stesso motivo....

    RispondiElimina
  5. Subodoravo la boiatona...

    RispondiElimina
  6. è proprio oltre il concetto di boiata. Da evitare come la peste.

    RispondiElimina
  7. Quoto ogni tua singola parola e appena ho tempo vado a guardare il blog che hai citato, nemmeno sapevo che esistesse.
    Il film in sé è talmente inguardabile da rasentare il sublime.
    Ci ho riso per delle ore e ancora oggi, se ci ripenso, mi viene male. Se hai voglia di vedere un'altra bella bruttura italiota, comunque, consiglio 6 giorni sulla terra, di cui presto metterò la recensione sul mio blog.

    RispondiElimina
  8. di 6 giorni sulla terra ho sentito parlare molto, sia in un senso che nell'altro per cui sono curiossisimo di vederlo e di leggere che cosa ne scrivi. In thhe market è qualcosa che va oltre le soglie del brutto e il blog inerente al film con tutti i pareri entusiastici mette solo tristezza!

    RispondiElimina
  9. come disse un saggio: "in the market è una sgommata nella mutanda del cinema!"

    purtroppo da fonti certe ho appurato che questo "film" è arrivato in sala solo ed esclusivamente perchè Lombardi è imparentato con il boss della multisale giometti... fate due più due, aggingete che siamo in italia e voilà!

    e menomale che voglio fare il filmmaker.. di sti tempi è meglio se emigro in India cazzo. vergognoso

    (gran blog, passa da me se vuoi a dare un occhiata bradipo)

    RispondiElimina
  10. e infatti proprio là l'ho visto, c'ho praticamente un nove sale alla porta accanto al mio posto di lavoro e mi pareva strano che di solito non ci prendono neanche con i blockbusters veri o presunti...grazie per la pillola di saggezza che è veramente calzante e grazie per l'apprezzamento, passerò sicuramente!

    RispondiElimina
  11. Mmm sfida difficile..per capire il peggiore tra i due l unico metodo sarebbe quello di scambiarci le visioni, e tutto ciò mi fa paura ;)

    RispondiElimina